Un grado in meno per risparmiare il gas
Scajola: «È l’unico modo per superare il picco di freddo senza interrompere le forniture alle case» - da La Stampa del 25.01.2006
25 January, 2006
<b>ENERGIA UN DECRETO IMPONE DI ABBASSARE LA TEMPERATURA E DI SPEGNERE I TERMOSIFONI UN’ORA PRIMA. ATTESO UN «PICCOLO RITOCCO» DELLA BOLLETTA
Flavia Amabile
ROMA</b>
Un grado di meno nella temperatura delle abitazioni e degli uffici, un’ora in meno di riscaldamento acceso, con l’esclusione degli ospedali, case di cura, centri di assistenza per anziani, scuole, asili e asili nido. E un non meglio precisato aumento della bolletta dovuto all’uso di olio conbustibile, ben più caro del gas. Sono i «sacrifici chiesti agli italiani» dal governo per fronteggiare l’emergenza energetica e contenuti in un decreto legge approvato ieri dal consiglio dei ministri. Il ministro delle Attività Produttive, Claudio Scajola, ha spiegato che sarà possibile un risparmio dei consumi pari a 5-10 metri cubi di gas al giorno. Non pensate di farla franca, anzi «è bene che nessuno faccia il furbo», ha avvertito il ministro. Scajola ha convocato per il primo febbraio una riunione del Comitato tecnico di emergenza per il gas per «valutare l'efficacia dei provvedimenti presi e le eventuali sanzioni».
Il decreto legge aveva incontrato alcuni stop ieri per un problema di conti, ma nella sua versione definitiva - lievemente diversa da quella predisposta due giorni fa - ha ottenuto il via libera. Prevede anche la riapertura delle centrali elettriche a olio chiuse nell'ultimo biennio. Riapertura limitata nel tempo, fino al 31 marzo, solo nelle centrali a basso tenore di zolfo. Si dovrebbe ridurre il fabbisogno di gas fino a 25-35 milioni di metri cubi di gas al giorno, attraverso la produzione di 4.000 mw di energia elettrica. Quanto agli eventuali aumenti, il ministro è stato chiaro: i costi del decreto saranno a carico delle imprese energetiche.
«Abbiamo provato a vedere quanto sarà la differenza data dal costo dell'olio, che è superiore al costo del gas» ma, precisa Scajola, «la quantificazione è difficile perchè non possiamo sapere quale sarà il consumo. In ogni caso, assicura, «non ci pare che possa essere un costo molto forte e comunque lo si potrà vedere solo a consuntivo e potrà essere spalmato nei dodici mesi a partire dal 30 di giugno». Della valutazione si occuperà l'Autorità per l'energia. Alla domanda diretta sugli aumenti, il ministro ha risposto: «la bolletta è fatta di diversi elementi, e quindi è difficile fare delle previsioni, ma ci sarà forse qualche piccolo aumento».
Un ventaglio di misure, dunque, che dovrebbe permettere - spiega Scajola - «di riuscire a passare le punte del freddo e di risolvere questa difficoltà senza interrompere le forniture di gas per cucinare, per il riscaldamento e la luce elettrica». Risparmiare è «un dovere civico», senza interventi l'Italia rischierebbe di «intaccare le riserve strategiche di gas entro metà febbraio» perchè «stiamo utilizzando 100-140 milioni di metri cubi al giorno» di scorte che a questo ritmo hanno «ancora possibilità di arrivare a metà febbraio, dopodichè si dovrebbero intaccare i 5 miliardi di metri cubi della riserva strategica».
Per quel che riguarda le centrali Umberto Quadrino, amministratore delegato di Edison, intervistato da Sky tv, assicura la riapertura di due centrali «una immediatamente e l'altra nel giro di 15 giorni». Dal canto suo, l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni rassicura le famiglie: «Non sverrano toccati in nessun caso i consumi delle famiglie». E a proposito di un possibile sbarco di Gazprom in Italia Scaroni ha aggiunto: «Mi chiedo se sarebbe conveniente per gli italiani» Giovedì il ministro Scajola volerà a Mosca. Al collega russo Kristienko chiederà «il rispetto dei valori contrattuali per l'invio di gas in Italia» e assicurerà «la volontà dell'Italia di concedere alla Gazprom la possibilità di essere un concorrente energetico in questo Paese».
Poi, visto che la campagna elettorale investe ogni argomento, non manca un corollario di botta e risposta governo-opposizione. «L'emergenza gas ha radici antiche. Il centro sinistra ha governato e non ha mai fatto nulla nemmeno nelle politiche energetiche. Abbiamo ereditato il loro immobilismo», chiarisce Isabella Bertolini, vicepresidente dei deputati di Forza Italia.
Dai banchi opposti, Enrico Letta, responsabile delle politiche economiche della Margherita appare scettico: «non ce la faremo intaccheremo almeno la metà delle riserve strategiche, già un mese fa eravamo in emergenza» e chiede al governo «perchè ha deciso che a dicembre non era emergenza e interviene solo ora. E’ in ritardo».
Contrari anche gli assessori regionali all’Ambiente che ieri si sono riuniti a Roma: «Siamo fortemente preoccupati - hanno spiegato - la situazione dell’Italia è già molto grave sotto il profilo ambientale».