Emergenza campana - Buonomo: la soluzione fra tre anni
Intervista al presidente di Legambiente Campania. “Nel breve periodo servono discariche”
20 October, 2006
<font size="1"><i>di Sergio Capelli</i></font>
<b>Presidente Buonuomo, qual è la situazione attuale della crisi Campana sui rifiuti?</b>
Al momento si è tornato ad una certa normalità. O per lo meno la fase acuta è stata superata a Napoli città. Probabilmente c’è ancora qualche comune della provincia che soffre, ma lentamente si sta procedendo alla raccolta e al trattamento. Gli impianti per la produzione di CDR sono tornati a funzionare. Il problema reale è che mancano gli impianti per il trattamento finale, che siano impianti di compostaggio, termovalorizzatori o gassificatori.
In questo momento la crisi non è acuta come nei giorni scorsi, ma siamo comunque lontani dalla soluzione dei problemi: servirebbero misure strutturali. L’intervento di Bertolaso sta facendo fronte alla fase acuta. Si stanno imbarcando rifiuti verso altre regioni.
Ma c’è da sottolineare come anche le regioni più vicine a noi (Puglia, Calabria, Lazio) siano in una fase di emergenza rifiuti. Siamo stati costretti a spedire più lontano i rifiuti campani: Piemonte, Emilia Romagna, Sicilia…
<b>Quindi la Regione Campania sta “esportando” i propri rifiuti. Non è la prima volta che succede…</b>
No, infatti, è già successo e le nostre ecoballe sono state mandate in Piemonte, Puglia, Calabria, Lombardia… La frazione umida è inviata a impianti di compostaggio veneti, che in questo periodo sono anch’essi in soffrenza, aggravando le nostre difficoltà.
Paradossalmente nel breve termine, finchè non avremo impianti sul territorio, proprio la differenziata, facendo lievitare la quantità dei rifiuti umidi, potrebbe aggravare la crisi
<b>Proviamo a guardare nella sfera di cristallo. Qual è una previsione realistica sulla situazione rifiuti campana?</b>
In primo luogo vorrei che fosse chiaro che non siamo al riparo da nuove fasi acute della crisi. È sufficiente che uno degli impianti di produzione CDR presenti sul territorio vada in sofferenza, e rischiamo un nuovo picco.
Nel breve periodo c’è un forte bisogno di discariche. Come dicevo prima, la Campania produce le ecoballe, ma non ha impianti di smaltimento. Quindi bisogna provvedere allo stoccaggio. Giusto per fare dei numeri: per stoccare le ecoballe campane sono necessari 4 ettari di terreno al mese. E prima di un anno non entreranno in funzione né gli impianti di compostaggio, né il termovalorizzatore di Acerra
<b>Vogliamo fare delle previsioni a lungo termine?</b>
Se per sul breve le previsioni non possono essere ottimistiche, posso pensare che, se ci sarà collaborazione da parte di tutti gli enti coinvolti, e si remerà tutti nella stessa direzione, fra tre anni si potrà superare la crisi.
Certo, serviranno gli impianti di smaltimento, ma soprattutto bisognerà raggiungere una percentuale di raccolta differenziata del 35/40% generalizzata su tutto il territorio