Se un´auto di sette anni diventa un catorcio - da la Repubblica del 3.1.2007
E poi in centro non abitano solo i ricchi: ci sono anziani e stranieri cui la macchina serve. I residenti esclusi da qualsiasi esenzione a differenza di decrepiti pullman sparafumo
03 January, 2007
<b>Maurizio Crosetti</b>
Cari amministratori pubblici: e se uno non può permettersi un´auto nuova? Se non ci riesce neppure con gli incentivi di Fiorello? Se un pensionato, un operaio, un impiegato, una maestra devono andare in città non con uno scassone di vent´anni o con una turpe caffettiera semovente del secolo scorso, ma con la loro brava vetturetta che ogni due anni passa (a pagamento, ci mancherebbe) regolare collaudo e/o revisione e/o bollino blu, quella vetturetta ora la useranno solo per andare al cinema, però al secondo spettacolo? Tra bollo, assicurazioni, spese varie di mantenimento, parcheggi (ottima idea costruirne ancora, sotto terra: ma per metterci cosa?), adesso avranno la bella soddisfazione di mantenere pure un oggetto inutile. E se non possono cambiarlo, affari loro.
Addirittura sconcertante il ragionamento dell´assessore De Ruggiero sui residenti, esclusi da qualunque eccezione quando non sarà più valido il loro permesso di circolazione (non così i terribili furgoni frigoriferi o i decrepiti pullman sparafumo, anche se qui si sta rimodernando il parco circolante con la cadenza obbligata dai costi elevatissimi): vivere in centro comporta dei privilegi, come potersi bere il famoso aperitivo senza scomodare l´auto, dunque si dovrà pur pagare un prezzo. Ma questo signore ha mai dato un´occhiata all´interno degli abitacoli, guardando le persone reali che viaggiano lì dentro? Crede che alle sette e mezza di mattina stiano andando a farsi un margarita oppure a lavorare? E poi, in centro mica abitano solo i ricchi, anzi. C´è un sacco di gente, anche stranieri, anche anziani, a cui la macchina serve sul serio. In compenso, non si parla abbastanza dei veicoli commerciali e del loro fortissimo impatto sull´ambiente: capita di vedere circolare autoarticolati in pieno centro, ma anche i normali furgoni che riforniscono negozi e supermercati: inquineranno più loro o la "vecchia" Punto del nonno, classe 1999 (la Punto, non il nonno)?
È davvero prodigiosa, dal governo agli enti locali, questa capacità di pensare provvedimenti "di sinistra" che in realtà vanno a colpire proprio le categorie sociali più deboli, o comunque intermedie, quelle che stanno in equilibrio sull´euro fino alla fine del mese per far quadrare i conti (chi ha i soldi, l´euro quattro già la possiede). Con la scusa "di sinistra" dell´ambiente, nobile argomento tirato per la giacca con scopi non poco strumentali, si obbligano un mucchio di torinesi a cambiare auto, dunque a consumare, compresi quelli che non ne avrebbero proprio bisogno. E allora, anche se è un po´ stucchevole dover ricorrere sempre a queste due categorie, destra e sinistra, non sarebbe forse di sinistra far durare di più le cose che si possiedono senza doverle rottamare, mantenendole in buono stato a norma di legge (nel caso di un´auto, rispettando emissioni di fumi e revisioni periodiche)? E al contrario non è forse di destra, una destra peraltro sciocca e sprecona (mica sarà tutta così) dover rottamare un´auto di sette anni di età, in perfette condizioni o quasi? Spiace dirlo, ma forse ci stiamo avvicinando a una specie di consumismo indotto da chi gestisce la cosa pubblica, non senza incentivi. Resta la possibilità di caricarsi di debiti per comprare, finalmente e per forza, una bella macchina nuova: rate e cambiali, quelle sì, sono sempre state di sinistra.