Stavros Dimas contro gli emendamenti di Strasburgo
"Attenuerebbero gli effetti della legislazione in alcuni punti essenziali"
27 September, 2006
Il commissario Ue all'Ambiente Stavros Dimas critica gli emendamenti alla direttiva sulla qualita' dell'aria approvati dal Parlamento europeo: "Mi rallegro che il Parlamento abbia approvato la nostra strategia volta a ridurre l'inquinamento atmosferico, ma sono dispiaciuto che gli emendamenti votati a Strasburgo attenuano gli effetti della legislazione in alcuni punti essenziali", ha dichiarato il commissario ricordando che l'inquinamento atmosferico riduce la durata della vita di tutti i cittadini europei "in media di otto mesi", "un motivo valido - ha precisato - per affrontare risolutamente il problema". Il commissario ha puntato il dito soprattutto sulla decisione di spostare il valore limite giornaliero delle concentrazioni di Pm10, autorizzando la possibilita' di superarlo fino ad un massimo di 55 giorni al posto degli attuali 35 e il fatto che gli emendamenti votati oggi allungano il tempo assegnato per rispettare le concentrazioni di polveri sottili oltre il limite del 1 gennaio 2010 proposto invece dalla Commissione. Nello stesso tempo, ha fatto rilevare Dimas, il Parlamento ha scelto di abbassare il limite attuale di Pm10. "Riconosciamo la necessita' di concedere una proroga supplementare - ha osservato il commissario -, ma ogni rinvio deve essere strettamente limitato perche' significa che ci saranno persone esposte a livelli di inquinamento eccessivo per un periodo piu' lungo, con conseguenti rischi per la salute. per questo non possiamo accettare la proposta del Parlamento che prevede invece una proroga di oltre cinque anni". Alleggerire il valore limite quotidiano di Pm10 significa, ha rilevato ancora Dimas, che le persone "piu' vulnerabili alla cattiva qualita' dell'aria possono essere esposte a livelli di inquinamento elevati durante un gran numero di giorni all'anno e questa e' una prospettiva inaccettabile".
Ed ecco alcuni passaggi dell'intervento del commissario Dimas in aula
Reazioni agli emendamenti
(a) La Commissione ha proposto cinque anni di tempo in più per l’entrata in vigore dei limiti (che era prevista per il 112005) assieme alla possibilità di detrarre la quota di inquinamento dovuta alle fonti naturali fonti. Con queste misure non vedo ragioni per cui gli Stati membri non possano essere in grado di adeguarsi alla legge. La Commissione (parlamentare) Ambiente ha proposto due lotti da cinque anni di proroghe dopo l’entrata in vigore della nuova Direttiva. Questo ritarderebbe l’attuazione all’anno 2018, con valori limite stabiliti nel 1999. Questo semplicemente non è accettabile. Il nuovo emendamento (81) rappresenta un passo avanti, ma non è comunque ancora abbastanza: accettando i 4+2 anni, dopo l’entrata in vigore della nuova Direttiva si ritarderebbe all’anno 2013 l’entrata in vigore dei limiti per il PM10, limiti ancora una volta stabiliti nel 1999.
(b) In linea con la decisione del Consiglio e del Parlamento sul 6° Programma di Azione Ambientale, la Commissione ha richiesto il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla possibilità di ammorbidire i limiti. La risposta è stata negativa. La Commissione non può accettare alcun indebolimento di limiti giornalieri di PM10. Gli emendamenti 46 e 82 permetterebbero l’incremento del numero di giorni concessi di sforamento da 35 a 55. Per farvi un esempio, sulla base dei dati del 2004, questo significherebbe che misure per la riduzione dell’inquinamento dell’aria non saranno più necessarie per città come Vienna, Francoforte, Brno e Stoccarda. La domanda è: la salute dei cittadini dipende dalla riduzione dei limiti o dalla riduzione dell’inquinamento?