Shoppers biodegradabili
Si è tenuto a Roma il convegno organizzato da Polieco. Fra i partecipanti il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci
06 March, 2007
Produttori, agricoltori, ricerca e Governo tutti in completa sintonia nel proposito di voler affrontare uniti la sfida del 2010, anno della scomparsa degli shoppers in polietilene in favore di nuove buste realizzate con materiali biodegrabili.
Questo, in sostanza il positivo bilancio del convegno organizzato oggi a Roma da <b>PolieCo</b>, (Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti di beni in polietilene) insieme a <b>Coldiretti, Symbola e Novamont</b>.
“Ci sono in questa situazione interessi e possibili convergenze - ha dichiarato il Presidente di PolieCo <b>Enrico Bobbio</b> in apertura dei lavori - e questo perché sicuramente lo shopper contribuisce ad aprire a strada verso nuove soluzioni, rappresentate dalle bioplastiche, che possono essere prodotte interamente in Italia, senza dover ricorrere all’importazione di petrolio dall’estero”.
In effetti - secondo il <b>PolieCo</b> - la graduale dismissione delle buste in polietilene è la conseguenza di una legge comunitaria che il nostro Paese deve necessariamente recepire, tuttavia questa nuova dinamica deve considerarsi come una formidabile occasione per il comparto produttivo nazionale per adeguarsi alle nuove esigenze normative, ponendosi all’avanguardia in Europa e implementando, perché no, il proprio mercato.
Il Presidente <b>Bobbio</b> ha anticipato che i quantitativi di <b>polietilene riciclato nell’anno 2006 superano le 300.000 tonnellate</b>, specificando, però, che i dati finali saranno disponibili solo dopo il 15 aprile, data della scadenza della dichiarazione annuale (MUD) dei propri riciclatori.
Dello stesso avviso anche <b>Ermete Realacci</b> (Presidente Symbola e Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati), che ha evidenziato come la dinamicità della piccola e media impresa italiana sia ancora oggi, in tempi di globalizzazione, estremamente viva e vitale.
“In Italia, molti settori - ha detto - ce l’hanno fatta da soli: un esempio per tutti è il comparto vinicolo”.
E questo dimostra come l’intero sistema produttivo abbia in sé le risorse per affrontare nuove sfide. Anche per i produttori di shoppers esiste quindi la possibilità di contribuire a creare un circolo virtuoso che, lungi dal penalizzarli, ne aumenti invece efficienza e competitività. Non è più tempo, infatti, di sottovalutare i problemi legati all’ambiente che Realacci ha definito “inaggirabili”. Ne è prova anche il fatto che i grandi gruppi multinazionali, come General Electric, siedano oggi negli Stati Uniti ai panel dove si decidono le nuove politiche ambientali anziché fare lobbying per paralizzarle.
Anche per il Segretario Generale di Coldiretti <b>Franco Pasquali</b> “il tema è globale così come il consumo è globale”.
Per l’Italia il rispetto della scadenza del 2010 è un’opportunità da cogliere di investire in ricerca e innovazione sostenibile. E, in questo processo, il consumatore è un attore sempre più forte perché sempre più sensibile alle tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile. Questo, in prospettiva, sarà secondo Coldiretti un elemento di forza che andrà pure ad incidere sulla dinamica dei prezzi: si avrà infatti maggiore tolleranza per il possibile aumento dei costi se viene percepita l’importanza etica di sopportare un piccolo sacrificio per una buona causa. “Il tema - ha concluso Pasquali - si sposa con
i grandi consensi”.
Da Novamont, rappresentata da <b>Andrea Di Stefano</b> (Direttore Relazioni Istituzionali Novamont Spa), viene invece l’esperienza di un’azienda italiana nata dentro Montedison che ha capitalizzato esperienze di filiera chimica con l’agroindustria. La Società - che ogni anno investe una considerevole fetta del proprio fatturato annuale (pari a circa 41 milioni di euro) in ricerca e sviluppo, considerato un asse strategico - sta lavorando allo sviluppo di una filiera integrata di prodotti ambientalmente compatibili. “Non si tratta - ha osservato Di Stefano - di una sostituzione 1 ad 1, ma di una sostituzione di sistema. Va quindi cambiato il modo in cui ci si muove nel mercato in un ottica più ampia”.
Secondo <b>Fabio Renzi</b> (Segretario generale Symbola) il nuovo Made in Italy che si confronta con sfide globali non è solo quello dei settori di eccellenza (come la moda). Va dato spazio a settori che si mettono in moto andando verso i consumatori e sfidando la concorrenza, come quello dei materiali ecocompatibili.
“Si delineano oggi - ha rilevato Renzi - i contorni di un progetto industriale che permette di dare al nostro Paese un ruolo di protagonista nel transito da una soluzione all’altra”.
Al convegno è seguito un tavolo tecnico a porte chiuse, presieduto da PolieCo, con produttori e riciclatori.