Piste ciclabili abbandonate e insicure
Il Libro bianco di Legambiente. Quella di via San Vitale addirittura si perde nel nulla - da Repubblica del 07.06.2006
07 July, 2006
<b>Eleonora Capelli</B>
Biciclette costrette a schivare buche, aggirare i cassonetti, salire sui marciapiedi, percorrere tratti sterrati, in rivalità continua con pedoni e automobilisti. Non è la situazione delle strade, ma delle piste ciclabili di Bologna e dintorni, fotografate dal Libro bianco a cura della Consulta della bicicletta. Circa 77 chilometri in città di vie riservate ai ciclisti, di cui solo 20 "in sede propria", cioè separate da traffico e pedoni. «La più incredibile è il tratto di via San Vitale che all´altezza di via dell´Unione reca un segnale di svolta a destra» racconta Alessandro Rizzo, il volontario che ha inforcato le due ruote per percorrere le piste di Bologna, San Lazzaro e Ozzano. «Sembra che la pista debba continuare, ma dopo la curva, il percorso riservato sparisce. Ricomincia in via dei Bibbiena, all´altezza di piazza Verdi, dove prosegue per pochi metri». Un esempio significativo delle piste del centro storico, frammentate in tratti cortissimi quando «una pista per essere vantaggiosa deve proseguire per almeno 500 metri» spiega Angelo Michelucci, coordinatore della Consulta. Che da ciclista ammette: «piuttosto che rischiare la vita, io a volte preferisco pedalare sotto i portici». La proposta di Legambiente, con le parole del responsabile della mobilità Rudy Lewansky, è quella di creare una striscia lungo le corsie preferenziali, accanto agli autobus, larga un metro e mezzo, che allungherebbe i percorsi urbani di 40 chilometri. Ma anche questa idea vede le piccole bici affiancarsi a mezzi imponenti. «Almeno un parcheggio custodito in piazza Verdi» chiedono i ciclisti, che a Bologna rappresentano il 7% degli spostamenti in città, «oppure il 10% del budget destinato alla viabilità». Cose semplici ma, secondo i curatori del rapporto annuale, «la mobilità ciclabile non è nel Dna di questa amministrazione».