Rifiuti, piano contro l´emergenza
Bertolaso: "In 48 ore liberiamo le strade". Proroga a Catenacci - da La Repubblica del 30.03.2006
30 March, 2006
Lo spiraglio per Napoli è una discarica che riapre a Taranto. Solo così, entro 48 ore, la città spera di liberarsi di 4 mila tonnellate di rifiuti. «Stiamo lavorando per fermare la crisi», assicura Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile, che ha incontrato sindaco e governatore. Non manca la stoccata per l´Asìa e la Iervolino: «Per uscire dall´emergenza occorre anche un servizio di smaltimento comunale efficiente». Bertolaso annuncia poi i dettagli dell´appalto europeo da 4 miliardi e mezzo per lo smaltimento rifiuti della regione. «Abbiamo svolto un lavoro certosino, al di sopra di ogni sospetto». Tre i lotti da assegnare, prescrizioni per chi vince. Le domande saranno presentate entro il 31 maggio, data in cui scade il termine del commissariato straordinario: scontata la proroga di un mese per l´ex prefetto Catenacci. Sorgerà un terzo termovalorizzatore nel Salernitano. E intanto è vicino l´accordo con Acerra: sì alle modifiche dell´impianto per 45 milioni, stop ai lavori del piazzale di stoccaggio.
«Abbiamo lavorato per uscire dall´emergenza - assicura Bertolaso -Abbiamo approntato, senza affidarlo a costose consulenze esterne, un Piano serio per il bando di gara del ciclo integrato; e aspettiamo proposte da parte di competitori e di importanti gestori di livello internazionale. Stiamo traghettando la gestione rifiuti di uno dei posti più belli del mondo, ma con un inefficace sistema alle spalle e con uno dei più bassi tassi di raccolta differenziata, verso la normalità. Ora la palla passa alla gara europea». E non manca la stoccata al Comune: «A livello locale si deve contare su un sistema di smaltimento comunale che deve essere efficace, lo abbiamo ribadito anche al sindaco». Resta la crisi, l´immagine della città inondata di rifiuti. Tuttavia, sottolinea Bertolaso, «i toni allarmistici di queste ore non sono giustificati: piuttosto capisco che le istituzioni abbiano voluto mettere le mani avanti per evitare tensioni sociali che potessero essere strumentalizzate in campagna elettorale»
L´emergenza. Il presente è ancora la Napoli con i cassonetti stracolmi. Ovunque, ieri. Situazione critica sotto gli occhi di passanti e turisti. Percorsi ad ostacoli, letteralmente, da un lato all´altro della metropoli, provincia e periferie incluse. Da Fuorigrotta ai Decumani, da piazza Garibaldi a via Cimarosa, dove una pila di rifiuti di alcuni metri sfiora persino il polmone verde di Villa Floridiana. L´emergenza ghermisce, ancora una volta, anche il centro antico, i sagrati delle parrocchie, gli angoli a maggior suggestione turistica: come la chiesa del Purgatorio ad Arco, lungo via Tribunali. Non è tutto. Restano ancora in coda i camion carichi di solidi urbani, in attesa per una media di 25-30 ore, ordinati in fila per cinque, dinanzi a quegli impianti di Cdr, da Caivano a Pianodardine, che risultano constantemente sull´orlo della saturazione per l´indisponibilità di una discarica qualsiasi dove poter inviare il prodotto (foss e sovvalli) della lavorazione dei rifiuti solidi urbani. Primavera di transizione, dunque. Garantisce ieri il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. «Dalla crisi dovremmo uscire comunque nel giro di 48 ore. Questo grazie alla rinnovata disponibilità della Regione Puglia e alla riapertura di una discarica di Taranto, in attesa dell´inaugurazione del nostro sito di Montesarchio, nel Sannio, che sarà attivo solo dal 15 aprile». Nelle prossime ore i rifiuti riprenderanno quindi la volta della Puglia. «Un grazie particolare al governatore Vendola». Poi, da giugno, la svolta.
La svolta. Il futuro descritto a portata di mano è nelle 80 pagine del nuovo bando di gara appena presentato nei dettagli, scadenza 31 maggio: il valore del business Rifiuti in Campania ammonta a 4 miliardi e mezzo di euro per una concessione ventennale, 4 milioni la quantità di ecoballe che i vincitori della gara si impegneranno a smaltire, tre gli inceneritori da realizzare, l´ultimo dei quali (dopo quelli di Acerra, nel napoletano; e di Santa Maria La Fossa, nel casertano) sorgerà nel salernitano, dove già tre Comuni si sarebbero offerti come sede dell´impianto. Le offerte dovranno pervenire entro il prossimo 31 maggio e poi sarà una apposita commissione di gara a valutare, nell´arco di due settimane, le offerte più convenienti. Responsabile del procedimento di gara sarà il sub commissario Ciro Turiello. «Sarà una gara europea, trasparente, al di sopra di qualsiasi sospetto - puntualizza Bertolaso - frutto di un lavoro molto importante, certosino e pignolo e che se avessimo affidato ad una struttura esterna sarebbe costato centinaia di migliaia di euro». Tre i lotti da affidare: al primo faranno riferimento i Cdr di Giugliano e Santa Maria Capua Vetere; al secondo quelli di Caivano, Casalduni e Pianodardine e al terzo gli impianti di Tufino e Battipaglia, secondo un piano «condiviso dalla Regione, dal ministero dell´Ambiente e dalle Province». Chi si aggiudicherà la gara «dovrà mettere a disposizione le discariche di servizio e dovrà provvedere allo smaltimento delle ecoballe fino ad oggi prodotte, e di quelle che verranno prodotte dal 1 giugno prossimo».
Acerra, nuovo patto. Potrebbero fermarsi i lavori per la piazzola di stoccaggio, altri 194mila metri quadrati per le ecoballe, prevista accanto al termovalorizzatore di Acerra. La notizia è accolta con soddisfazione dal senatore di Rifondazione Tommaso Sodano dopo l´incontro con Bertolaso. «Sono disponibile anche a considerare la sospensione del lavoro nei cantiere e a metà aprile vorrei incontrare i cittadini e le istituzioni di Acerra», aggiunge il capo della Protezione civile. Quanto al termovalorizzatore, è confermato che dovrà essere modificato secondo le indicazioni dettate dalla Valutazione di impatto ambientale: una correzione che costa 45 milioni di euro. «Ma sarà l´impianto più avanzato d´Europa», spiega Bertolaso.
Ultima proroga. Il commissariato straordinario guidato da Catenacci doveva scadere il 31 maggio. Inevitabile una proroga. «Non si scandalizza nessuno se dopo 12 anni di emergenza - chiarisce il capo della Protezione civile - ci si prende altre tre o quattro settimane per l´esame e l´assegnazione del bando».