LETTI PER VOI - A scuola pedalando, come una volta
- da Repubblica del 27.01.2005
27 January, 2006
<b>Paolo Garimberti</B>
Ricevo e volentieri pubblico, come si usava scrivere una volta nelle rubriche delle lettere dei giornali, una email dell´architetto Gian-Piero Spagnolo. Il quale, premesso che Comune e Regione combattono l´inquinamento più con le parole che con i fatti e che il «blocco parziale di vecchie auto che nessuno controlla» a nulla serve (concordo pienamente, sono provvedimenti che gli amministratori prendono per fare bella figura e salvarsi la coscienza), propone: «Almeno in pianura perché non si decide di stanziare un po´ di soldi per mettere in sicurezza le biciclette? Ogni bici in più è un´auto in meno. Non è la soluzione del problema: lo so e lo sappiamo tutti. Ma, almeno, un po´ di gente in più in bici potrebbe cominciare a far capire a tutti come, per spostamenti fino a 5/6 chilometri, ci si può sottrarre al caos del traffico e all´inquinamento usando un mezzo comodo e meno inquinante. Salute e ambiente ne guadagnano e i portafogli non vengono salassati dai continui aumenti del carburante».
Parole sante, caro lettore, che peraltro le associazioni ciclistiche milanesi ripetono (invano) continuamente: le hanno dette anche ai candidati sindaco del centrosinistra in un recente incontro e mi auguro che possano ripeterle anche a quelli di centrodestra. Perché, ho già scritto sette giorni fa, la bici non è né di destra, né di sinistra. Però, vede, io non sono certo che, se queste facilitazioni fossero realizzate, un po´ più di gente prenderebbe la bici: in Italia, tranne poche eccezioni locali, manca l´educazione alla bicicletta come mezzo alternativo sin dalla più tenera età. Siamo passati da una generazione come la mia , che a scuola andava a piedi, o con la bici o i mezzi pubblici, a una generazione che a scuola prima va sull´auto dei genitori e poi in motorino. A pedalare non ci pensa neppure, in tutti i sensi.