Si è tenuto a Torino il Salone dello sviluppo locale
C'era anche qualcosa di ambientale??
15 December, 2003
Nico de Leonardis Si e’ tenuto a Torino il primo salone dello sviluppo locale. Organizzato dalla Provincia di Torino e dal Formez e’ stata un’occasione di confronto tra tutti gli operatori economici e sociali sul tema dello sviluppo endogeno. I lavori sono inziati sotto la “benedizione” del Premio Nobel per l'economia 1998 Amartya Sen, insigne studioso dei temi dello sviluppo. “La globalizzazione- ha affermato nella sua prolusione - contrariamente a quanto pensano i suoi detrattori, e' un grande strumento a favore della prosperità' locale, e' in grado di arricchire Paesi e regioni. Senza un corretto processo di globalizzazione il mondo sarebbe ridotto al separatismo e all'autarchia”. Per rendere ancora più’ esplicite le sue affermazioni, il Nobel ha usato la metafora del ranocchio chiuso nel suo pozzo nell’acqua salmastra. Il ranocchio rappresenta il contesto locale che si chiude nel suo territorio senza voler saltare al di fuori, senza aprirsi a nuove prospettive e nuove visioni globali. Una metafora ripresa da molti intervenuti lì al salone. Le sessioni di lavoro hanno però solo sfiorato i temi dello sviluppo sostenibile incentrandosi soprattutto su un bilancio dei vari strumenti di programmazione negoziata e di pianificazione strategica. Un bilancio positivo solo in parte, a detta di studiosi e addetti ai lavori. Infatti i dati sul numero di nuovi occupati all’interno di patti territoriali, contratti d’area e simili e’ esiguo rispetto alle risorse pubbliche ed europee stanziate. Resta da salvare il capitale sociale della concertazione che ha insegnato a tutti un nuovo modo di lavorare sul territorio. Dispiace però che gli interlocutori coinvolti in certi processi siano i cosiddetti stakeholder forti e “istituzionali” e che su tali temi vengano esclusi soggetti sociali che possono ampliare lo spettro delle visioni future e delle rappresentazioni della realtà locale. Nella due giorni di lavoro si sono sottaciute anche alcune pratiche positive avviate da alcuni soggetti e conosciute dai lettori di Ecodallecittà: i protocolli di sostenibilità firmati dai Patti territoriali della Provincia di Torino, gli esperimenti di contabilità e certificazione ambientale su alcuni distretti industriali, la pianificazione strategica attuata con la Agenda 21 Locale dalle autorità locali del Regno Unito, la pianificazione energetica dei Patti territoriali. Solo qualche studioso – Dematteis - e qualche interlocutore accorto come la Coldiretti hanno messo al centro della loro riflessioni il tema del territorio e della autosostenibilità. Insomma – parafrasando Sen – l’impressione e’ che i ranocchi chiusi nel pozzo siano ancora tanti senza voglia di fare quel salto culturale ormai necessario vista la poca acqua salmastra disponibile. Link www.salonesviluppolocale.it www.sviluppolocale.formez.it www.provincia.torino.it