I velocipedi centrano Milano :-)
Comunicato di Ciclobby
13 October, 2003
Le previsioni sono state confermate: il numero dei ciclisti milanesi, almeno in centro, è aumentato del 16,8% in un anno. Nell'arco di 12 ore transitano 25.500 biciclette (l'anno scorso 21.800), in entrata ed in uscita dalla cerchia dei Navigli. I dati positivi dimostrano che è necessaria una svolta nella politica comunale dei trasporti, la quale deve riservare alla mobilità ciclistica una crescente attenzione. La quota di ciclisti che si recano in centro al mattino (principalmente per andare al lavoro), osservando i dati relativi alle prime due ore di conteggio - dalle 7.30 alle 9.30 - comincia a diventare significativa: in un anno è cresciuta del 20,7%. Va rilevato, poi, che cresce molto anche il numero di coloro che entrano in centro solo per attraversarlo da una parte all'altra e non per terminare il percorso. L'attraversamento è reso più agevole anche dall'asse ciclopedonale compreso tra largo Cairoli e piazza San Babila, che si conferma, insieme a corso Venezia, la strada più trafficata di Milano dai ciclisti. D'altra parte cosa c'è di meglio che pedalare sotto la torre del Filerete del Castello Sforzesco, attraversare lo storico quartiere finanziario e commerciale, di piazza Cordusio e via Mercanti, passare accanto alla Madonnina e ritrovarsi in una delle strade (corso Vittorio Emanuele II) commercialmente più vivaci di Milano? È interessante notare che anche le via più trafficate dalle auto (corso Venezia), alcuni tratti contromano (via Brera, via Sant'Andrea), alcune strade con le pavimentazioni in pessime condizioni (Foro Buonaparte, via Battisti, via Correnti), sono state interessate dall'aumento dei ciclisti. D'altra parte, nonostante i rischi a cui il ciclista va incontro, non ci sono alternative. E la bicicletta, che è un mezzo efficiente, viene scelta proprio per le garanzie che offre in termini di tempi di percorrenza, esercizio fisico e piacevolezza. Il ciclista, infatti, non è un ciclomane, un amante della bici, ma un cittadino che ha fatto coscienziosamente una scelta dettata dai vantaggi del mezzo a due ruote. I motivi dell'aumento dei ciclisti sono molteplici, ma si ritiene che a monte di tutte le ragioni vi sia una crescente presa di coscienza sull'insostenibilità dell'attuale sistema di trasporti e che, a fronte di tale situazione, emergano risposte individuali che trovano, nella diffusione della bicicletta, una delle valide soluzioni. I fattori determinanti quindi sono: · i blocchi della circolazione nelle aree omogenee e l'esperimento di una settimana a targhe alterne durante l'inverno 2003, hanno consentito a molti cittadini, dando loro il tempo di verificare i vantaggi, di rivalutare mezzi di trasporto alternativi all'automobile come la bicicletta · l'estensione e il rafforzamento della politica comunale della sosta a pagamento ha contribuito a ridurre il numero di auto in ingresso nel centro, a favore del mezzo pubblico, biciclette, moto e scooter. · la sostanziale persistenza di condizioni di bel tempo per tutto l'inverno e la primavera, che hanno invogliato l'uso delle due ruote. · la rilevante attenzione dedicata dai media all'uso della bici, alle iniziative connesse ed alle problematiche relative alle pavimentazioni in cattive condizioni, alla mancanza di appositi parcheggi, ai furti, alla sicurezza stradale e quindi agli incidenti. Sull'attenzione dei media hanno influito anche le numerose iniziative promosse dalle associazioni. · l'effetto di coinvolgimento prodotto dalla visibilità dei ciclisti di Critical Mass, che circolano per le strade di Milano tutti i giovedì sera dal febbraio 2002. La continuità di queste "coincidenze ciclistiche organizzate" e lo spazio ad esse dedicato (quasi sempre favorevolmente) sulla stampa possono aver prodotto fenomeni di imitazione positiva favorevoli all'uso della bici. · isolati casi di miglioramento dell'offerta di parcheggio per le biciclette · alcuni provvedimenti di limitazione della circolazione automobilistica, come le zone a traffico limitato I milanesi che usano la bici in città sono quindi in aumento - non solo e non tanto per la scelta ideale di voler contribuire a migliorare traffico e ambiente urbano - quanto e soprattutto perché hanno capito che conviene: arrivano prima e in tempi certi; insomma con la bici hanno la meglio sul traffico cittadino. Il Comune deve ora tenere conto dell'inequivocabile domanda per una diversa e più compatibile mobilità che viene dalla cittadinanza. Sono sempre di più i cittadini milanesi che chiedono di avere garantita la libertà di scelta del mezzo di trasporto che ritengono più conveniente ed efficiente per spostarsi in città. E non vi è dubbio che, sulle brevi distanze (ma che si allungano considerevolmente se si realizza una seria integrazione modale) nel caotico traffico cittadino, la bicicletta costituisce il mezzo più efficiente. Il Comune deve dunque dare con urgenza, senza cioè attendere lontane attuazioni di future programmazioni, una risposta a questa domanda di mobilità alternativa, garantendo la sicurezza degli spostamenti in bicicletta. La bicicletta - per poter svolgere il proprio ruolo di mezzo di trasporto efficiente e competitivo - deve poter andare ovunque, come del resto già avviene attualmente, e però deve poter circolare in sicurezza. L'intera città deve dunque essere ciclabile (adatta alla bici) e di conseguenza, ovviamente nel corso del tempo, l'intero reticolo stradale della città deve essere posto in sicurezza per quanto riguarda la circolazione delle biciclette. La costruzione di piste ciclabili ed altre dotazioni infrastrutturali (sottopassi e passerelle) - necessaria in tutte quelle situazioni nelle quali si intende mantenere il limite di velocità dei veicoli a motore a 50 chilometri all'ora e oltre e sia quindi indispensabile la separazione fisica del traffico ciclistico dal restante traffico - non è pensabile che possa garantire la circolazione delle bici nell'intera città. Non è infatti ragionevole né possibile poter scalpellare piste ciclabili sull'intero reticolo delle strade milanesi, che ha uno sviluppo lineare di 1.800 chilometri e che si è costituito nel corso dei secoli. Pur proseguendo nella costruzione della rete delle piste ciclabili (per ora inesistente in quanto le piste ciclabili attuali sono in realtà spezzoni non collegati tra loro e dunque inutilizzabili), occorre adottare sollecitamente provvedimenti specifici per la sicurezza dei ciclisti quali: l' utilizzo dei marciapiedi adatti (per frequentazione da parte dei pedoni, dimensione, presenza di accessi) mediante il tracciamento di pista ciclabile contigua al marciapiede o la destinazione del marciapiede a percorso pedonale e ciclabile (art. 122, 9 c) del Regolamento del Codice della Strada); l' eccezione per le bici nelle corsie preferenziali per i bus purché di calibro superiore a metri 4 e non delimitate da cordoli verso il centro carreggiata; l' eccezione per le biciclette in un certo numero di strade a senso unico per gli altri veicoli, sia mediante il tracciamento di corsia ciclabile per la direzione contromano, sia, nelle situazioni confacenti, mediante la sola apposizione degli appositi segnali di obbligo muniti degli specifici pannelli integrativi. Occorre inoltre adottare senza ulteriori indugi e in modo diffuso la vasta gamma dei provvedimenti ricompresi nel concetto di moderazione del traffico (strade e zone residenziali, strade e zone 30, attraversamenti pedonali e ciclabili in due tempi e/o rialzati, restringimenti di carreggiata, chicane e altro ancora) in tutti gli altri casi - i quali, senza dubbio, costituiscono la quota di gran lunga prevalente del reticolo stradale urbano - per rendere compatibile il traffico ciclistico con quello motoristico. In questa prospettiva, si propone, prioritariamente, l'adozione del limite di velocità a 30 chilometri all'ora in tutti i controviali delle strade con carreggiata centrale (viali delle regioni, viale Certosa, corso Sempione, viali Zara e Testi ed altri). Ulteriori provvedimenti pro bike auspicabili possono essere: · installazione di attrezzature per il parcheggio delle biciclette in tutti i punti della città dove già ora si verificano situazioni di parcheggio selvaggio (le quali, a ben vedere, evidenziano un endemico fabbisogno arretrato); · predisposizione di progetti pilota in alcune scuole elementari e medie per sperimentare percorsi sicuri casa scuola; · predisposizione di progetti pilota, in partenariato con i mobility manager aziendali, per lo sviluppo della domanda di mobilità ciclistica nei percorsi casa lavoro e per l'utilizzo della bicicletta negli spostamenti per motivi di lavoro; · sviluppo della integrazione modale tra bicicletta e mezzi pubblici di trasporto. Se il Comune si decidesse a procedere sollecitamente nel modo indicato, già al termine del 2005, potrebbe essere possibile compiere un primo deciso passo avanti nella costruzione di una rete ciclabile diffusa per rendere Milano città (più) amica della bicicletta. www.bestbags.biz CICLOBBY Fiab si dichiara disponibile a collaborare (anche con i propri volontari) con l'Amministrazione Comunale per sviluppare la mobilità ciclistica a Milano e contribuire in tal modo a migliorare traffico e ambiente nella nostra città.