Smog, la situazione in Italia
I dati riassuntivi dal ministero dell'Ambiente
19 September, 2006
<b>PM 10 - Particolato</b>
I valori limite per il PM10 (40 µ/Nm3 valore limite annuale; 50 µ/Nm3: valore limite giornaliero) sono entrati in vigore a partire dal 1° gennaio 2005, i superamenti di seguito riportati si riferiscono ai valori limite aumentati del margine di tolleranza ai quali era associato l’obbligo di adottare un piano di risanamento
• Nel 2003 sono state individuate 53 zone di superamento del limite giornaliero (su 99) e 39 del limite annuale (su 94).
• Nel 2004: 58 zone di superamento del limite giornaliero e 34 del limite annuale (su 97)
<b>NO2 – Biossido di Azoto</b>
i valori limite per NO2 (40 µ/Nm3 valore limite annuale; 200 µ/Nm3: valore limite orario) entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2010, i superamenti di seguito riportati si riferiscono ai valori limite aumentati del margine di tolleranza ai quali era associato l’obbligo di adottare un piano di risanamento
• Nel 2003 sono state individuate 36 zone di superamento del limite annuale aumentato del margine di tolleranza (su 123) e 8 (su 125) del limite orario.
• Nel 2004: 34 zone di superamento del limite annuale e 4 del limite orario (su 114).
L’invio dei dati relativi all’anno 2005 da parte delle regioni e delle province autonome non è ancora stato completato, ma da un esame preliminare dei dati finora ricevuti non si registrano variazioni significative.
<b>Criticità</b>
Le regioni in cui, a partire dal 2001, sono stati registrati superamenti dei valori limite per il PM10 e NO2 oltre il margine di tolleranza sono le seguenti 17: Abruzzo, Campania, Calabria, Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto, e le 2 Province Autonome di Trento e Bolzano.
In alcune Regioni è ancora in corso il processo di adeguamento della rete di monitoraggio ai criteri fissati dalla normativa, sia in termini di copertura del territorio sia in termini rappresentatività dell’esposizione della popolazione. Tale criticità riguarda le seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna
<b>OZONO</b>
Per tale inquinante sono stabiliti: valori bersaglio, valori target, soglie di informazione e soglie di allarme. I dati relativi ai superamenti dei valori bersaglio (riferiti a medie calcolate su più anni) sono aggiornati al 2004. I superamenti delle soglie di informazione e di allarme, raccolte con cadenza mensile, nei mesi estivi, sono invece aggiornate al 2006
• Nel 2004 sono state rilevate 61 zone di superamento del valore bersaglio per O3 (su 88). I superamenti sono stati registrati in Alto Adige, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino, Umbria, Valle d'Aosta.
• Nel 2005 i superamenti della soglia di informazione stabilita per l’ozono nei mesi di giugno e luglio sono stati registrati nelle seguenti regioni: Alto Adige, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Trentino, Umbria, Valle di Aosta, Veneto.
• Nel 2006 i superamenti della soglia di allarme sono stati registrati in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino e in Veneto.
Per quanto riguarda il monitoraggio dell’ozono, si sottolinea che attualmente non esiste a livello regionale una specifica pianificazione per ridurre i livelli di ozono in atmosfera e che solo in poche Regioni è stata effettuata la zonizzazione del territorio per la protezione della vegetazione. Anche la rete di monitoraggio dell’ozono risulta carente in diverse regioni del sud.
<b>Gli impatti sulla salute (Rapporto Apat/OMS 2006) </b>
In base ai dati forniti dal Rapporto APAT sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, che stima le morti e le malattie dovute al PM10 e all’ozono evidenziando così le implicazioni di possibili politiche che assicurino alle città aria di qualità, si come il PM10 emesso dal trasporto su strada rappresenta la principale fonte di emissione di particolato nelle aree metropolitane italiane, a questo si aggiunge che i trasporti su strada sono anche responsabili delle maggiori quote di precursori di particolato secondario, quali ossidi di azoto e composti organici volatili.
Il rapporto ha monitorato l’inquinamento in 13 città italiane di oltre 200 000 abitanti (Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia-Mestre, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania, Palermo) il che equivale a circa 9 milioni di persone pari al 16% del totale della popolazione nazionale. I risultati indicano che l’impatto sanitario è considerevole e si riferiscono in particolare alla mortalità per effetti a lungo termine attribuibile alle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 ?g/m3, limite che la direttiva comunitaria 99/30/EC ha indicato per il 2010, anche proposto dalle linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS appena revisionate.
• • Tra il 2002 e il 2004, una media di 8 220 morti l’anno sono dovute agli effetti a lungo termine delle concentrazioni di PM10 superiori ai 20 ?g/m3, il che equivale al 9% della mortalità negli over 30 per tutte le cause esclusi gli incidenti stradali.
• • Le nuove conoscenze disponibili sugli effetti sanitari del PM10 consentono di scomporre l’impatto della mortalità per gli effetti cronici oltre i 20 ?g/m3 in cancro al polmone (742 casi/anno), infarto (2 562), ictus (329).
Lo studio si estende anche all’impatto dell’ozono.
L’ozono si sta delineando sempre più come un inquinante pericoloso, soprattutto in Europa meridionale. Le concentrazioni sono in aumento e gli effetti sulla salute maggiormente consolidati.
• • Si stima che abbia un impatto annuale di 516 morti nelle città italiane, che si aggiungono a quelle dovute al PM.
• • Nel 2005 in Italia molte delle città principali avevano raggiunto i 35 giorni di eccedenza dei 50 µg/m3 già alla fine di marzo e poche avevano rispettato i limiti annuali di 40 ?g/m3. A livello europeo, le concentrazioni diminuite sostanzialmente tra il 1997 e il 1999, sono gradualmente risalite più di recente.