Cos'è il comfort? Scheda e link
Il comfort può essere definito come la sensazione di completo benessere fisico e mentale
01 July, 2003
a cura di Marco Cigolotti Il comfort può essere definito come la sensazione di completo benessere fisico e mentale. Non è possibile creare una situazione che soddisfi pienamente tutte le persone, in quanto esistono comunque differenze biologiche, fisiche ed emotive. Si ricerca quindi un comfort termico ottimale, cioè le condizioni per le quali la maggior parte delle persone si trovi a proprio agio. I fattori che condizionano e determinano il comfort ambientale sono la temperatura dell'aria, l'umidità, la temperatura radiante delle pareti degli ambienti, la velocità dell'aria, il tipo di abbigliamento e l'attività svolta. Non esiste una combinazione unica dei suddetti fattori, la condizione ottimale è variabile secondo certi criteri. Generalmente il problema è semplificato parlando di comfort termoigrometrico, ovvero dipendente principalmente da umidità e temperatura (misurata, però, "a bulbo secco"). Diversi studi e diverse normative hanno affrontato il problema, partendo dal punto di vista fisico: il benessere può essere affrontato come un bilancio tra gli scambi termici del corpo umano. Per principio, il benessere termoigrometrico per l’essere umano viene raggiunto quando il calore prodotto dal corpo viene rimosso nella medesima quantità in cui si produce. L’individuo viene quindi a trovarsi in equilibrio termico con l’ambiente e una rimozione diversa di calore provoca sensazioni di freddo o di caldo. Le norme standard che definiscono il benessere delle persone all’interno degli ambienti di tipo civile e industriale tengono conto di condizioni termicamente accettate dall’80% degli esseri umani e considerano parametri relativi alla persona e all’ambiente. Sono stati così costruiti dei diagrammi specifici che ricavano la temperatura ideale nel luogo considerato in funzione dell’attività svolta e dell’abito indossato. Come si è detto, il benessere è anche una questione emotiva e biologica. All'inizio del Novecento, coi primi impianti di condizionamento, si considerava di comfort una condizione tra i 24 e i 25 gradi, con una umidità del 70%. Col passare del tempo so arrivò a 25 °C e 50% di umidità, mentre ora negli Stati Uniti è diffusa la prassi di tenere gli ambienti a temperature al di sotto dei 20 °C. Ritornando un momento alla versione "complessa" del benessere, si scopre che un locale con le pareti "calde" induce una sensazione di benessere già a una temperatura di 18° C; viceversa in un locale con le pareti "fredde" si sente il bisogno di coprirsi anche a 20° C. Se poi stiamo lavorando seduti alla scrivania o stiamo sollevando sacchi da 50 chili la nostra attività metabolica influirà sulla nostra sensazione di benessere. E varia ancora, se ci troviamo con pantaloncini corti o in una "tenuta da lavoro leggera"... Al termine di tutto questo discorso rimane una domanda: ma allora quando stiamo bene? Secondo gli standard ANSI-ASHRAE, un testo di riferimento, possiamo dedurre che la maggior parte dele persone in abbigliamento tipico estivo si ritengono soddisfatti tra i 23° e i 27°, con una umidità tra i 60° e i 30°. COMFORT TERMOIGROMETRICO—TEORIA DI FANGER: http://pcangelo.eng.unipr.it/DispenseArch00/ternelli132538/ternelli132538.htm LISTA NORMATIVE SU COMFORT E QUALITA' DELL'ARIA: http://www.giordano.it/fqc/normterm/n2.htm#7