Smog, la rivoluzione dei cittadini
Stop a targhe alterne e domeniche ecologiche ma rottamiamo le vecchie auto - da La Stampa del 26.03.2006
27 March, 2006
<b>Alessandro Mondo</B>
L’imputato non si vede, ma si fa sentire. Non sta dentro l’aula ma aspetta fuori: basta aprire una finestra per avvertirlo in gola. E’ lo smog, processato ieri dal tribunale molto speciale ospitato presso la facoltà di Scienze politiche. Obiettivo: togliere la parola gli amministratori, almeno per 24 ore, e darla ai cittadini. Ventuno persone di Torino e cintura, selezionate da Abacus su un campione di 1.400 unità. Sono state loro a formare la giuria incaricata non tanto di condannare l’inquinamento, quanto di esiliarlo il più lontano possibile sulla base di misure giudicate praticabili ed efficaci. Presenti alla lettura del «verdetto» l’assessore regionale Nicola De Ruggiero (Ambiente) e Vanni Cappellato, segretario provinciale dei Verdi.
Prima sorpresa: nelle raccomandazioni conclusive spariscono le targhe alterne, le domeniche ecologiche e quelle a piedi. Insomma, tutta la batteria delle limitazioni anti-smog rispolverate ogni inverno dagli enti locali. Possibile? «Per la verità - precisa Luigi Bobbio, docente a Studi politici - il nostro mandato prendeva in considerazione misure strutturali e non provvedimenti per gestire l’emergenza nell’immediato». In compenso, i giurati propongono entro una data da definire una serie di altri obblighi: compresi quelli che presuppongono la sostituzione delle vecchie auto.
L’iniziativa, prima del genere a Torino, è un esperimento che guarda alle giurie popolari vissute da altri Paesi come una tappa fondamentale nel rapporto fra elettori e pubbliche amministrazioni. Il professor Bobbio, promotore dell’idea con i colleghi Belligni, Ravazzi, Podestà e Chiari, spiega che negli Stati Uniti la nascita di questa espressione di democrazia data al 1974. Il modello formale è quello del processo, con la nomina di una giuria di gente comune estratta a sorte sulla base di un campione statistico. Si istruisce un dibattimento su un problema che, in questo caso, sono le emissioni causate dal traffico urbano. Dopo l’audizione di esperti e testimoni, la giuria si riunisce per un confronto di opinioni, al termine del quale deve proporre la soluzione che meglio rappresenta l’interesse pubblico. Particolare non secondario: l’amministrazione si impegna a rispettarlo. Gli americani la dicono così: «Mettiamo il mondo in una stanza».
Quello di ieri era un susseguirsi di fogli attaccati ai muri, pieni di considerazioni e di priorità scritte, cancellate, riscritte e sottolineate. I giurati? Eccoli lì:seri e compresi nel ruolo al termine di una mediazione sul testo che è andata per le lunghe. Hai voglia a protestare per le misure imposte dall’alto quando tocca a te decidere, conciliando il tuo interesse con quello del prossimo. «Infatti le condizioni preliminari erano due - spiega Bobbio -: individuare misure applicabili nel giro di cinque anni; delineare provvedimenti che non ricadano esclusivamente sulla spesa pubblica». Evitando così di prestare il fianco a tutti i politici di professione che - dalle Alpi a Pantelleria, passando per Roma - lamentano la carenza di risorse.
Le raccomandazioni? Magari non condivisibili, certamente interessanti. Prima: progressiva ripartizione del Torinese in aree riservate al traffico privato, al trasporto pubblico, alla mobilità pedonale e ciclabile. Seconda: nel caso dell’area riservata al traffico privato, accesso per tutte le auto fino all’entrata in vigore del provvedimento numero 4. Che dice? Al termine di una scadenza imprecisata, libertà di circolazione solo per i veicoli pubblici e privati Euro 4, diesel con filtro antiparticolato (Fap), metano e gpl. Facendo un passo indietro, eccoci alla terza raccomandazione: graduale trasformazione dei mezzi pubblici e privati a benzina ante-Euro 4 a metano e gpl, progressiva estensione ai diesel del Fap. Non solo. Si chiede l’abolizione della tassa di proprietà anche per i veicoli gpl e misure per sostenere le famiglie a basso reddito nella riconversione delle auto. Quinto punto: aumento dei parcheggi pertinenziali, con buona pace di chi - da piazza Guala a piazza Adriano - sta alzando le barricate per evitarli. Sesto: impegno di Gtt a ottimizzare il trasporto pubblico nell’area metropolitana sfruttando la ripartizione del territorio. Ulteriori raccomandazioni: aggiornamenti sulla qualità dell’aria nei tg regionali e tramite display lungo le strade; regolamentazione dell’accesso e dei percorsi riservati ai veicoli merci: aumento dei parcheggi di interscambio. Ce n’è abbastanza per dare da lavorare alle amministrazioni pubbliche per i prossimi dieci anni, anche se va detto che su alcune di queste linee guida i lavori sono in corso. Lo smog non è un’opinione.
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Troppe le auto vecchie che circolano a Torino: per il tribunale dei cittadini sarebbe ora di cambiarle