Ecosistema scuola 2007
Presentato il rapporto di Legambiente. E’ Prato la città italiana con le scuole migliori dal punto di vista della sicurezza degli immobili e della qualità dei servizi offerti agli studenti
23 March, 2007
E’ <b>Prato</b> la città italiana con le scuole migliori dal punto di vista della sicurezza degli immobili e della qualità dei servizi offerti agli studenti. Nella classifica che mette in fila i 103 capoluoghi di provincia, raggiungono l’eccellenza anche <b>Asti, Parma, Bergamo, Biella, Forlì, Livorno, Macerata e Siena</b>. Un exploit dei Comuni del nord e del centro, anche se, tra i Comuni del sud, si piazza bene <b>Vibo Valentia (15ma)</b> e nella prima metà della classifica trovano posto anche <b>Cosenza e Caltanissetta</b>, rispettivamente al 31° e al 41° posto.
Tra le grandi città, <b>Milano</b> – che lo scorso anno non aveva inviato i dati - conquista l’11° posto, seguita da <b>Roma</b> al 16° e da <b>Torino</b> al 36°. Palermo è solo 72ma, mentre Piacenza consegna al centro-nord l’ultimo posto. Napoli, Venezia e Bologna ottengono la bocciatura per non aver inviato alcun dato.
E’ questo in sintesi il quadro tracciato da <b>“Ecosistema Scuola 2007”</b>, il rapporto annuale di Legambiente sull’edilizia e sui servizi scolastici nel nostro Paese, presentato oggi in conferenza stampa a Roma da Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni e da Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Legambiente Scuola e Formazione.
In generale il patrimonio immobiliare delle scuole italiane è vecchio: il 54% degli edifici è stato costruito prima del 1974 (anno in cui la legge ha definito i criteri di edilizia antisismica), oltre 1/3 ha urgente bisogno di interventi di manutenzione straordinaria, il 66% non ha il certificato di prevenzione incendi, mentre il 38% non possiede quello di agibilità statica. Il che significa che più del 50% delle scuole è esposto a rischi. Dato aggravato dal fatto che negli ultimi anni non si registrano significativi cambiamenti in merito all’esposizione delle scuole a fonti di inquinamento, sia provocate dal contesto ambientale, che interne, come l’amianto.
E’ pur vero che si registra qualche timido segnale di rinnovata attenzione. “Lo stanziamento in finanziaria di 250 milioni di euro per il prossimo triennio è una novità importante. Come pure il “patto di sicurezza” previsto tra Stato, Regioni ed Enti locali che dovrebbe garantire la migliore destinazione di questi fondi per il risanamento del patrimonio edilizio scolastico del nostro Paese - dice Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -. Con il piano messo a punto dal Ministero delle Attività Produttive, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, d’ora in poi anche le scuole avranno incentivi e sgravi fiscali per l’installazione di impianti fotovoltaici. Occorre un maggiore impegno perché non siano più luoghi di spreco, ma funzionino da esempio e modello per tutto il territorio”.
L’analisi di Legambiente prende in esame una serie di parametri per definire la qualità dell’ambiente scolastico, con un occhio particolarmente attento ai sistemi di sicurezza.
Sul <b>fronte sanitario</b>, esistono ancora scuole con costruzioni in amianto, anche se la situazione dall’inizio degli anni novanta - quando ne è stata provata la pericolosità ed è stato messo al bando - è maggiormente sotto controllo. L’indagine rileva però un pericoloso calo di attenzione al problema, almeno per quanto riguarda le scuole dell’obbligo. Non esiste invece alcuna normativa per misurare la presenza di radon, gas radioattivo cancerogeno per l’uomo. Circa <b>il 10% degli edifici si trova a meno di un chilometro da aree industriali o da antenne radiotelevisive, il 6% da elettrodotti ad alta tensione</b>.
Oggi la percentuale di scuole che utilizza energia da <b>fonti rinnovabili</b> è ferma al 4%, con la pregevole eccezione dei comuni dell’Emilia Romagna, Modena (35%) e Forlì (25%). Più incoraggiante è il dato sul risparmio: oltre il 46% utilizza fonti d’illuminazione a basso consumo, in particolare a Milano, Palermo e Verona. Inoltre migliora da nord a sud la raccolta differenziata dei rifiuti, non più solo carta (il 61% delle scuole), plastica (41%), alluminio (27%) e vetro (37%), ma sempre più spesso anche pile (41%), toner (29%) e scarti organici (38%).
“Il nostro rapporto evidenzia una situazione di estrema criticità per buona parte delle scuole italiane, ma propone anche sette possibili azioni per trasformare le strutture in realtà davvero ecocompatibili – spiega Vittorio Cogliati Dezza, responsabile nazionale Scuola e Formazione di Legambiente -. Naturalmente quello dell’energia è un discorso prioritario, vista la staticità della situazione, ma è altrettanto importante il rispetto delle norme della 626 in materia di sicurezza, così come la salubrità e la qualità ambientale, il buon utilizzo delle risorse, come il risparmio e il riuso di materiali”.
La questione degli edifici in affitto riguarda solo il 6% del totale, mentre il 38% delle scuole ha a disposizione dei ragazzi un servizio di scuolabus e il 77% è dotato di aree verdi interne.
Ma torniamo alla classifica. Prato vince per il secondo anno consecutivo grazie a un buon livello di raccolta differenziata dei rifiuti e alla cura e manutenzione degli immobili, la maggior parte delle scuole ha certificati di agibilità statica ed è a norma dal punto di vista igienico-sanitario e degli impianti elettrici. Significativo è l’impegno sul fronte del risparmio energetico, in alcuni casi sono stati installati pannelli solari e si recupera l’acqua piovana per l’impianto antincendio. Asti si piazza al secondo posto per il cibo biologico servito nelle mense, per la dotazione di verde degli edifici e per l’eccellente raccolta differenziata. A Parma tutte le scuole hanno il servizio scuolabus e un giardino in cui fare attività sportiva all’aperto. Gli impianti elettrici sono a norma nel 94% degli edifici, i pasti per i ragazzi sono rigorosamente bio e si utilizza illuminazione a basso consumo. Bergamo ha bonificato cinque scuole in cui si trovavano manufatti in amianto e in alcuni è stata misurata la presenza di radon. Il 77% degli edifici dispone di certificazione di agibilità statica e prevenzione incendi con porte antipanico e scale d’emergenza.
A Biella i ragazzi mangiano cibi parzialmente biologici, tutti gli edifici hanno aree verdi di pertinenza, si utilizzano impianti di illuminazione a basso consumo e si differenziano i rifiuti. In sei scuole è stata certificata la presenza di amianto e si è provveduto alla bonifica.
Per affrontare positivamente la sfida energetica e la lotta ai cambiamenti climatici anche in classe, Legambiente ha individuato “7 azioni in cui investire per potersi definire a tutti gli effetti una scuola eco-sostenibile.
<b>1. Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili</b> - installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda, di impianti fotovoltaici per la produzione di energia e acquisto, per il fabbisogno rimanente, di energia certificata proveniente da fonti pulite.
<b>2. Efficienza energetica </b>– utilizzo di caldaie a condensazione o centrali di microgenerazione, valvole termostatiche sui termosifoni per regolare il riscaldamento, isolamento termico degli infissi, sostituzione delle lampadine a incandescenza con quelle fluorescenti compatte che danno un risparmio dell’80%.
<b>3. Risparmio di risorse</b> – raccolta differenziata dei rifiuti, uso di materiali riciclati per le attività scolastiche, riduttori di flusso ai rubinetti e scarico differenziato nei wc, recupero delle acque piovane.
<b>4. Impianti e materiali</b> – uso di materiali isolanti termici e acustici, esclusione dei prodotti per l’edilizia contenenti sostanze nocive, attenzione alla salubrità dell’aria attraverso la realizzazione di tetti ventilati, vespai areati e drenaggi.
<b>5. Sicurezza</b> – adempimento delle norme previste dalla legge 626, acquisizione della certificazione di agibilità statica e di quella igenico-sanitaria.
<b>6. Salubrità e qualità ambientale</b> – cura dell’arredamento degli interni con attenzione ai criteri della bioarchitettura, monitoraggio della qualità dell’aria, eliminazione dell’amianto e messa in sicurezza, realizzazione o ampliamento delle aree verdi di pertinenza dell’edificio, diffusione di cibi biologici, lontananza da sorgenti d’inquinamento.
<b>7. Organizzazione</b> – individuazione della figura dell’energy manager, organizzazione di reti di scuole per realizzare al meglio le azioni necessarie, coinvolgimento di studenti e famiglie per diffondere comportamenti virtuosi dentro e fuori dalla scuola, uso delle strutture per attività extrascolastiche.