Stop all'inquinamento per un'aria più respirabile in Europa
Comunicato stampa del Parlamento europeo
02 October, 2006
<I>Adottando due relazioni d'iniziativa, il Parlamento chiede obiettivi più ambiziosi e la definizione urgente di misure per ridurre l'inquinamento atmosferico. Sollecitando la promozione di trasporti pubblici e mezzi più ecologici, i deputati vedono con favore una tassa sulla congestione del traffico e incentivi alla rottamazione. E' poi chiesto di recuperare i centri storici e di aumentare gli spazi verdi ma anche di subordinare gli aiuti agricoli alla riduzione delle emissioni di ammoniaca</B>.
Il 55% degli ecosistemi europei è danneggiato dall'inquinamento atmosferico. Questo è una delle principali cause di morte e di malattia in Europa, con una riduzione media dell'aspettativa di vita di ciascun individuo pari a oltre otto mesi. I bambini, gli anziani, le persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari e le persone che vivono in regioni ad elevata esposizione, come le aree urbane (città) e nei pressi dei principali assi stradali, sono soggette a particolari rischi sanitari.
In base a questa constatazione e, facendo riferimento alla relazione più "tecnica" sulla riduzione delle polveri sottili, il Palamento ha approvato le relazioni di Dorette <b>CORBEY</B> (PSE, NL) e di Gyula <b>HEGYI</b> (PSE, HU) sulla riduzione dell'inquinamento atmosferico. Se la prima di esse (adottata con 563 voti favorevoli, 19 contrari e 42 astensioni) ha un carattere più generale, la seconda (approvata con 448 voti favorevoli, 49 contari e 110 astensioni) si concentra sui problemi - e le possibili soluzioni - che si presentano nelle città.
Il Parlamento, anzitutto, nota che molti Stati membri non rispettano i valori limite previsti dalla legislazione in vigore sulla qualità dell'aria. La maggior parte dei problemi riguardano i Paesi Bassi, il Belgio, la Germania, l'Italia settentrionale, la Polonia e i grandi centri urbani, ma i deputati precisano che il mancato rispetto dei valori limite non è sempre imputabile alla mancata adozione di misure da parte degli Stati membri, bensì dipende talvolta dall'assenza di adeguate misure a livello comunitario.
D'altra parte, ritengono che l'inquinamento atmosferico può essere contrastato soltanto grazie a un <b>dispositivo coerente</b> «comprendente misure a livello europeo, nazionale e locale, e avente quale obiettivo principale quello di combattere le emissioni di inquinanti alla fonte». Per tale motivo accolgono con favore la strategia tematica della Commissione sull'inquinamento atmosferico, ma osservano con rammarico che non prevede alcun obbligo giuridico di ridurre le emissioni di particolato, limitandosi semplicemente ad indicare gli obiettivi di massima.
Rilevano inoltre con preoccupazione che la strategia tematica non indica in che modo possono essere conseguiti gli obiettivi del Sesto programma d'azione comunitario per l'ambiente e, pertanto, chiedono alla Commissione di prevedere <b>obiettivi di riduzione dell'inquinamento atmosferico nettamente più ambiziosi</b> per il 2020 e di rafforzare la legislazione sulle emissioni.
Al riguardo, il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri a adottare quanto prima misure volte a ridurre le emissioni nei vari settori che contribuiscono all'inquinamento atmosferico, dando la priorità ai settori non ancora regolamentati e in cui è possibile conseguire ulteriori riduzioni delle emissioni a costi più bassi. L'Esecutivo, inoltre, dovrebbe formulare senza indugio una proposta di revisione della direttiva sui limiti nazionali di emissione. I deputati, al riguardo, sollecitano l'approvazione di misure volte a ridurre le emissioni del settore dei trasporti marittimi oppure quelle provenienti da fonti industriali e domestiche (impianti di riscaldamento).
Ma insistono anche sulla necessità di azioni nel campo dell'agricoltura che, a loro parere, rappresenta «una delle principali fonti di inquinamento atmosferico». <b>Le attività agricole</b>, infatti, «contribuiscono notevolmente alle emissioni di ammoniaca» e, notando come il settore sia sottoposto a scarsi obblighi in materia di riduzione delle emissioni, invitano la Commissione a formulare con urgenza delle proposte in questa direzione. In proposito, chiedono all'Esecutivo di subordinare le sovvenzioni della PAC «al rispetto di criteri rigorosi per le azioni di lotta alle emissioni di ammoniaca». D'altra parte, accogliendo un emendamento avanzato dal PPE/DE, il Parlamento si dice consapevole del fatto che il livello perseguito dalla strategia per l'ammoniaca nel settore agricolo sia «relativamente ambizioso». Pertanto, chiede alla Commissione di tenere pienamente conto, nella revisione della PAC, dei problemi di acidificazione causati dall'ammoniaca e, quindi, di perseguire un livello più esigente.
Gli Stati membri sono poi sollecitati a contrastare l'inquinamento atmosferico causato dall'agricoltura intensiva, dall'uso di fertilizzanti e dagli impianti per il riscaldamento delle serre, e a utilizzare le sovvenzioni agricole per risolvere il problema dell'ammoniaca. Mentre la Commissione dovrebbe includere l'agricoltura intensiva nella direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (direttiva IPPC), andrebbero anche rafforzate le misure destinate a favorire lo sviluppo dell'<b>agricoltura biologica</b> e dell'agricoltura integrata nel contesto della politica di sviluppo agricolo.
Pur appoggiando la <b>Strategia Tematica per l'Ambiente Urbano</b> (STAU) proposta dalla Commissione il Parlamento la ritiene insufficiente a realizzare gli obiettivi stabiliti dal Sesto programma d'azione comunitario per l'ambiente (6° PAA). Deplora, inoltre, che la Commissione non proponga misure vincolanti che consentano di raggiungere gli obiettivi fissati dal Programma d'azione e che non cerchi di rendere la politica europea più equilibrata tra le zone rurali e le zone urbane, nonché tra le città principali e quelle periferiche. D'altra parte, chiede alla Commissione di definire linee direttrici sull'applicazione della futura direttiva sulla qualità dell'aria e di garantire la corretta applicazione di tale legislazione.
In proposito, insiste sul fatto che la Commissione - d'intesa con le autorità nazionali - debba incitare tutti gli agglomerati superiori ai 100.000 abitanti, ad elaborare un piano di gestione urbana sostenibile (PGUS) e un piano di trasporti urbani sostenibili (PTUS). Assieme agli orientamenti della Commissione dovrebbero figurare degli <b>indicatori comuni</b> di base in linea con gli obblighi derivanti dall'attuale politica ambientale dell'UE (direttive sull'aria, il rumore, le acque e i rifiuti, politica di efficienza energetica e politica climatica), in modo da rendere possibili raffronti e operazioni di "benchmarking" tra le città europee.
Per il Parlamento, occorre poi <b>incentivare l'uso dei trasporti pubblici</b> e lo sviluppo di infrastrutture di trasporto pubblico. Sottolineando poi che l'inquinamento atmosferico è una delle principali cause dei problemi di salute nell'UE, i deputati ritengono che le autorità nazionali, regionali e locali dovrebbero rivedere i sistemi di trasporto locali e cercare soluzioni innovative per ridurre al minimo l'uso di autovetture nei centri delle città. In proposito, si dicono convinti che le <b>tasse sulla congestione del traffico</b> comportino benefici economici e ambientali e che la suddivisione in zone a fini ambientali, che scoraggia l'accesso delle autovetture più inquinanti ai centri cittadini, costituisca un forte incentivo per l'ammodernamento del parco autovetture.
Caldeggiando anche l'utilizzazione di <b>modi di trasporto e di tecnologie ecologici</b>, il Parlamento rileva l'importanza del ricorso ai biocarburanti, alle tecnologie di automobili ibride, alle biciclette, nonché ad autotreni e autobus che soddisfino le norme per autoveicoli più ecologici dell'Unione europea. Nel sollecitare inoltre la creazione di un equilibrio migliore tra trasporti individuali e collettivi nelle aree urbane, chiede agli Stati membri di compiere sforzi, d'intesa con le amministrazioni locali, per far passare almeno il 5% di passeggeri/km dall'automobile privata a metodi di trasporto interurbano sostenibili, come il trasporto pubblico e la bicicletta, entro il periodo 2002-2012. I Piani per il trasporto urbano sostenibile, inoltre, dovrebbero comprendere strumenti attraverso i quali le autorità locali possano promuovere i tipi di trasporto non motorizzati, costruendo una vasta rete di piste ciclabili e prevedendo percorsi e incroci sicuri per i pedoni.
Il Parlamento rileva poi che le autorità locali possono stimolare notevolmente l'innovazione acquisendo veicoli puliti (EEV, Euro 6 e VI) per il parco mezzi pubblici e semipubblici. Al riguardo, il Parlamento esorta la Commissione a proporre nel 2006 le future <b>norme Euro VI</b> per le autovetture private, unitamente a un'ulteriore riduzione della norma per l'NOx per le automobili e i furgoni a diesel a decorrere dal 2011 e a indicare pure in che modo evolveranno le norme Euro VII per i mezzi pesanti. Dovrebbe anche introdurre le norme Euro VI per i mezzi pesanti entro e non oltre il 2012, unitamente a norme analoghe a quelle in vigore negli Stati Uniti. I governi, invece, sono invitati a adottare le misure necessarie per <b>eliminare progressivamente i vecchi veicoli inquinanti</b> - fatta eccezione per i veicoli storici d'epoca - o, se del caso, a fornire incentivi per il loro ammodernamento.
I deputati chiedono poi alla Commissione di proporre un obiettivo relativo alla superficie di <b>spazio verde</b> per abitante per i nuovi agglomerati urbani e, al riguardo, ritengono che tale obiettivo dovrebbe essere inserito nei PGUS «al fine di impedire qualsiasi riduzione dello spazio verde nelle zone urbane che non rispondono a tale criterio». Gli Stati membri sono inoltre invitati a dare la priorità al finanziamento di progetti che limitino l'espansione su terreni non edificati e che promuovano la costruzione su terreni industriali abbandonati. Deve anche essere promosso l'impianto di alberi lungo le strade e la creazione di nuove aeree verdi. In sede di progettazione ed espansione urbanistica occorre poi destinare ampi spazi naturali liberi dal cemento.
Come misura cautelare per salvaguardare i <b>centri storici</b> e gli spazi naturali, inoltre, il Parlamento chiede che si creino anelli di protezione a basso indice di edificabilità per evitare le pressioni immobiliari. Sottolinea poi che alcuni centri storici - «pregevoli elementi del nostro patrimonio comune» - sono da anni abbandonati nelle città e, pertanto, raccomanda di disporre, a livello nazionale, regionale o locale, programmi di aiuto per promuovere un adeguato restauro di queste zone.
I deputati sollecitano la promozione di progetti cofinanziati dall'UE connessi con lo sviluppo e la modernizzazione di reti di riscaldamento urbano. Sottolineano poi la necessità di sviluppare nuovi metodi di <b>gestione idrica nelle città</b>, al fine di prevenire le improvvise inondazioni o fare fronte ai periodi di siccità. Al riguardo, chiedono la promozione di orientamenti comunitari relativi all'efficienza idrica nei nuovi edifici e alla conservazione dell'acqua nei periodi di, al fine di ridurre le perdite d'acqua e i rischi di inondazione nonché l'impermeabilità del suolo, e accrescere le riserve d'acqua. E' inoltre sottolineata l'importanza di un risanamento delle condutture d'acqua e dei sistemi di canalizzazione antiquati delle città.
Il Parlamento, infine, rileva anche l'importanza di aumentare il <b>rendimento ambientale degli edifici</b> con un design di alloggi efficienti in termini di energia (isolamento, uso di energia rinnovabile, giardini pensili, design solare passivo/attivo, alloggi a basso consumo di energia ecc.). Sostiene inoltre l'uso di fonti di energia rinnovabile ed eventualmente disponibili a livello locale nell'ambiente urbano e una progettazione di case con impianti idrici efficienti (conservazione e reimpiego dell'acqua piovana, sciacquoni razionali, lavatrici e lavastoviglie che facciano un uso efficace dell'acqua). Accogliendo un emendamento avanzato dal PSE, inoltre, propone che i fondi dell'UE siano assegnati e utilizzati dagli Stati membri «al fine di riattare edifici e quartieri».