“La montagna ha partorito il topolino”
Intervista a Beppe Gamba, ex Presidente del Coordinamento Nazionale Agende 21 Locali
01 February, 2006
<b>Gamba, qual è la valutazione del documento europeo relativo alla pianificazione ambientale urbana?</b>
Di primo acchito non posso che essere deluso dai contenuti del documento, per quanto non possano che essere considerati condivisibili
<b>A cosa è dovuta la delusione?</b>
Il documento in questione ha una storia lunga. L’idea iniziale era quella di un atto forte, che avesse valore normativo, e che portasse gli enti locali ad attuare dei veri e propri piani integrati per la gestione dell’ambiente urbano, sul modello di Agenda 21. Avrebbe dovuto essere uno dei pilastri fondanti della normativa ambientale della Comunità Europea
<b>E invece?</b>
E invece siamo di fronte a un documento che contiene poco più che indicazioni, consigli. Un elenco di buone pratiche consigliate e alcune dritte per realizzarle correttamente.
<b>Come si è arrivati a un documento così deludente?</b>
Alcuni Paesi europei, attuano già dei piani di gestione integrata dell’ambiente urbano, e si sono dimostrati tiepidi, in relazione all’iniziativa. I Paesi che invece avrebbero dovuto attuare cominciare da zero si sono messi di traverso, innalzando la bandiera dell’autonomia locale, valutando positivamente gli obiettivi, ma chiedendo che si demandasse alle autorità locali la decisione di attuare o meno un piano integrato. E così è stato. Ci troviamo con un documento che contiene poco più che consigli.
<b>Cosa significa politicamente questo documento?</b>
Significa che questa Commissione ha messo la pietra tombale sulla possibilità di avere degli strumenti normativi che vincolino gli enti locali all’attuazione di piani integrati per la gestione ambientale.
Con questo non voglio dire che fosse questa la volontà della commissione, ma sicuramente dopo la partenza della Wallstroem non sono stati in grado di creare e gestire il background politico che portasse all’approvazione di un documento più importante, in linea con quello che era stato prospettato e con l’idea iniziale.
<b>Ed ora che succede?</b>
Che non possiamo che sperare che volontariamente le città creino e applichino dei piani integrati per la gestione ambientale.
E che la Comunità Europea, gli Stati Membri, e, per quel che riguarda l’Italia, le Regioni, adottino lo spirito di questo documento, inserendo come elemento qualificante per l’ottenimento di finanziamenti il fatto che le città beneficiarie abbiano un piano integrato per la gestione ambientale.