Traffico, pedaggio urbano a Firenze
Legambiente: "Scelta coraggiosa" - comunicato stampa Legambiente del13.01.2006
13 January, 2006
“Una scelta coraggiosa che ci auguriamo sarà seguita da altri provvedimenti importanti in materia di viabilità a partire dall’aumento delle preferenziali per arrivare a maggiori investimenti sul trasporto pubblico”. Così Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente, commenta l’introduzione del pedaggio urbano a Firenze.
“Con l’indicazione di pedaggio di ingresso a Firenze il sindaco Domenici raccoglie la nostra proposta di ‘road pricing’ che lanciammo oltre un anno fa e che vide il vicesindaco Matulli contrario e l’Ataf favorevole”. Così hanno commentato Piero Baronti e Maurizio Da Re, rispettivamente presidente e responsabile inquinamento-trasporti di Legambiente Toscana, esprimendo soddisfazione per l’ipotesi del ticket di ingresso in città. Nel settembre 2004 Legambiente Toscana propose di riprendere l’esempio di Londra, per ridurre il traffico nell’area fiorentina, per finanziare e rilanciare il trasporto pubblico e nello stesso tempo limitare l’impatto dello smog sui polmoni dei fiorentini.
“In tre anni Londra ha raggiunto risultati importanti – hanno aggiunto i rappresentanti di Legambiente Toscana - come il calo del traffico privato anche fino al 30%, l´aumento della velocità commerciale dei bus e dell’uso della bicicletta, la diminuzione del consumo di carburante, il miglioramento dell´aria. E nuove risorse sono state ricavate per il finanziamento e il miglioramento della qualità del trasporto pubblico”.
“Il pedaggio non deve però diventare una nuova gabella penalizzando chi ha un basso reddito e chi può permettersi di pagare il ticket – hanno proseguito Baronti e Da Re - le risorse raccolte devono essere utilizzate per interventi a favore di coloro che hanno rinunciato a prendere l'auto e di chi più utilizza il servizio pubblico, che sono proprio le categorie a più basso reddito. Lo stesso sindaco di Londra, Ken Livingstone, destina tutte le entrate del pedaggio al miglioramento dei trasporti pubblici, configurando quindi come un trasferimento netto dai "ricchi" automobilisti ai "poveri" utenti dei mezzi pubblici. E’ ovvio – hanno concluso Baronti e Da Re - che il pedaggio di ingresso deve costare all’automobilista di più del biglietto del bus o del treno”.