“Pedoni pirati e ciclisti daltonici”. la Fiab puntualizza
Botta e risposta tra il vicedirettore di Gente Motori Marco Marelli e il direttore Fiab Luigi Riccardi
03 May, 2007
<b>Da E Polis del 20.04.2007</B>
Nella settimana mondiale della sicurezza stradale, dal 23 al 29 aprile, si dibatte sul da farsi: c'è chi vuole ridurre i limiti di velocità in alcune parti della città (30 km/h); c'è chi pensa a un piano di "attraversamenti sicuri" davanti a scuole, Asl, uffici postali; in molti puntano a installazioni di telecamere e radar per braccare gli automobilisti indisciplinati o meglio gli automobilisti criminali. Nessuno sembra però occuparsi dei pedoni criminali, dei ciclisti criminali e dei motociclisti criminali, tutte razze in espansione. Basta guardare cosa succede se si guida in città: troppe volte si assiste a persone che attraversano la strada con la testa sulle nuvole, oppure individui che passano al rallentatore sulle strisce pedonali quasi a voler sfidare chi sta dietro il volante. Cosa dire poi dei ciclisti daltonici che aumentano a dismisura quando la temperatura sale e che dei semafori nulla sanno e vedono??? Oppure sempre dei ciclisti che vanno contromano, scendono all'improvviso dai marciapiedi, fanno inversione quando meno te l'aspetti? Sempre in tema di ruote ma con motore non possiamo non citare i sempre più numerosi emuli di Valentino che sulle circonvallazioni si scatenano con manovre al limite, accelerazioni al fulmicotone e frenate da moto GP. Di tutti questi attori protagonisti della mobilità urbana nessuno però ne parla nella settimana della sicurezza. I criminali sono gli automobilisti e solo loro. Non è la bici che è andata contro l'auto, non è la moto a colpire la quattro ruote così come non è mai colpa del pedone. Nella settimana della sicurezza sarebbe più opportuno sensibilizzare queste parti che tanto pure non sono, piuttosto che continuare a pensare di arginare gli incidenti con metodi repressivi e stolti quali i controlli di velocità e ulteriori limiti. Soprattutto se si considera che a 50km/h un'auto moderna oggi si ferma in meno di 13 metri mentre solo quindi anni fa ce ne volevano almeno 17, senza considerare che una moto non ha il potere frenante di un'auto. Insomma ridurre i limiti non regge come continuare a mettere gli automobilisti sul banco degli imputati non incrementerà di certo la sicurezza perché come più volte abbiamo scritto bisogna sensibilizzare tutti e non la solita categoria. *Vicedirettore di Gente Motori
<B>La risposta della Fiab del direttore Luigi Riccardi</B>
Sono d'accordo con Marco Marelli - Pedoni pirati e ciclisti daltonici, in "Argomenti" su E-Polis Milano, 20 aprile 2007 - quando sostiene che tutti ce l'hanno con gli automobilisti.
Le auto moderne sono costruite per andare a 220 Km/h permettendoci così di provare effettivamente la marinettiana ebbrezza della velocità (più bella della vergine di Samotracia). Appena si inserisce la chiave di avviamento, la velocità è già superiore ai 30 km/h. Per questo le "zone 30" sono una vera follia. Propongo dunque di togliere questa norma dal Codice della Strada. Propongo inoltre di spostare in avanti i limiti di velocità in città: da 50 km/h a 70 km/h. Nelle poche strade urbane a 70 km/h (che però, auspicabilmente, andrebbero aumentate di numero) propongo di spostare il limite a 110 km/h. In questo modo finalmente si legalizzerebbero le velocità, di norma, tenute effettivamente da noi automobilisti.
Che fare poi per eliminare gli incidenti con ciclisti e pedoni?
Per le biciclette non c'è che una soluzione: vietarne la circolazione. Lo ha già fatto con successo Bava Beccaris nel 1898. Perché non ripetere questa positiva esperienza?
Qualche problema c'è invece con i pedoni perché vietarne la circolazione vorrebbe dire ledere anche i nostri interessi. Infatti, prima di salire in macchina e dopo esserne scesi, siamo costretti muoverci a piedi. A meno di pensare ad un provvedimento di divieto con eccezione per gli automobilisti.