«Meno traffico e smog, ma niente targhe alterne»
L'indagine della Camera di commercio sulle richieste ai candidati. Sangalli: servono riforme e un nuovo welfare ambrosiano - da Vivimilano del 26.03.2006
27 March, 2006
<b>Rita Querzé
I milanesi: la tutela dell'ambiente deve essere il primo obiettivo per il nuovo sindaco. Bisogna frenare i prezzi</B>
In vista delle prossime elezioni, Milano si guarda allo specchio. Alle signore esigenti, si sa, l'occhio cade sul punto debole. Fianco abbondante, seno fiacco, zampe di gallina. Per Milano il punto debole si chiama «qualità della vita». Alla prossima amministrazione i milanesi chiedono meno traffico, smog, inquinamento. Più servizi per la famiglia. Meno rincari e più verde. A evidenziare i desiderata dei cittadini è un'indagine della Camera di commercio di Milano. Oltre 1.100 interviste su un campione rappresentativo degli abitanti del comune. La valanga di numeri e percentuali fa capire che per tornare in forma Milano non è disposta ai sacrifici. Non piace, per esempio, l'idea di mettere il traffico a dieta con le targhe alterne. Insomma, dal futuro sindaco la città si aspetta il miracolo. Tornare in forma con un colpo indolore di bisturi, senza troppa fatica. L'indagine ha toccato tutti i principali aspetti che fanno la qualità della vita: dalla salute alla sicurezza. Primo risultato: il 23 per cento dei milanesi dice che a Milano non si vive bene. Uno su quattro. I settori più critici sono, nell'ordine, ambiente e inquinamento, servizi pubblici e trasporti, costo della vita, sicurezza. Quando si tratta di scegliere le cure, però, la disponibilità a fare sacrifici si dimostra limitata. Prendiamo la questione ambientale. Il 25 per cento degli intervistati propone di estendere gli spazi verdi. Solo l'11 per cento si dichiara disposto ad aumentare i blocchi del traffico, un risicato 4 per cento si adatterebbe alle targhe alterne. Salgono le percentuali quando si torna a soluzioni più indolori come l'aumento dei controlli sul riscaldamento (16%) o i parcheggi in periferia (12%). Riguardo al traporto pubblico, la stragrande maggioranza dei cittadini (57%) chiede mezzi più frequenti, puntuali e puliti. Il 12 per cento vuole più parcheggi, l'8 per cento nuove metropolitane. A proposito di severità verso gli automobilisti, i milanesi non vogliono sconti. Anzi, un 3 per cento invita i ghisa a un maggior rigore. Per affrontare l'emergenza alloggi, la prima richiesta è «più edilizia a prezzo agevolato» (31%). Da notare che la domanda di case popolari tout-court è espressa «solo» dal 9 per cento. Nello stesso tempo un intervistato su quattro vuole più rigore nell'assegnazione degli alloggi. In materia di servizi, la domanda più forte è quella di un potenziamento di forme di supporto agli anziani (25%). Seguono i servizi per i bambini: posti per tutti nei nidi (10%), creazione di un albo delle baby-sitter (2%), più azioni per rispondere al disagio giovanile (8%). Un capitolo molto sentito è quello della sicurezza. In quest'ambito domina la richiesta di più vigili di quartiere (31%). Undici intervistati su cento chiedono più sorveglianza, in particolare, alle fermate dei mezzi pubblici. Mentre il 7 per cento è disposto a sacrificare la privacy pur di avere videocamere nei quartieri. La voce «sanità» migliorerebbe, per un milanese su due, se i tempi di attesa per visite ed esami fossero più brevi. Mentre un 22 per cento chiede anche medicine e prestazioni meno costose. A scuola, invece, tutto filerebbe più liscio con docenti più competenti e motivati (27%). Ma il 37 per cento chiede anche potenziamento delle strutture e più supporti didattici. Per finire, la questione carovita: il 32 per cento degli intervistati sente l'esigenza di maggiori controlli sull'esposizione e la trasparenza dei prezzi. «Milano è una città a due facce — ragiona il presidente della Camera di commercio, Carlo Sangalli —. Da una parte la nostra è una società prevalentemente "economica" e mercantile, in cui anche il pubblico viene inteso come se fosse privato. E proprio questa "società del privato" che va interpretata politicamente, sdoganandola dall'angolo dell'interesse personale». L'altra faccia di Milano, secondo Sangalli, è quella delle famiglie che faticano a far tornare i conti. «Per questo serve un nuovo welfare ambrosiano senza certo riproporre uno Stato assistenziale, ma uno Stato liberale della sussidiarietà».