Le Olimpiadi 3 mesi dopo: «Un disastro»
- da La Stampa del 19.06.2006
19 June, 2006
Tre mesi dopo la chiusura delle Olimpiadi i primi risultati sul fronte turistico, a Torino e in Piemonte, «sembrano pessimi». Il grido d’allarme è stato lanciato da Carlo Alberto Dondona, Istituto di ricerche economico sociali (Ires), durante la tavola rotonda svoltasi alla Scuola di Amministrazione aziendale dell’Università.
Sul banco degli imputati, secondo l’analisi, i collegamenti (carenti) e la capacità di marketing (scarsa). Quanto basta e avanza per raffreddare gli entusiasmi dei mesi scorsi. In particolare, Dondona ha spiegato che la regione è meno coesa di prima: «C’è una profonda differenza di aspettative fra Piemonte metropolitano ed extra-metropolitano», mentre la visibilità culturale ha guadagnato qualche evidenza a livello nazionale ma non internazionale. Il Museo Egizio, per dire, «è al primo posto fra i motori di ricerca di Internet in italiano mentre non si può dire altrettanto per le ricerche in inglese». Ancora peggio le Montagne olimpiche, se è vero che la ricerca basata su parole-chiave le vede in posizione arretrata rispetto a Trentino, Lombardia e Valle d’Aosta. Nemmeno lo scalo di Caselle sembra brillare di luce propria. Quanto alle vallate che nei giorni di gloria hanno ospitato fior di gare sportive, «sono tornate ad essere raggiungibili facilmente solo con mezzi privati». Idem per le principali attrazioni in provincia di Torino, «come Stupinigi, Rivoli e Venaria Reale».
Un’altra spia è rappresentata dalla memoria scritta di uno fra i principali tour operator europei, «Thomson Tui»: per la prossima stagione invernale prevede un calo delle presenze del mercato inglese sulle nostre montagne pari al 35%. La causa dipenderebbe dalla tardiva comunicazione sull’aumento della ricettività. In sintesi, l’informazione è arrivata solo al termine dei Giochi, troppo tardi per l’inserimento nei cataloghi turistici del prossimo inverno.
Un brutto quadro, insomma, aggravato dalle considerazioni di altri attori: Carlo Bortot - presidente della Federazione italiana associazioni imprese, viaggi e turismo di Piemonte e Valle d’Aosta (Fiavet) -, ha puntato il dito contro la presenza distruttiva «di troppi localismi»; Paolo Corradini, a capo dell’Agenzia turistica regionale, ha sollecitato l’urgenza «di un piano strategico». Da valutare la situazione alberghiera. Secondo Federalberghi, «tra aprile 2005 e aprile 2006 ha fatto registrare un calo di presenze pari all’1,65%». In compenso l’Aica, Associazione italiana catene alberghiere, ha riferito di presenze aggiuntive nei nuovi alberghi tra marzo e maggio di quest’anno. La strada del post-olimpico è tutta in salita.