Eco-assessore a.. Beirut
Dopo i bombardamenti: quali i problemi ambientali? Intervista a Riad El-Alaili, membro del Consiglio Municipale di Beirut e presidente della Commissione Salute e Ambiente
12 September, 2006
La città è stata per settimane quasi senza elettricità ( che vuol dire anche senza condizionatori o ventilatori in pieno agosto), con centomila rifugiata accatastati, con i rifiuti in mezzo alla strada e le spiagge impraticabili per la marea nera. Ora le cose stanno migliorando..
<b>Quanti quartieri e quanti abitanti ha Beirut? E quanti di loro hanno dovuto abbandonare la propria abitazione durante i bombardamenti? Quanti di questi hanno perduto la propria casa? </b>
Beirut conta circa 850.000 ai quali si aggiungono quotidianamente circa 400.000 persone che entrano in città. Purtroppo non abbiamo statistiche sul numero di persone che hanno lasciato la città durante i bombardamenti. Coloro i quali hanno perso le loro abitazioni si trovano fuoricittà, nella banlieue sud, che non dipende dal nostro comune, ma le cifre avanzate dai comuni interessati parlano di circa 25000 appartamenti completamente o parzialmente abitati.
<b>In città ci sono rifugiati del Sud, attualmente? Dove alloggiano? </b>
No, oggi non ci sono più rifugiati a Beirut, poiché tutti sono rientrati nei loro paesi, ma durante la guerra, la città ha accolto circa 100.000 rifugiati. Per coloro che non potevano essere ospitati da parenti o amici, sono state messe a disposizione delle scuole pubbliche adibite a dormitori
<b>Energia elettrica. Ci sono stati black-out? Fino a quando? </b>
Il razionamento dell’energia elettrica è stato molto severo durante la guerra, con punte di 14 ore giornaliere di sospensione. Attualmente la situazione è decisamente migliore, con al massimo 4 ore di black-out quotidiane, e la situazione si normalizzerà al massimo entro una settimana (dal 10 settembre ndr)
<b>Trasporto pubblico: come funziona? </b>
Non abbiamo trasporti pubblici che dipendano dal nostro Comune. I trasporti pubblici sono gestiti o dal Ministero dei Trasporti, o da imprese private. Nel primo caso si tratta di autobus pubblici che servono tutto il Libano. Nel secondo caso si tratta di auto private che possono caricare fino a 5 passeggeri. Anche in questo caso il servizio si estende su tutto il territorio nazionale.
<b>La gestione dei rifiuti urbani come funziona? </b>
Quello della gestione dei rifiuti urbani è stato il problema cruciale che abbiamo dovuto affrontare: gli impiegati della società privata che si era aggiudicata l’appalto per la pulizia delle strade erano tutti stranieri, e, con lo scoppiare della guerra, se ne sono tornati ai loro Paesi. Anche noi membri del consiglio comunale siamo scesi in strada “scopa alla mano”, intraprendendo un’azione simbolica di pulizia delle strade finalizzata a incitare la popolazione di Beirut a occuparsi dei propri rifiuti. Inoltre abbiamo distribuito alle associazioni locali il materiale necessario per la pulizia delle strade. Oggi la situazione si è stabilizzata, e la società incaricata della pulizia e della raccolta dei rifiuti ha ingaggiato impiegati libanesi.
<b>Quando parliamo di pulizia delle strade e raccolta rifiuti si parla anche del trattamento dei rifiuti stessi? </b>
Certo, il servizio include la pulizia delle strade, la raccolta e il trattamento dei rifiuti. Il servizio è gestito dalla società privata Sukleen, sotto contratto con il Comune di Beirut, così come con altri comuni libanesi
<b>Il problema della Marea Nera, Quali sono le conseguenze a Beirut città? Come viene pulita? C’è una partecipazione popolare alla pulizia? </b>
Il governo libanese ha deciso di chiedere una ONG chiamata Bahr Loubnan o Mare del Libano di occuparsi del problema dell’inquinamento delle spiagge di Beirut, colpite dalla Marea Nera causata dai bombardamenti israeliani delle cisterne della centrale di Jiyeh. L’ONG avrà l’aiuto dello Stato Francese e sarà sotto la direzione del Ministero dell’Ambiente libanese. La popolazione locale potrà partecipare alle operazioni di pulizia solo in questo quadro ufficiale.
Attualmente sono iniziate le operazioni di pulizia nell’area della centrale di Jiyeh