“Cittadini tutti uguali” - da La Stampa del 17.01.07
La rivolta. Si stava meglio quando si stava peggio
18 January, 2007
<b>Alessandro Mondo</b>
«Ridateci le targhe alterne». Non lo dicono proprio in questi termini ma da qualche giorno aumenta il numero di quanti - condannati alla lotteria degli «Euro» - si domandano se non si stava meglio quando si stava peggio.
Sarà paradossale, però è così. I nuovi divieti non hanno ancora inciso in misura significativa sulle polveri. In compenso, sono riusciti nell’impresa di far affiorare una velata nostalgia per lo spauracchio degli inverni passati. Le targhe alterne, appunto: detestate, contestate e derise da tutti quelli che ancora non sapevano cosa li aspettava. Nell’universo mutevole delle misure anti-smog, dove la memoria è corta e i rovesciamenti di scena sono la regola, capita che il bersaglio di ieri diventi il rimpianto di oggi. Da misura inaccettabile, qual era considerata la circolazione alternata, a divieto equo e solidale da contrapporre a quelli in vigore. Altrettanto inutili e impopolari, ma - come li ha bollati An - «classisti e discriminatori».
Possibile? In Provincia, dove è stato presentato il «ticket-transport» per incentivare i dipendenti all’uso dei mezzi pubblici, ieri c’era chi leggeva con un sorriso divertito i primi riconoscimenti postumi alle vecchie e vituperate targhe alterne. «Di certo non si può puntare solo sulle limitazioni del traffico - è stato il commento di Saitta, interpellato sulle misure in vigore -. Noi vogliamo guardare avanti». «La fase due è passare dai divieti alle misure strutturali», ha rilanciato l’assessore Piras (Qualità dell’Aria). Come il ticket-transport: «Questa volta il cittadino non subisce più, diventa protagonista».
Ma se la Provincia sembra proiettata sulle «misure strutturali» c’è chi, divieto per divieto, quasi quai preferiva le targhe alterne. L’ex-assessore all’Ambiente Dario Ortolano, che di quel provvedimento è stato il «papà», non ha dubbi: «Intanto non erano così inutili. Se ne sarebbe accorto anche Chiamparino se solo avesse avuto la pazienza di leggere i dati che gli inviavo regolarmente... Di certo erano più eque dei divieti attuali, si redistribuiva l’onere su tutti i cittadini. Infatti una grande città come Roma continua a riproporle».
Se pensate che il punto di vista di Ortolano sia prevedibile, sentite cosa ne pensano i commercianti. Maria Luisa Coppa, Ascom: «Le limitazioni al traffico sono inutili ma è vero, le targhe alterne implicavano minori disagi». Giuseppe Bagnolesi, Confesercenti: «Ci pensavo proprio ieri. Se non altro quel divieto colpiva tutti, in maniera trasversale, senza obbligare la gente a rottamare veicoli seminuovi». Carlo Nebiolo, Epat: «Non servivano a nulla ed erano altrettanto odiose. Di certo erano più eque».
Persino chi, come Agostino Ghiglia, An, sparava a giorni alterni contro le targhe alterne, rende loro l’onore delle armi: «Misura vessatoria, ma almeno non divideva i torinesi in cittadini di serie A e di serie B». Musica per le orecchie di Ortolano e di Piras, che ogni inverno hanno fronteggiato la levata di scudi contro le targhe alterne. Chi non ci sta è Silvio Viale, Rosa nel Pugno: «Le targhe alterne erano “eque” solo per le famiglie che potevano usare due o tre auto a rotazione. E’ già cominciato il processo di rimozione, mi vengono in mente quelli che dicono: “Si stava meglio quando c’era il Duce...”». Ne riparliamo fra sessant’anni.