Raccolta differenziata: monta la protesta
Cresce la differenziata, ma con i risultati arrivano anche le proteste contro il porta a porta.
18 April, 2006
I risultati della raccolta differenziata a Torino danno segnali incoraggianti con il raggiungimento di quota 35%, ciononostante, da tempo circolano in Torino e comuni limitrofi segnali di malcontento per il servizio di raccolta porta a porta.
Si era incominciato con la raccolta firme promossa da Giovanni Ferraris, vicepresidente della circoscrizione otto: "Non siamo contrari al principio della “differenziata” ma chiediamo l’eliminazione del “porta a porta” perché è un chiaro fallimento. Va assolutamente ripensata l'ubicazione dei cassonetti all'interno dei cortili, creando piuttosto isole ecologiche esterne adeguatamente attrezzate, in linea con l'arredo urbano dei nostri quartieri". Una raccolta firme che, ad oggi ha superato le 2000 sottoscrizioni.
Recentemente, addirittura sono stati organizzati due cortei a Moncalieri. «Il nostro comitato spontaneo - spiega il presidente Cosimo Trichilo - fa ricorso al Tar, pur essendo favorevole alla raccolta rifiuti differenziata, perché non accetta l'imposizione dei cassonetti dentro la proprietà privata. Proteste, manifestazioni, cortei e denunce alla procura. Montagne di rifiuti per le strade e un degrado ambientale venutosi a creare proprio per colpa di questo sistema. Questa è la fotografia, ad oggi, di Moncalieri. L’imposizione subìta dai cittadini spinge sempre di più a comportamenti deprecabili: ogni giorno nascono nuove discariche abusive lungo prati, strade provinciali e spiazzi su cui vengono abbandonati i rifiuti per non subire multe o tenersi l’immondizia sotto casa. Per non parlare dei costi. Pensiamo a tutti quei palazzi in cui non c’è portineria e nemmeno chi si faccia carico di badare ai contenitori: oltre alla tassa rifiuti si trovano a pagare anche un’impresa che faccia il lavoro di cui fino a ieri si occupava l’Amiat».
Complessivamente con le due petizioni - la prima era partita lo scorso anno, determinando una temporanea sospensione del progetto - sono state raggiunte tutte le circoscrizioni (dalla 4 alla 10) interessate dal servizio.
«La situazione - ha detto Strozzi, amministratore delegato di Amiat - è assai migliorata. Abbiamo raggiunto con questo servizio 128 mila torinesi, e fino all’estate lavoreremo per risolvere i problemi che si sono creati: in certi condomìni molto grandi, ad esempio, in cortile non c’è abbastanza spazio per accogliere tutti i cassonetti, di 5 tipi diversi». In molti palazzi resta aperto il problema di chi, alle ore e nei giorni stabiliti, debba spingere sulla strada e riportare in cortile i contenitori: «Se non c’è il portinaio, né qualcuno disponibile all’incombenza, bisogna pagare chi ottemperi a quest’obbligo. Sappiamo che l’abolizione del “cassonetto democratico”, a disposizione di tutti e in qualsiasi ora, crea qualche fastidio. Purtroppo, però, finché ci siamo limitati a disseminare le strade di campane, il grosso dei torinesi ha snobbato la necessità di differenziare la spazzatura».
Infine, a proposito di regole, il Comune ha diffuso i «18 comandamenti» in materia di rifiuti. Tra questi: è obbligatorio sciacquare i contenitori degli oggetti che finiscono nella raccolta differenziata, così come «spazzare i marciapiedi antistanti gli stabili che si occupano», «gettare sale prima delle nevicate» e «togliere la neve». Vige il divieto di appiccicare manifestini su cassonetti, muri, colonne, fermate dei bus, e anche «E’ vietato distribuire volantini, nonché collocarli sotto i tergicristalli delle auto in sosta».