Lavaggio strade: provvedimento antismog o leggenda metropolitana?
Treviso, Trieste, Pordenone, Padova, Milano, Lodi, Piacenza
01 March, 2003
Treviso, Trieste, Pordenone, Padova, Milano, Lodi, Piacenza: sono molte le città che in questa fine inverno 2003 hanno provato a combattere il Pm10 con autobotti lavastrade. Un provvedimento antismog realmente efficace o una leggenda metropolitana? Difficile a dirsi, ma palese è comunque la cautela di chi lo ha deciso. Se per l’ingegnere Paolo Pierobon dell’ufficio ambiente del Comune di Treviso questo dei lavaggi “E’ un palliativo, ma meglio di niente, anche se per migliorare la qualità dell’aria servirebbero provvedimenti di lungo periodo che evitino ulteriori immissioni di veleni”, per l’assessore piacentino all’ambiente Carbone “Il lavaggio delle strade è stato uno dei tentativi che ci sembrava corretto provare, anche se non avevamo grandi aspettative a riguardo, sapendo che solo le polveri totali si fissano al suolo”. “Un’iniziativa di buona volontà, ma probabilmente solo simbolica, perché è quasi impossibile capire se i risultati ottenuti sono attribuibili al lavaggio o piuttosto alle mutate condizioni climatiche”, aggiunge l’ingegnere Poggi, dirigente dell’ufficio ambiente di Piacenza, in pieno accordo dunque con l’assessore all’ambiente Marzorati del Comune di Lodi, che definisce l’iniziativa copiata da Milano come “Un esperimento che non ha raggiunto risultati positivi, dato che i valori di Pm10 a Lodi non sono stati modificati dal lavaggio, bensì da un aumento della ventilazione”. Lodi: strade lavate, strade inquinate Il lavaggio delle strade per abbassare il valore del Pm10? Un esperimento, nient’altro che un esperimento. Non riuscito, per di più. Così l’assessore all’ambiente Marzorati commenta l’iniziativa intrapresa dal Comune di Lodi per cercare di tamponare il problema delle polveri sottili nell’aria. “L’idea l’abbiamo copiata dal Comune di Milano”, continua Marzorato, dove l’esperimento è stato fatto nel 2002 e dove però i dati dell’Arpa milanese parlavano chiaro: il lavaggio delle strade effettuato non porta nessun beneficio in termini di respirabilità dell’aria, perché le particelle di Pm10 sono troppo fini per essere dilavate con una simile operazione. “Certo, sapevamo che i risultati di Milano non erano positivi, ma abbiamo tentato lo stesso una verifica in loco, anche perché i costi dell’operazione erano irrisori: 40 € all’ora per l’uso di un’autobotte”. Così è partito l’esperimento lodigiano: una tre-giorni alla fine del mese di febbraio, in un periodo di particolare concentrazione di Pm10, incastrata tra due altri provvedimenti di chiusura del traffico. “Abbiamo innaffiato una zona di 4 ettari: il primo giorno in tarda mattinata, gli altri due nel tardo pomeriggio, perché a Lodi sono due in particolare i momenti critici per il traffico, alle 9 e alle 18”, spiega l’assessore. Il risultato? “Negativo. L’esito è stato assolutamente negativo, perché i valori delle polveri sottili sono stati sì leggermente modificati, ma non dal lavaggio delle strade, bensì da un aumento di ventilazione. Per questo abbiamo deciso di sospendere l’iniziativa”. L’Arpa, lavaggi delle strade inutili contro il Pm10 Nessun dubbio da parte dell’Arpa di Milano: il lavaggio delle strade non ha alcuna efficacia nella lotta contro il Pm10. La relazione finale dell’agenzia regionale parla chiaro: risultano del tutto negativi i risultati del lavaggio delle strade effettuato lo scorso anno a Milano, nella speranza di abbassare il livello del Pm10 nell’aria. Il perché lo spiega Giancarlo Tebaldi, della sezione lombarda rilevatrice di Pm10: “Solo le polveri totali sospese sono dilavate dall’acqua, mentre il Pm10 ed il Pm5 si comportano come gas e dunque non ne risentono. Anzi – continua Tebaldi – bagnare le strade aumenta l’umidità che fa addirittura innalzare il Pm10, trattandosi di particelle idroscopiche”. Insomma: il lavaggio delle strade non dilava il Pm10 perché sono particelle troppo fini. In definitiva solo un ‘superlavaggio’ che comprenda “una perturbazione con forte pioggia e vento può abbattere le polveri fini, perché garantisce il ricambio delle masse d’aria”.