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Cuneo, una sperimentazione che prosegue con successo da tre anni: prestazioni energetiche degne del carbone - da La Stampa del 11.05.2006
11 May, 2006
di Gianni Martini
Un combustibile prodotto esclusivamente da rifiuti urbani, bottiglie di plastica, guarnizioni ed altre gomme, scarti di lavorazione. Roba destinata a finire in discarica o, nella migliore delle ipotesi, ad essere incenerita. Il «Cdr-P» - così si chiama il nuovo combustibile - produce calore, non è inquinante, è alternativo al carbone e attualmente viene venduto a 5 euro alla tonnellata.
Da tre anni il nuovo combustibile viene sperimentato in provincia di Cuneo, nel cementificio «Buzzi-Unicem» di Robilante. Ne hanno già utilizzate 40 mila tonnellate e lo definiscono «di buona qualità, ambientalmente sostenibile» e che «si allinea alle prestazioni del carbone». In termini tecnici ha «un potere calorifico che oscilla tra le 5500 e le 6 mila kilocalorie al chilo».
Tutto è nato da un problema. A Borgo San Dalmazzo la discarica che accoglie i rifiuti di Cuneo e di altri 53 Comuni (con 154 mila abitanti) era quasi esaurita, strapiena di monnezza urbana accumulata e compressa per anni. Differenziare, eliminare vetro, plastica, produrre humus dalla parte verde non bastava più. Come nel resto d’Italia si è iniziata a dividere la «parte secca» (cdr) destinata ad essere incenerita. Ma nel basso Piemonte non esiste un forno dedicato a smaltire questi rifiuti e, quando sono stati presentati progetti, immediate sono arrivate le polemiche a difesa dell’ambiente. Il «cdr» andava portato altrove, incenerito all’estero, con ulteriori costi per gli utenti. Ed ecco l’idea arrivata da Nicolò Dubini, amministratore della «Pirelli Ambiente Renewable Energy»: aggiungendo rifiuti «nobili», ciò che il Consorzio che gestisce la discarica non sapeva come smaltire, poteva diventare un vero combustibile. Sono iniziate le sperimentazioni. Ai rifiuti è stato aggiunto «granulato da plastiche usate per auto e gomma fuoriuso oltre a granulato da plastiche non clorurate» (ad esempio il Pet delle bottiglie).
E’ stata così fondata una società, «Idea Granda», al 51% del Consorzio che si occupa di raccolta e smaltimento rifiuti e al 49% della «Pirelli Ambiente». Loro hanno curato il passaggio alla sperimentazione del nuovo combustibile in uno stabilimento della zona, il cementificio «Buzzi» (entrato in «Idea Granda»), che utilizza un enorme forno alimentato a carbone. Ora la sperimentazione è finita e la «Buzzi» riconosce il valore anche economico di questo combustibile (inizialmente quantificato in 5 euro alla tonnellata). Un percorso, dal progetto ai risultati, seguito con attenzione dal «Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e del Territorio» dell’Università di Milano.
Domani, dopo tre anni di lavoro, la presentazione ufficiale del nuovo «Cdr-P» in un convegno che si terrà a Cuneo (Palazzo San Giovanni, a partire dalle 14,30). «Desideriamo rendere pubblici i vantaggi di questo combustibile - sostengono i tecnici di Idea Granda -. E’ migliorata la qualità dell’aria al cementificio che utilizza il Cdr-P rispetto a quando bruciava solo carbone. Si risparmia combustibile tradizionale, si smaltiscono rifiuti e non abbiamo dovuto costruire un apposito inceneritore per riuscirci. Il tutto producendo energia».
Nicolò Dubini, amministratore delegato della Pirelli-Ambiente: «Con questo sistema il recupero energetico dei rifiuti che nell’area cuneese era inesistente oggi è del 32%, superando la media europea che è del 27%. Palesi i vantaggi per il cittadino, che sono sia ambientali, sia economici. Alla conclusione del ciclo di smaltimento dei rifiuti, questo sistema fa risparmiare anche sulle bollette che paghiamo per la nettezza urbana».
I numeri:
54 - Sono i Comuni che aderiscono al Consorzio ecologico del Cuneese che si occupa di smaltimento rifiuti.
55 mila - Sono le tonnellate di rifiuti conferite dal Consorzio ogni anno agli impianti di smaltimento San Nicolao.
20 mila - Le tonnellate (la cosiddetta «frazione secca») che vengono trasferite poi allo stabilimento «Idea Granda» di Roccavione. Qui la frazione secca viene ulteriormente lavorata e privata di un 25-30 per cento di umidità.
30 - E’ la percentuale di gomme (utilizzate nel settore auto, soprattutto guarnizioni, raccolte in tutto il Piemonte) e plastiche non clorurate (scarti delle lavorazioni di bottiglie in Pet, arrivano dalla provincia di Asti) che «arricchiscono» la parte ricavata dai rifiuti. Il «Cdr-P» che viene ricavato (20 mila tonnellate ogni anno) viene poi bruciato a Robilante nel forno del cementificio. In questo modo Il «Cdr-P» sostituisce circa il 40 per cento del carbone che sarebbe altrimenti utilizzato.
5 - Sono gli euro per ogni tonnellata di «Cdr-P» pagati dalla Buzzi-Unicem alla società «Idea Granda».