LETTI PER VOI - \"Via i fuoristrada dalla Svizzera Sono pericolosi come i pitbull\" Il presidente Le
L´ultima provocazione ambientalista per rendere le città più sicure e meno inquinate - da la Repubblica del 22.05.2006
22 May, 2006
<b>Secondo Greenpeace i Suv producono fino a un quarto in più di Co2
Il governo svizzero ha fissato dei limiti di consumo medio per auto: 6,4 litri/100 km </b>
di FRANCO ZANTONELLI
LUGANO - I Suv, i grossi veicoli a trazione integrale che oggi vanno tanto di moda, sono come dei «cani da combattimento», dei pitbull a 4 ruote, e i loro proprietari dei puri e semplici esibizionisti che amano guardare gli altri conducenti dall´alto. Lo ha dichiarato ieri al settimanale di Ginevra "Le Matin Dimanche", il Presidente della Confederazione elvetica, Moritz Leuenberger. Socialista, sensibile alle tematiche ecologiste, responsabile da oltre un decennio della politica svizzera dei trasporti, Leuenberger si è sostanzialmente schierato con gli ambientalisti del suo Paese in una battaglia ai limiti della provocazione: cacciare i Suv dalle strade svizzere. «La maggior parte dei proprietari di questi veicoli non abitano in uno chalet di montagna, a cui si può accedere solo percorrendo un sentiero sterrato: il più delle volte usano il gippone solo per scalare un marciapiede», ha ironizzato il Presidente della Confederazione. Il quale va fiero della sua politica dei trasporti, che punta a «trasferire i camion dalla strada alla rotaia, a liberare dal traffico i centri urbani, a migliorare la rete ferroviaria. E´ una politica che tutta l´Europa ci invidia», martella regolarmente Leuneberger.
Una politica che, oltretutto, sembra attecchire. A Ginevra è allo studio la proposta dei Verdi di introdurre una sorta di pedaggio di circa 300 euro all´anno per poter usare l´auto in città. «Dobbiamo migliorare la qualità dell´aria nelle città svizzere, renderle più tranquille e garantire sufficienti spazi verdi», spiega il direttore dell´Ufficio Federale dell´Ambiente, Philippe Roch. In molti centri urbani, i cittadini già da tempo hanno fatto di necessità virtù, introducendo, ad esempio, la pratica del car-sharing, ovvero dell´auto condivisa. Si entra nel giro del car-sharing, richiedendo un´apposita carta: ogni volta che si desidera una vettura la si prenota, la si ritira e la si riconsegna. Cosi i problemi di parcheggio e di manutenzione sono in gran parte risolti. Partito in sordina negli anni ‘80, oggi è un fenomeno che coinvolge 400 città svizzere, dove sono a disposizione 1750 auto per circa un milione di utenti.
Anche il governo fa la sua parte, fissando dei limiti di consumo medio per vettura. Nel 2008 non dovrebbero superare i 6,4 litri per 100 chilometri il che, tuttavia, rischia di essere un obbiettivo teorico: se da un lato ci sono sempre più cittadini che utilizzano il car-sharing o che usano in prevalenza i trasporti pubblici, dall´altro vi è un aumento delle immatricolazioni di auto di grossa cilindrata, in particolare di Suv. «Gli importatori devono ridurre il numero di fuoristrada a non più del 3 per cento di tutte le auto vendute», ha chiesto di recente Greenpeace. Denunciando il fatto che i gipponi producono fino a un quarto in più di Co2. «Il tre per cento - rileva l´associazione ambientalista - equivale alla percentuale di fuoristrada di cui è dimostrata la reale necessità».