LETTI PER VOI - Pechino, addio giornali di carta «Entro il 2011 solo elettronici»
Un piano faraonico che punta al business e al controllo - da La Stampa del 06.08.06
07 August, 2006
<b>Francesco Sisci</B>
Sembra un piano faraonico, quasi impossibile, di quelli a cui la Cina ci ha abituato, come l’idea di costruire la grande diga alle Tre Gole o di portare le acque del Fiume Azzurro duemila chilometri a Nord: solo che stavolta coinvolge i consumi e anche il futuro di un prodotto come questa nostra Stampa e tutti i quotidiani italiani. Pechino ha ordinato che i giornali dovranno smettere di essere su carta e diventare solo elettronici, andare su Internet.
Nel nuovo piano quinquennale della stampa cinese 2006-2011, rivelato ai giornalisti ieri, l’informazione digitale viene indicata come il futuro di tutta l’informazione. Al piano parteciperanno giornali, gestori di portali Internet e anche aziende telefoniche pronte a mandare su cellulari i nuovi quotidiani.
Lin Jiang, vicedirettore generale della stampa e padrino politico dell’operazione, era trionfante e ha definito il piano senza mezzi termini: rivoluzionario. Il giornale continuerà a esistere su carta, ma apparirà sui computer, sugli schermi dei telefonini e anche su fogli di plastica flessibile laminati facili da piegare e portare in giro. Poi i fogli, attraverso connessioni Internet senza fili, potranno essere costantemente aggiornati. Il formato dei fogli potrà variare: più grande per i quotidiani, più stretto per le riviste. Il quotidiano senza carta ha ancora alcuni problemi tecnici, ma, secondo gli ideatori, «saranno senz’altro risolti entro la fine del piano quinquennale».
Non è un ukase peregrino ma parte da un dato concreto: in Cina la maggior parte dei lettori sotto i 30 anni già oggi legge i quotidiani solo su Internet. Il dato non è banale, spiegano a Pechino, perché comunque molti attori americani del settore si stanno muovendo in questa direzione.
«Aol» la settimana scorsa ha deciso di spostarsi dai servizi a pagamento in rete, a una offerta gratuita che si finanzia solo con entrate pubblicitarie.
La Cina, appassionata di tecnologia, è ancora più veloce. Gli utenti del Web hanno superato i 100 milioni, la Adsl, la banda larga, la connessione senza fili sono disponibili ovunque nel Paese. Persino le automobili, un prodotto nuovo per la nazione, si acquistano non tanto attraverso i concessionari quanto attraverso portali Internet gestiti per quasi la metà da una società, la bitauto.com.
Oggi tre grandi portali - Sohu, Sina e il Quotidiano del Popolo - monopolizzano la maggior parte del traffico. Il nuovo giovane popolo elettronico si è tuffato sui blog, che dovrebbero superare i cento milioni di utenti alla fine dell’anno prossimo, quando il surfisti della rete saranno probabilmente raddoppiati. Per i quotidiani è una sfida e un’opportunità. Oggi c’è di fatto un solo quotidiano venduto nelle edicole a livello nazionale, il «Tempi globali» (Huanqiu shibao), che copre notizie internazionali ed è prodotto dalla redazione del Quotidiano del Popolo, con una tiratura di un paio di milioni di copie. Per il resto ci sono solo molti forti quotidiani locali che vendono intorno alle 500.000 copie.
Uno dei motivi della frantumazione del mercato è la proibizione di seguire questioni di politica nazionali, riserva di caccia esclusiva per il Quotidiano del Popolo, l’agenzia Nuova Cina o il telegiornale di Cctv, la Rai cinese. Gli altri giornali possono invece coprire le cronache locali e quelle internazionali.
Finora comunque la distribuzione delle copie su carta diventava un vero ostacolo alla diffusione di prodotti di qualità a livello locale. Oggi però la «rivoluzione» su Internet renderà più facile informarsi su Canton, Pechino o anche la lontana Langzhou seduti da qualunque parte della Cina.
L’annuncio e la determinazione del governo di muoversi in questa direzione sposterà poi i flussi di pubblicità e cambierà l’intero panorama dell’informazione nazionale, e del potere che lo controlla.
Oggi ci sono oltre 2000 quotidiani in Cina, circa uno per ogni distretto. Oltre il 90 per cento è in rosso, ma è mantenuto in vita dal locale capo del partito per farsi pubblicità nella sua zona. È difficile per Pechino seguire cosa scrivono questi giornali giorno per giorno ed è anche difficile gestire quello che appare come un colossale spreco di risorse. Se si passa interamente su Internet e sulla plastica «ricaricabile» i costi, di carta e distribuzione, saranno abbattuti e Pechino potrà più facilmente monitorare il lavoro delle varie redazioni.
I quotidiani informatici implicheranno più controllo dunque, ma anche un futuro diverso per tutta la stampa mondiale. Se la plastica piegabile cinese funziona le aziende cinesi saranno le prime in un settore ancora molto nuovo in cui tutti i giornali del mondo si piegheranno. Sarà la fine delle edicole e, per la gioia degli ambientalisti, dello spreco del legno per la carta; sarà la fine dei vecchi fogli di giornali usati come carta straccia per i mille bisogni domestici e potrebbe essere la prima volta in cui un’esperienza cinese importante si diffonderà per il mondo.