Il sistema del pari e dispari bocciato anche dai torinesi
- da La Stampa del 21.05.2006
22 May, 2006
Francesca Paci
Sopportano sia pur storcendo il naso le complicate gimkane imposte dai cantieri (42,2%), attendono con fiducia la rivoluzione della circolazione promessa dai nuovi parcheggi in centro e dalle aree di scambio (51,3%), sono pronti a scommettere sulle chances di rilancio della città e su come passino anche dalla realizzazione delle grandi opere (44,2%). Quello che ai torinesi non va proprio giù è il sistema delle targhe alterne. L’ultimo rapporto del Censis sul «Nuovo sistema di mobilità dell’area torinese» fotografa luci e ombre, ma soprattutto un’avversità radicale all’avvicendamento tra vetture pari e dispari: il voto medio degli automobilisti al provvedimento è un severissimo 4,8. 5,9 se limitato a giornate cosiddette di «emergenza».
In generale, i torinesi mostrano di comprendere ed apprezzare la maratona dell’amministrazione verso una città nuova. Il 62,7% ammette che, nonostante i disagi causati dai cantieri, la durata degli spostamenti non supera i 30 minuti. Il 20,9% riesce addirittura ad arrivare a destinazione in meno di un quarto d’ora: record-miraggio per la maggior parte delle grandi province italiane.
L’automobile resta il mezzo di trasporto privilegiato per un intervistato su due. Sarà l’eredità economico-culturale ma il quattro ruote tira sempre. Anche se l’iconografia cittadina si avvantaggia dell’immagine del ciclista, appena 17,3% dichiara di aborrire la macchina al punto da non utilizzarla mai. Motoredipendenti o meno comunque, la maggioranza assoluta dei torinesi tifa per un potenziamento della rete dei mezzi pubblici e ambirebbe a muoversi senza problemi di traffico, parcheggio, attenzione alla guida e nevrosi da volante.
Fino ad allora, chi fa da sé fa per tre. Le targhe alterne infatti, godono di rara impopolarità.
Sotto la Mole si preferiscono misure meno proibizioniste per ridurre ingorghi ed inquinamento. Più mezzi pubblici, per esempio, a disposizione 24 ore su 24 (votazioni superiori all’8). Introduzione di zone a traffico limitato e incremento del car-sharing (ampiamente sufficiente). Estensione delle piste ciclabili (7 pieno). Incoraggiamenti all’alternativa insomma, ma non divieti. L’ipotesi d’introduzione della sosta a pagamento per i non residenti viene bocciata con un irreparabile 4,4.
A giudicare dalla ricerca del Censis, l’amministrazione può tirare un sospiro di sollievo. Con l’eccezione della famigerate targhe alterne il sostegno alle grandi opere c’è eccome. Certo, le considerazioni più lusinghiere provengono dalla popolazione «attiva», operai, impiegati, professionisti, coloro che utilizzano quotidianamente la città. Ma, in fondo, a chi altri bisognerebbe domandare del disagio di affrontare cantieri, deviazioni, lavori in corso per mesi, anni?
Il 60,6% dunque, ritiene indispensabili i progetti per la mobilità avviati negli ultimi tempi. Il 39,4% sostiene che alla fine Torino diventerà «una città più vivibile», il 20% «più europea», il 15,1% «più bella. Il 41,5% confida che l’attuale assetto risulterà modificato in profondità e solo un ridotto 10,2% di inguaribili scettici dubita del futuro perché «tanto non cambia mai niente». L’ottimismo, tutto sommato, è lo stato d’animo prevalente. Il 63,7% non crede assolutamente che il declino industriale e demografico della città sia inevitabile. A condizione di lavorare sodo.