E la collina profuma d’immondizia
I RIBELLI DELL’OLTREPÒ CORO DI CRITICHE E UNA SOLA RICHIESTA: PIÙ PASSAGGI DA PARTE DELL’AMIAT - da La Stampa del 08.06.2006
08 June, 2006
<b>Marco Accossato</b>
Un passaggio in più. Basterebbe un passaggio in più dei netturbini per smorzare le polemiche sul «porta a porta». In precollina, nella Circoscrizione 8, lo ripetono in molti: «D’accordo, differenziare sarà un segno di civiltà, un dovere civico, lo chiami pure come preferisce. Ma guardi qui». Bidoni strabordanti, e ai piedi dei bidoni cumuli di sacchetti contenenti bottiglie di plastica. Uno spettacolo poco decoroso, che con i primi caldi ha i suoi effetti peggiori nell’aria: nel raggio di diversi metri la puzza di ciò che è stato gettato - oltre la plastica - si diffonde nell’aria circostante.
In via Lavazza come in via Gatti, in via Volturno come in corso Giovanni Lanza, e fino in corso Fiume, il coro è unico: «Così non può continuare». Più in su, in strada Valsalice 117, Bruna Morone dice di essere contenta del servizio: «Senza bidoni fuori casa eravamo costretti a portare giù in auto i sacconi neri, ora con la differenziata basta uscire dal cancello e abbiamo tutto a portata di mano». Ma sotto, verso la città, oltre corso Moncalieri e corso Casale, la situazione non raccoglie invece consensi, ma tante lamentele.
Nessuno ha ancora ricevuto la prima bolletta del dopo-raccolta differenziata. Nessuno, sa, quindi, se il risultato economico varrà lo sforzo. «Il punto - dice Remo Martina, titolare della macelleria in corso Fiume 2 - è che i contenitori sono insufficienti per tutta l’immondizia che viene depositata». Soprattutto la plastica: «Non c’è cassonetto, ma solo sacchi trasparenti. Basta che qualcuno depositi uno di questi sacchetti a terra, accanto a un bidone, e nell’arco di pochi minuti tutti si sentono autorizzati a fare lo stesso. E i sacchetti della plastica si moltiplicano, diventano due, cinque, sette, dodici. Che spettacolo...».
Lunedì carta, martedì vetro, giovedì l’organico, mercoledì i non recuperabili, venerdì la plastica. «Nei contenitori per l’organico - fa notare qualche residente della precollina - ci finisce un po’ di tutto, di diverse dimensioni. Quindi è presto esaurito. Se i camion della raccolta passassero più di una volta a settimana non si vedrebbero più certe scene».
In alcune vie, tra piazza Hermada e corso Moncalieri al fondo di corso Fiume, i contenitori sono vuoti e ordinati a bordo strada. Anche quelli all’interno dei cortili sono «schierati» ordinatamente uno accanto all’altro. «Ma è solo perché è stata appena fatta la raccolta - smorzano gli entusiasmi i residenti -: il problema dei cumuli riguarda un po’ tutti».
A rendere più problematica la raccolta «porta a porta» c’è l’abitudine sempre più frequente di qualche automobilista: scaricare la propria immondizia nei cassonetti assegnati ad altre palazzine, mentre si viaggia verso l’ufficio. «Questo cassonetto - avverte quindi un cartello sul coperchio di un contenitore rigido in corso Fiume 104 - è riservato ai soli inquilini di questo condominio».
Nel pieno della protesta che cresce, c’è chi non si preoccupa minimamente dei malumori dei torinesi circondati da immondizia. E fa di necessità virtù: «Affittasi alloggio anche uso ufficio», avverte lo Studio 2E, con un cartello appeso proprio sulla parete di un cassonetto di fronte a corso Fiume 104. Tra un sacchetto da gettare e l’altro, chissà che qualcuno non decida di cambiare casa.