Anche noi vogliamo la bici
Lione ha un efficiente servizio di noleggio che si potrebbe copiare - da La Stampa del 02.12.2005
05 December, 2005
<b>Paolo Hutter</B>
Torino Lione? Non occorre un nuovo tunnel per scambiarsi informazioni utili. Probabilmente potevamo già avere anche noi le bici di Lione. Bastava chiederle. Chi le doveva chiedere a chi?
Intanto provate a immaginare che all’uscita di tutte le stazioni ferroviarie e della futura metropolitana e che vicino alle principali fermate dei tram e bus e ai parcheggi troviate ad aspettarvi una bici comoda e robusta. Dovrete solo digitare le vostre quattro cifre sul distributore automatico che ve la sgancerà come si sgancia una pompa di benzina al self service. Prendete la bici, fate una commissione se dovete farla, e lasciate poi la bici riagganciandola in uno stallo, in una delle altre stazioncine simili a quella da cui siete partiti. E arrivate al lavoro, o a un’altra destinazione, o a un mezzo pubblico diverso da quello da cui avevate cominciato il percorso.m
Se tra lo sgancio e il raggancio a uno stallo della rete è passata meno di mezz’ora, non pagate niente. Dopo la mezz’ora pagate un euro, per due ore due euro e così via fino a un termine massimo di 24 ore oltre il quale il servizio vi trattiene i 150 euro che gli avete dato in garanzia col bancomat o la carta di credito (quando siete entrati nel sistema per avere le vostre quattro cifre.) Non è un servizio di bici in affitto per escursioni urbane, è un servizio di bici condivise per facilitare lo spostamento in città senza auto o moto, ma con mezzi pubblici e piedi. La bici condivisa, dipinta col marchio, è l’anello mancante per sveltire i piccoli spostamenti in città, e anche per rimediare alle inevitabili carenze dei mezzi pubblici. Non avevo capito quanto possa essere importante questo servizio fino a quando non l’ho visto in funzione pochi giorni fa a Lione, dove l’assessora all’Ambiente Beatrice Vessiller mi ha illustrato e fatto provare il sistema che hanno chiamato Velov.
Le duemila bici in pista a Lione sono spesso quasi tutte occupate: dai giovani che hanno così risolto anche i problemi di spostamento notturno quando il metrò è chiuso, ma anche da impiegati, professionisti, casalinghe. Certo, non arrivano con la bici nel cortile di casa ma in compenso, se solo fanno un po’ attenzione, non hanno preoccupazioni di furto, vandalismo, manutenzione. Economicamente il servizio non è in pari, ma è gestito dalla grande impresa di arredo urbano e comunicazione JcDecaux, che lo offre alla città nell’ambito del contratto pluriennale che le concede la gestione degli spazi pubblicitari nelle fermate dei trasporti pubblici. Può essere una buona idea per Torino, pensavo. Poi mi sono battuto la mano sulla fronte: è la Igp Decaux, omonima analoga e consociata della JcDecaux, ad aver preso la concessione degli spazi di arredo urbano, con lo stesso meccanismo di scambio di Lione, cioé in cambio di servizi (riallestimento e manutenzione). Contratto di vent’anni! Ma qui manca il servizio biciclette. Nessuno lo ha chiesto, dal Comune, nessuno lo ha offerto, dalla Decaux locale. Eppure sulla base del successo di Lione, la Decaux ha materiali ed esperienza di prim’ordine. Si può ancora rimediare?