Ecosistema Bambino: vince Ravenna
Seguono Pesaro, Parma, Torino, le città a misura di bambino
09 January, 2006
<i><font size="1">Comunicato di Legambiente</font></i>
Le città più a misura di bambino? Cercatele soprattutto nel centro Italia: in Toscana, in Emilia, nelle Marche dove c’è un blocco compatto di comuni senz’altro più attento ai ragazzi. E’ questa infatti l’area geografica dove Ecosistema Bambino di Legambiente, l’annuale ricerca dell’associazione sulle politiche per l’infanzia, ha individuato i centri urbani che più si danno da fare per gli under 14. Ci sono nelle primissime posizioni, al top, Ravenna, Pesaro e Parma (insieme a Torino), poi subito dopo – nel gruppo delle buone – Firenze, Pistoia, Ferrara, Siena, Piacenza, Ancona. Uniche eccezioni a questa continuità territoriale le settentrionali Genova e, come detto, Torino insieme alla meridionale Caltanissetta. A tutte loro una befana in anticipo di un giorno porta caramelle e dolci. Il carbone invece va in gran parte in Calabria (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia sono insufficienti, Reggio Calabria fornisce pochi elementi per una valutazione). Brillano infine, ma per la loro assenza, Milano che non ha fornito nessun dato a Legambiente così come Taranto e Venezia. Era quello che avevano fatto negli anni passati anche città come Bologna e Palermo che invece oggi tornano in classifica con performance discrete.
Eccole dunque le città che aprono e chiudono la classifica di Ecosistema Bambino 2006. Il nono rapporto di Legambiente sulle politiche comunali per ragazzi fino a 14 anni nelle 103 città capoluogo di provincia, presentato oggi, come di consueto alla vigilia dell’epifania in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente, di Luciano Ventura, responsabile settore ragazzi dell’associazione, e degli amministratori delle città premiate.
“Guardare alle città col punto di vista dei bambini è importante: si migliorano infatti i servizi offerti ai più giovani ma nello stesso tempo si costruiscono le premesse per un miglioramento generale della qualità della vita – spiega Francesco Ferrante - Purtroppo però non tutte le città riescono a prendere con serietà e continuità l’impegno di coinvolgere i bambini nella gestione della cosa pubblica, di farne dei cittadini a tutti gli effetti. Ecco perché torniamo ogni inizio d’anno a sottolineare l’importanza del dialogo con bambini e ragazzi e richiamiamo tutti a impegnarsi per un futuro sempre più costruttivo”.
Il rapporto di Legambiente Ecosistema Bambino 2006 è frutto delle risposte fornite dalle aministrazioni comunali a un questionario redatto dall’associazione che valuta le forme di partecipazione avviate per favorire un ruolo attivo dei bambini nella città, le strutture dedicate alle politiche per l’infanzia, il rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e associazioni no profit, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale. Solo ed esclusivamente per le città della calza, vengono consegnate caramelle per la qualità delle iniziative realizzate per i giovanissimi. La prima fascia, corrispondente all’ottimo, è vuota perché non esiste, oggi, nessuna città veramente a misura di bambino. La fascia delle insufficienze non riporta punteggio ed è in ordine alfabetico.
Il quadro disegnato quest’anno dal dossier (i dati sono relativi al 2004), tra sali e scendi, evidenzia un ampio divario tra “chi fa” e chi “non fa”, con un sensibile aumento tuttavia dei comuni che danno importanza ai ragazzi, rispetto all’andamento degli anni precedenti: sono infatti 12 i capoluoghi in posizione medio–alta e ben 31 quelli che arrivano a discreto. Ravenna si guadagna il primo posto in classifica con una continua crescita nel corso degli ultimi anni che l’ha vista seguire un progetto ben preciso di coinvolgimento dei ragazzi nella cosa pubblica; a seguire le conferme di Pesaro (2°) e Torino (4°), con la loro ormai comprovata attenzione ai ragazzi, e la rimonta di Parma (3°) grazie a un attento lavoro di animazione culturale e alle opportunità di consultazione sulle politiche urbane e di partecipazione offerte ai ragazzi.
Passi indietro da registrare invece per i capoluoghi del Sud Italia, unica eccezione per Caltanisetta che anno dopo anno consolida la sua vocazione nelle politiche per l’infanzia e di Palermo, Benevento, Caserta e Cosenza che salgono significativamente attestandosi nella fascia dei discreto. Risalta negativamente il caso preoccupante della Calabria che, tranne appunto Cosenza, è il fanalino di coda della classifica. E forse per una regione alla ricerca di un’identità sociale nuova e di una nuova cultura della legalità il dato deve far riflettere.
Tra chi si applica per le politiche per l’infanzia, rafforzano la loro posizione le grandi città, che mantengono gli impegni assunti negli scorsi anni. La conferma arriva da Torino in quarta posizione, e da Firenze e Genova che si posizionano in seconda fascia a ridosso delle magnifiche quattro. Salgono Verona e Trieste, mentre rientrano in gioco Bologna e Palermo, entrambe nella fascia dei discreto. Roma occupa invece un positivo ma non troppo 17° posto, retrocedendo di sette posizioni rispetto allo scorso anno, nonostante grandi sforzi e investimenti che confermano quanto sia complicato mettere a fuoco gli obiettivi e razionalizzare gli interventi in una metropoli dispersiva nei tempi e nelle dimensioni. Milano invece, dopo l’insufficienza dello scorso anno, non ha risposto al questionario.
Complessivamente risultano in crescita nelle voci delle amministrazioni comunali la progettazione partecipata (51%), gli incontri con il Sindaco (55%) e i consigli comunali dei ragazzi (47%). Mentre nel campo dell’offerta culturale vanno per la maggiore laboratori (84%), soggiorni estivi (73%), e l’organizzazione di rassegne teatrali per ragazzi (74%). Dati che fanno aumentare il numero delle città attente all’infanzia e che fanno guardare con ottimismo agli sviluppi futuri, senza tuttavia dare effettiva assicurazione sull’efficacia degli strumenti.
Ma vediamo nel dettaglio i progetti portati avanti dalle magnifiche quattro città della calza.
Ravenna guida la classifica con numerose iniziative per favorire la partecipazione: dalla Consulta dei ragazzi e delle ragazze, alla Consulta provinciale degli studenti e il consiglio dei ragazzi della terza circoscrizione. Sono in piedi progetti di adozione del territorio (Piccoli passi raccontano il quartiere, Le strade di Zaccaria tra realtà, memoria e fantasia), azioni di progettazione partecipata, iniziative di consultazione legate a temi ambientali. Ravenna ha messo a disposizione dei ragazzi il Museo del giocattolo autocostruito e diverse aree riservate ai bambini nei musei per adulti. Si è dotata di guide ad hoc, di punti informativi, di un ludobus, biblioteche e ludoteche. Numerosi sono i laboratori creativi che coinvolgono i bambini a partire dalla scuola dell’infanzia.
Pesaro anche quest’anno è in seconda posizione. Caramelle per la città marchigiana che ha istituito un comitato di bambini e discute con i referenti comunali le questioni relative alla vita del quartiere. Prosegue il progetto mini-guide dove i più piccoli conducono i coetanei alla scoperta del museo Oliveriano. Numerose le pubblicazioni, i punti informativi, le feste all’aperto, le rassegne di teatro e di cinema. In più c’è la consolidata Riù, ludoteca-laboratorio per il riutilizzo dei materiali.
Parma ha tanti progetti di adozione del territorio e progettazione partecipata per la riqualificazione urbana. Capitolo istituzioni: si occupano di infanzia l’assessorato ad hoc e diversi uffici e commissioni consiliari. Bello il Museo espositivo (il Castello dei burattini), tante le mostre, le pubblicazioni specifiche. In più due giornali cittadini (Metropolino, Il giornalino) e diversi punti informativi. Organizza feste all’aperto (Tutti i colori del mondo, Festa di primavera), rassegne di teatro e di cinema (Imparolopera, Il Cineclub dei bambini), soggiorni e campi estivi. Inoltre a disposizione dei giovanissimi ci sono ludoteche, biblioteche e l’Acchiappabambini, un ludobus per far incontrare e socializzare i bambini e far vivere il territorio in modo diverso.
Torino, al quarto posto, conclude il poker delle città premiate. Oltre ad organizzare incontri tra i bambini e il Sindaco, punta a progetti di adozione del territorio e azioni di progettazione partecipata (La scuola adotta un Monumento,Crescere in città, Caleidoscopio). I bambini sono stati consultati sulle politiche urbane grazie a un progetto sui temi di mobilità, sicurezza e autonomia. Sono ormai consolidati l’Ufficio per l’infanzia e un organismo interassessorile ad hoc, il Laboratorio Città Sostenibile delle bambine e dei bambini. Ricca l’offerta di feste all’aperto, rassegne di cinema e teatro (Teatro gioco nido, l’Acchiappateatro a teatro, Sottodiciotto Film Festival), musei e mostre itineranti. Numerose le biblioteche, le ludoteche, i ludobus. Sono infine organizzati soggiorni e campi estivi in città e all’estero, corsi e laboratori di musica, di immagine, di pittura e tanto altro.
Le grandi città confermano la loro ascesa
Firenze (5°) ha in piedi un programma di progetti educativi e formativi rivolti agli under 14: Le chiavi della città, con il quale sottolinea l’importanza del protagonismo delle bambine e dei bambini nella vita cittadina. Tra questi ci sono le esperienze educative e i progetti urbani partecipati di Le bambine e i bambini cambiano la città e Poke ma regole, la maggior parte svolti in collaborazione con le associazioni no profit. Nella città d’arte toscana è a disposizione dei piccoli cittadini il Museo per bambini 8-88, vengono allestite mostre ad hoc, pubblicate guide alla città (Guardafirenze), viene allestito e organizzato un ludobus, promosse rassegne di teatro e cinema (Firenze ragazzi a teatro, Festival Giglio d’oro). Genova (9°). Avviata nel 2004 la costruzione del Piano Regolatore Infanzia e Adolescenza, promuove iniziative di adozione del territorio e esperienze di progettazione partecipata (Orto didattico, Giardino erbavoglio). I bambini sono stati consultati per scegliere gli arredi-gioco di alcune piazze e giardini pubblici, grazie al progetto Io gioco- Io scelgo. Genova ha molte strutture dedicate all’infanzia come i laboratori educativi territoriali e l’osservatorio infanzia, adolescenza e politiche sociali. Numerose le attività e gli appuntamenti messi in campo per i piccoli cittadini come feste all’aperto, ludobus, ludoteche, biblioteche, corsi e laboratori, tra i quali quelli sul gusto. Roma (17ª). La Capitale dispone di un budget di spesa per il consiglio comunale dei ragazzi, azioni di progettazione partecipata e di vigili bambini. E’ dotata di un Ufficio specifico per l’infanzia e un Assessorato alle politiche di promozione dell’infanzia e della famiglia. Tra le iniziative messe in campo vanno citate mostre, feste all’aperto, corsi e laboratori, rassegne di teatro. Dispone di ludoteche, pubblicazioni specifiche (I bambini alla scoperta di villa borghese) e riviste per bambini (Il Colosseo). Flette decisamente Napoli, che dalla 18° posizione dello scorso anno passa alla 53° posizione. Palermo (30°) rientra quest’anno in classifica e mostra interesse per le politiche per l’infanzia, dando la possibilità ai ragazzi di presentare periodicamente proposte per migliorare la situazione cittadina al loro Sindaco.