Rifiuti, contrordine compagni
La Quercia convoca i suoi sindaci e la Provincia vuole modificare il piano - da La Stampa del 07.06.2006
07 June, 2006
<b>LA PROTESTA I COMITATI SORTI CONTRO IL «PORTA A PORTA» OTTENGONO UNA PRIMA VITTORIA: MODIFICHE E MIGLIORIE DEL SERVIZIO
Giuseppe Legato</b>
Dieci giorni di tempo e tutti i sindaci diessini della cintura di Torino (il 90% del totale) si ritroveranno attorno a un tavolo. Perchè il problema dei rifiuti continua a montare e qualcosa nel «porta a porta», nonostante i numeri lusinghieri, deve essere assolutamente rivisto. Il partito dunque chiama a raccolta i suoi rappresentanti. Lo fa attraverso Stefano Esposito, capogruppo della Quercia a Palazzo Cisterna, che nel momento più caldo della protesta, fa un passo indietro e apre al dialogo.
«Ci dobbiamo sedere tutti attorno a un tavolo e cominciare a pensare quali miglioramenti apportare. Perchè il “porta a porta” raggiunge ottimi risultati numerici e bisogna continuare su questa strada, ma non lo possiamo fare pensando di lasciare i cittadini tra rincari e disservizi. Per far questo è necessario incontrare tutti i sindaci della cintura e i relativi consorzi. Li convocheremo entro 10 giorni. Dobbiamo ascoltarli, aiutarli, confrontarci con loro. Non si può far finta che i problemi non ci siano, anche se i numeri ci danno ragione». L’incontro con la squadra di «sindaci compagni» arriva proprio nel momento in cui la Provincia si appresta a revisionare il «piano dei rifiuti», il documento che fissa regole e obiettivi per i comuni e i consorzi. Ma anche in un momento politico delicato in cui le proteste per il nuovo servizio di raccolta possono erodere il consenso del partito in molti centri della cintura. Si parte dall’autocritica: «Non esiste un sistema perfetto. Facciamo in modo - dice Esposito - che le esperienze maturate dai comuni già avanti con la raccolta domiciliare, servano per non fare più errori». Troppi cassonetti nei cortili? «Torino partirà in via Reiss Romoli con un sistema di isole ecologiche interrate che dimezzano i cassonetti. I comuni - spiega Esposito - possono benissimo seguire questa strada, facendo i calcoli su quanto costerà, ma sapendo che i cittadini non possono vivere assediati dai bidoni della spazzatura». I rincari sono troppo alti? «Abbiamo una moltitudine di consorzi. La frammentarietà della gestione dei rifiuti crea disomogeneità tra città e città e costi di gestione più alti. Pensiamo a diminuirne il numero e a creare un’aggregazione industriale più omogenea, ma allo stesso tempo sblocchiamo le controversie sulla costruzione degli impianti. Penso alla discarica di Piossasco, bloccata per proteste di campanile. E’ impensabile pretendere di tenere i costi bassi, senza costruire le infrastrutture che permettono di completare il ciclo dei rifiuti». La pensa cosi anche l’assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggiero che sottolinea come «molte altre province piemontesi - Novara, Cuneo, Verbania - abbiano diminuito il numero di questi consorzi, macchine amministrative che, insieme ad altri fattori, rappresentano un aggravio economico a carico dei cittadini. E’ proprio questo il caso in cui - aggiunge De Ruggero - non si può dire che i piccoli regni possano avere autosufficenza. Al contrario si è delineata una chiara situazione di diseconomia di scala di fronte alla quale è consigliabile intervenire».
I tentativi di mediazione in cambio di qualche aggiustamento non frenano le divisioni sull’argomento rifiuti. Legambiente ha affidato a un comunicato stampa una strenua difesa del nuovo sistema: «Le difficoltà - dicono - si appianeranno col tempo, ma il sistema va confermato e difeso. Pensare di cancellarlo soltanto perchè alcuni non sono riusciti a farlo funzionare equivarrebbe a chiudere la scuola pubblica perchè ci sono alcuni insegnanti impreparati». Valutazioni opposte da Alleanza Nazionale. Barbara Bonino e Agostino Ghiglia continuano a tuonare contro Chiamparino, la Provincia e la Regione «che in questa situazione di emergenza - dicono - non possono più tirarsi indietro». Inoltre reclamano l’audizione dei consorzi e dei comitati spontanei nati sull’onda della protesta presso le commissioni competenti in Provincia e in Regione. Intanto, il coordinamento degli scontenti si è riunito per la prima volta l’altra sera. Nonostante l’apertura dell’assessore provinciale Angela Massaglia che ha ribadito la necessità di aggiustare il tiro con qualche modifica consentita dalle leggi vigenti, la forbice con le istituzioni è ancora larga. I comitati non sono intenzionati ad allentare la pressione perchè a loro avviso il «porta a porta» è un sistema troppo costoso e male organizzato e si può sostituire con metodi più semplici, ma ugualmente efficaci.