Qualita' dell'aria: PM10
(?g/mc NO2, peggior valore medio annuale rilevato e media del valore medio annuale registrato da tutte le centraline presenti in territorio comunale; fonte: censimento Ecosistema Urbano 2006)
21 November, 2005
La presenza di polveri sottili nell’aria è ormai un emergenza con cui le pubbliche amministrazioni sono costrette a confrontarsi ogni nuovo autunno-inverno. Lo dimostra il fatto che il monitoraggio sistematico del PM10, fino agli ultimi anni piuttosto scarso, ha ormai quasi raggiunto la stessa diffusione di CO e NO2. Come già accennato in precedenza, per il PM10 sono stati selezionati i parametri provenienti da 76 città in cui le centraline presentano almeno il 75% dei dati validi (comprese Terni e Pavia, i cui dati sono relativi al 2003). A queste si aggiungono Caserta, Latina e Messina, sebbene della prima non si conosca la percentuale di dati validi e le altre due abbiano percentuali inferiori al 75% (ma comunque superiori al 50%). Giudicato, invece, insufficiente, il monitoraggio effettuato a Campobasso e Siracusa.
L’inquinamento da polveri sottili, come noto, mostra una criticità diffusa: in 41 comuni su 79 (52%), almeno una centralina ha registrato un valore medio annuo superiore al valore limite per la protezione della salute umana di 41.6 μg/mc previsto dalla direttiva comunitaria per il 2004. La situazione è più o meno la stessa dello scorso anno, quando i 38 comuni che non rispettavano il limite di 43,2 (previsto specificatamente per il 2003) rappresentavano il 54%. Le situazioni critiche si registrano in particolar modo a Firenze, Genova e nelle città della pianura padana (Torino, Milano, Verona, Vicenza).
Se consideriamo la media delle centraline, rimangono ben 26 città con valori al di sopra del limite previsto (che, si ricorda, dovrebbe essere rispettato da ogni singola centralina).
Accanto a queste situazioni particolarmente critiche, si cominciano a notare alcuni segnali di miglioramento: salgono a 30 le città con valori sempre inferiori al limite di 40 μg/mc previsto per il 2005, sette in più rispetto allo scorso anno. All’interno di questo gruppo le uniche grandi città presenti sono Catania e Trieste, mentre tutti gli altri sono per lo più comuni medio-piccoli, con le prime quattro posizioni occupate dai capoluoghi di Provincia del Friuli Venezia Giulia.
Facendo, infine, riferimento ai superamenti orari8, vediamo che la situazione continua a peggiorare di anno in anno: nel 2004 ben il 74% dei comuni 8 In misura ancora maggiore che nel caso dell’NO2, il fatto che le centraline selezionate
abbiano funzionato per almeno il 50% dei giorni influisce fortemente sulla sottostima del
numero totale di superamenti verificatisi durante l’anno.
32
supera per più di 35 volte il valore limite relativo ai superamenti orari di 55 μg/mc e la percentuale sale addirittura all’84% se consideriamo la soglia di 50 μg/mc prevista per il 2005.