Auto vecchie: stop in sei città
Divieti a Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì e Savigliano - da La Stampa (Cuneo) del 24.10.2006
25 October, 2006
<b>Regione rivede il provvedimento scattera’ il 15 gennaio, Dal lunedì al venerdì cinque ore al giorno
Alberto Prieri</b>
Dall’anno prossimo non si torna più indietro: la precedente versione della delibera regionale fissava al 31 marzo 2007 la fine del divieto alla circolazione per le auto benzina non Euro 1 (immatricolate prima del ’93) e diesel non Euro 2 (immatricolate prima del ’96). Nella riunione di ieri la Giunta regionale ha cancellato questa data: dal 15 gennaio le vecchie auto private non potranno più circolare almeno 5 ore da lunedì a venerdì, mentre i mezzi aziendali si dovranno fermare 3 ore. Per sempre, o almeno «fino a quando - secondo Mercedes Bresso, presidente della Regione - le emissioni inquinanti non saranno rientrate nei parametri fissati dall’Unione Europea».
«Chi vive nelle aree più inquinate ha un’aspettativa di vita inferiore di tre anni - aggiunge la Mercedes Bresso - il divieto dovrà essere osservato da tutti i comuni al di sopra dei 20 mila abitanti».
E’ la seconda grossa novità. I centri cuneesi interessati dal provvedimento così diventano sei: Alba, Bra, Cuneo, Fossano, Mondovì e Savigliano. Quest’ultimo prende il posto di Borgo San Dalmazzo, che con i suoi 11 mila abitanti viene escluso dal divieto. Non ci saranno più limitazioni anche a Lesegno, Robilante e San Michele Mondovì, i tre comuni più piccoli che in un primo momento erano stati giudicati troppo inquinati.
«Stando agli ultimi rilievi la nostra città ha un livello di smog inferiore ai limiti di legge - commenta Claudio Cussa, assessore all’Ambiente di Savigliano - in ogni caso cambia poco, importante sarà concordare insieme con gli altri Comuni e con la Provincia gli orari di blocco».
Ecco il punto: la Regione ha fissato i periodi di stop, senza però indicare se debbano essere osservati nella fascia mattutina, pomeridiana o serale. «Fermeremo le auto da mezzanotte alle 5 del mattino - dice Umberto Fino, assessore provinciale all’Ambiente -. E’ una provocazione, ma sicuramente applicheremo i parametri minimi, lasciando ai sindaci la massima discrezionalità nell’interpretazione del provvedimento». Sulla stessa linea Sebastiano Dutto, presidente Confartigianato: «I veicoli aziendali si potrebbero fermare dall’una alle 4 di notte: anche in questo caso, però, gli artigiani chiamati a intervenire presso gli ospedali o in altri casi di emergenza potrebbero trovarsi impossibilitati a lavorare».
Secondo i dati Aci, i mezzi bloccati saranno almeno 75 mila (57 mila benzina, 18 mila diesel). «Sarà praticamente impossibile far conoscere a tutti dove e come sarà applicato il divieto - commenta Brunello Olivero, presidente dell’Aci Cuneo - chi arriverà al confine del comune di Cuneo dovrà lasciare l’auto e prendere la bici?». A quanto pare no, perché nella nuova formulazione, la delibera regionale prevede «la limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti almeno nell’intero centro abitato».
«E' un provvedimento sbagliato dall’origine e tutti gli attuali interventi non fanno che mettere delle pezze - polemizza Antonio Antoniotti, presidente dell’Unione Industriale di Cuneo - la Regione si renda conto che queste decisioni devono essere prese secondo la logica della concertazione e non improvvisati dall'oggi al domani».
Anche l’aumento del bonus rottamazione da 600 a 1.000 euro non soddisfa. «E’ riservato a chi ha un reddito inferiore ai 15 mila euro: chi guadagna così poco non può certo permettersi di cambiare auto - ribadisce il consigliere regionale Francesco Toselli (Fi) - la Giunta Bresso deve ritirare definitivamente il provvedimento: ormai questo piano di mobilità assomiglia a uno scolapasta, pieno di buchi che confondono i cittadini».
«E’ una vittoria del fronte del no - commenta il deputato Enrico Costa (Fi) -, ora ci sarà tempo per adeguarsi ma il provvedimento resta inutile». Giancarlo Boselli, consigliere provinciale Ds, ha chiesto la convocazione di un Consiglio specifico su questo tema, così come ha fatto a Mondovì il vicesindaco Luciano Mondino.