Allarme gas, governo in campo
Consiglio straordinario. Authority: riserve insufficienti
20 January, 2006
<b>L´Autorità dell´Energia: "Stoccaggi ancora inadeguati alle emergenze climatiche e geopolitiche"
Martedì prossimo riunione dei ministri. Gazprom taglia del 12% la fornitura all´Italia
L´Antitrust: "La carenza di offerta durerà altri tre o quattro anni"
I Verdi: "Ora basta con le nostalgie e le chiacchiere atomiche del ministro Scajola" </b>
ROMA - Alta tensione sul gas. Anche ieri i russi, alle prese con il freddo record, hanno ridotto le forniture di metano verso l´Italia. Il taglio è stato del 12,2% ma per adesso la parola d´ordine all´interno del nostro governo è di limitare gli interventi che possano creare preoccupazione tra i cittadini in pieno inverno.
Una posizione emersa ieri nel corso del vertice d´emergenza che si è tenuto al ministero delle Attività produttive, e dal quale è scaturita la convocazione di un Consiglio dei ministri straordinario per martedì prossimo. «Vogliamo garantire alle imprese e alle famiglie di avere energia nelle loro case - ha detto il ministro Scajola -. Non c´è una situazione di allarme, ma dobbiamo procedere con i provvedimenti che riescano a trasformare alcuni impianti con la produzione ad olio e riattivando la produzione a carbone per permettere di fare un risparmio di gas nel breve periodo, nei prossimi due mesi».
Scajola, deciso ad arrivare ad una soluzione che «non lasci senza energia gli italiani» ed «eviti inutili allarmismi» (peraltro, a poche settimane dalle elezioni), ha preso atto delle posizioni delle aziende presenti al vertice (Eni, da un lato, ed Enel ed Edison dall´altro) . L´ad del "cane a sei zampe", Paolo Scaroni, avrebbe sottolineato che se i russi dovessero continuare a tagliare le forniture, le scorte di modulazione continuerebbero ad assottigliarsi, con il rischio concreto di una carenza di metano. La soluzione potrebbe essere quella di frenare il prelievo in funzione dell´export da parte del sistema elettrico.
Queste le ipotesi sul tavolo. Innanzitutto fare leva sulle aziende con contratti (per questo più vantaggiosi) che prevedono l´interrompibilità delle forniture in caso di emergenza. Il passo successivo prevede il cambio di alimentazione per le centrali elettriche, ma deve incassare il consenso del ministro dell´Ambiente Matteoli. In questo senso, si punta infatti a rifornire le centrali bi-fuel con olio combustibile più inquinante e costoso. Una scelta che, secondo il Quotidiano Energia, potrebbe pesare fino a 600 milioni di euro. Un passaggio delicato sul quale concordano i vertici di Enel e di Edison e che porterebbe sull´altro piatto della bilancia un risparmio di 1,5 miliardi di metri cubi di metano in tre mesi.
Anche dalle Autorità di garanzia partono diversi allarmi sul futuro. Il presidente di quella per l´Energia, Alessandro Ortis, non ha nascosto la propria preoccupazione sul rischio di un esaurimento delle scorte e ha sollecitato interventi urgenti. Secondo alcune stime, se non venissero adottati provvedimenti rapidi e l´ondata di grande freddo dovesse proseguire, potrebbero entrare in gioco le riserve strategiche dello Stato, pari a 5,1 miliardi di metri cubi di gas. E per il presidente dell´Antitrust, Antonio Catricalà «i prossimi 3-4 anni saranno critici ed esposti ad una domanda insoddisfatta». Dal fronte politico Enrico Letta, ex ministro dell´Industria e responsabile economico della Margherita, ha parlato di un «governo che sottovaluta l´allarme». Mentre il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, ha chiesto di «chiudere con le chiacchiere e le nostalgie atomiche del ministro Scajola».
(lu.ci.)