La rincorsa eco-energetica
Intervista al ministro Pecoraro Scanio - da Ruoteperaria Magazine di maggio 2007
18 May, 2007
ROMA - Le domeniche ecologiche non bastano, ma sono un metodo per sensibilizzare ed educare.
La Finanziaria 2007, il Conto energia aiuteranno a ridurre le emissioni dannose. Secondo il ministro dell’Agricoltura, Pecoraro Scanio – intervistato da “Ruoteperaria Magazine” – le carte in gioco sono tante, ma l’Italia deve accelerare il passo.
- Si parla di energia rinnovabile, di eolico, solare e geotermico. Sono realtà o si tratta ancora solo di progetti futuribili?
Le fonti rinnovabili sono la risorsa, disponibile oggi e necessaria domani, sia per fronteggiare i cambiamenti climatici sia per ridurre progressivamente la dipendenza dal petrolio. Con l’ultima Finanziaria abbiamo lanciato un’importante sfida agli enti locali, alle aziende e ai cittadini. E con il nuovo Conto Energia sono state introdotte misure incentivanti per realizzare l’ormai indispensabile “svolta ecologista”, cui l’Italia non può più sottrarsi. Sull’eolico non dobbiamo ripetere gli errori del passato, quando si è intervenuti in maniera disorganica. È fondamentale la pianificazione per intervenire sul territorio garantendo la massima compatibilità ambientale degli impianti. Insieme, bisogna aprire una nuova stagione anche per le altre fonti energetiche: proprio per questo motivo ho voluto che il premio nobel Carlo Rubbia ritornasse in Italia. Il progetto Archimede, in Sicilia, è un esempio che va proprio in questa direzione: un impia nto solare termodinamicoda cinque megawatt, in grado di coprire il fabbisogno energetico di 4.500 famiglie, per un risparmio di circa 2.400 tonnellate equivalenti di petrolio l’anno. Idee, quindi, che fino a qualche tempo fa sembravano “futuribili”, con interventi del genere risultano sempre più concrete e realizzabili.
- I fondi stanziati in Finanziaria per un Paese più “verde” sono abbastanza? Cosa avrebbe chiesto in più?
L’ultima Finanziaria ha dato sicuramente un contributo importante alla salvaguardia dell’ambiente. Non a caso è stata definita la prima Finanziaria verde della nostra storia. Ma certamente non si poteva pretendere che con un’unica manovra si recuperasse tutto quello che negli anni addietro era stato colpevolmente trascurato o, peggio, dimenticato. Il precedente governo ci ha lasciato in eredità un forte ritardo, peggiorando la situazione del nostro Paese anche rispetto agli altri Stati dell’Ue. Per quanto riguarda Kyoto, ad esempio, siamo in una difficile situazione che potrebbe costare all’Italia multe salatissime. E proprio il rispetto del Protocollo è un obiettivo cardine della manovra economica del 2008. Per l’Italia si tratta di una necessità, ma al tempo stesso anche di un’opportunità da cogliere al volo. Dobbiamo entrare nell’ottica di idee che investire per l’ambiente è necessario, prima di spendere una cifra molto più alta per frettolose e, a volte inutili, marce indietro. Perciò stiamo lavorando all’attuazione di tutti i provvedimenti che agevolino un risparmio energetico e riportino l’Italia al passo con il resto d’Europa.
- Oltre ad incentivare l ’acquisto di auto ecocompatibili, cosa consiglia per combattere l’inquinamento?
Quando si parla di inquinamento dell’aria di solito l’immagine che viene in mente è quella di una strada con le auto in coda che sprigionano gas inquinanti. Non che questo non inquini, ovviamente, ma al contrario di quanto si potrebbe pensare, anche le emissioni degli edifici danneggiano l’ambiente in misura rilevante. La prima battaglia contro l’inquinamento, dunque, si combatte in casa. In Italia le abitazioni consumano più di 200 kilowatt/ora per anno, per una percentuale del 30% di emissioni rispetto al 26% del traffico. Oltre alle automobili, dunque, è necessario che gli edifici siano eco-compatibili, attraverso modifiche strutturali, soprattutto in quelle di nuova costruzione, installando, ad esempio, pannelli fotovoltaici, rendendo più efficienti i sistemi energetici preesistenti. A livello europeo si stima, infatti, che attraverso un’efficace politica di risparmio nei settori edile e dei trasporti, i consumi energetici si ridurrebbero del 20%.
- Quali sono le priorità del suo Ministero?
Le priorità di questo Ministero sono diverse. Mai come in questo periodo, infatti, anche secondo quanto confermato dai recenti rapporti dell’Ipcc (Comitato intergovernativo sul mutamento climatico), ci troviamo ad affrontare una grave emergenza sia per l’ambiente sia per l’uomo. Sintetizziamo le priorità in tre punti fondamentali. In primo luogo la lotta ai cambiamenti climatici che comporta misure, su fronti diversi, dal risparmio energetico alla mobilità sostenibile, il rispetto del Protocollo di Kyoto, altrettanto importante ed urgente, ed, infine, favorire e promuovere una maggiore diffusione e il radicamento della coscienza ambientalista su tutto il territorio nazionale.
- L’Italia, ancora indietro nella sua rincorsa verso i parametri di Kyoto, riuscirà a raggiungere il limite di emissioni di 120 grammi/chilometro imposto dall’Ue per il 2012?
Gli impegni sottoscritti dall’Italia con l’Unione europea vanno assolutamente rispettati, non solo per evitare sanzioni altissime, ma anche per tutelare il nostro ambiente e fronteggiare i cambiamenti climatici. Sono convinto che senza l’impegno di tutti, e intendo sia istituzioni, mondo produttivo e cittadini, sia impossibile fare pronostici. Se invece l’azione del Governo sarà favorita da tutti i soggetti politici, istituzionali e privati, la diffusione di una visione ambientalista troverà terreno fertile. Basta poco, anche abituarsi a mettere in pratica ogni giorno semplici gesti, come quello di spegnere le luci superflue, che – come abbiamo visto con la campagna “M’illumino di meno” – possono significare molto. L’obiettivo è di abbassare le emissioni di 100 milioni di tonnellate l’anno e, pertanto, è indispensabile che ognuno faccia la sua parte. Per l’inquinamento dell’aria, ad esempio, è necessario che le regioni, seguendo le indicazioni europee, mettano a punto piani per la qualità dell’aria concreti.
- Cosa sta facendo il Ministero per combattere l’Ecomafia?
Innanzitutto, per la prima volta con questo governo, nel Dpef dell’ultima Finanziaria, è comparso il termine “ecomafie” e non si tratta soltanto di una novità lessicale, ma di una svolta, dopo cinque anni di immobilismo nella lotta ai crimini ambientali e contro chi fa profitto a danno dell’ambiente e del territorio. Puntiamo ad inserire questo tipo di reati nel codice penale. Stiamo lavorando per approntare un disegno di legge contro delitti ambientali da resentare al Consiglio dei ministri. Si tratta di offrire nuovi strumenti idonei allla magistratura
e alle forze dell’ordine per combattere più efficacemente la criminalità ambientale. Il Ministero dell’Ambiente, inoltre, attraverso il costante monitoraggio ed il prezioso contributo dei Carabinieri per la Tutela ambientale, svolge un impegno quotidiano. Sono diverse le azioni con cui sono stati scoperti traffici illegali di rifiuti, solo per fare un esempio, ma come testimoniano gli ultimi dati sul rapporto ecomafie di Legambiente si tratta di una realtà ben più radicata che vale un giro d’affari di 23 miliardi di euro. Ogni intervento volto a smembrare questo sistema è
importante per garantire una corretta gestione dell’ambiente e la trasparenza degli investimenti del governo.
- Cosa significa secondo leisviluppo sostenibile?
Lo “sviluppo sostenibile” è lo sviluppo del domani. L’unico possibile. Considerati gli scenari che hanno tracciato gli scienziati di tutto il mondo, infatti, siamo al punto in cui gli interessi economici e del progresso devono necessariamente coincidere con la tutela dell’ambiente, altrimenti non si va da nessuna parte, se non verso il collasso del pianeta. La politica deve tenere il passo con gli effetti del clima e mai come in questo momento il dialogo e la concertazione sono fondamentali.
- Le domeniche ecologiche, i tracciati pedonali e ciclabili sono un buon metodo per incentivare un minor uso dell’auto. Ma bastano?
Le domeniche ecologiche non sono certo sufficienti per risanare i danni ambientali che l’uomo finora ha procurato e che il lassismo del passato governo ha contribuito ad aggravare. Eppure si tratta di iniziative che si sono rivelate importanti innanzitutto come attività di sensibilizzazione. Non c’è nulla di più facile, per diffondere l’idea di una città senza l’utilizzo “forsennato” delle auto, che provare a camminare un giorno per le vie del centro, senza respirare i gas del traffico e magari andando in bicicletta. L’auspicio è che iniziative come questa contribuiscano a diffondere nuovi stili di vita, che tutelino non solo l’ambiente ma anche – e questo bisogna sottolinearlo – la nostra stessa salute. Certo è che le domeniche ecologiche non possono essere la risposta ai problemi ambientali del Paese.
- Il rinnovamento del parco auto dei trasporti pubblici dovrebbe andare più verso i trasporti a metano o verso il ferro?
Il trasporto pubblico va innanzitutto bonificato dal gasolio, che è il combustibile della maggior
parte degli autobus urbani. Qualsiasi alternativa che rinnovi il parco auto dei trasporti pubblici,
coniugando efficienza dei servizi e risparmio energetico, è da prendere in seria considerazione. Il ferro è da preferire per il minore impatto ambientale, ma è una formula che non può essere valida per tutti i territori. Occorre, quindi, un’attenta riflessione su ogni situazione, valutando caso per caso e scegliendo di volta in volta la soluzione più idonea. Solo così si può avviare un piano organico che migliori la vita dei pendolari a tal punto che anche chi solitamente si sposta
in macchina sia incentivato ad utilizzare i mezzi pubblici.
- Il finanziamento da 210 milioni di euro per la riduzione delle emissioni di particolato nelle aree urbane è stato già utilizzato?
Il programma di finanziamento per le esigenze di tutela ambientale in relazione alla qualità dell’aria è già in vigore e destina 70 milioni di euro l’anno per tre anni alle regioni e alle province autonome che presentino il piano per la qualità dell’aria. E’ un incentivo importante del governo agli enti locali che hanno specifica competenza in materia. In questa direzione va anche il fondo per la mobilità sostenibile, introdotto nella Finanziaria, che prevede un investimento di 90 milioni di euro l’anno per il miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane e per il potenziamento del trasporto pubblico. Tra gli strumenti presi in considerazione anche il car sharing e il mobility management e la promozione di reti urbane per la mobilità ciclistica.
- Aveva criticato il piano di lotta alle emissioni presentato dal presidente americano Bush. Come giudica la bocciatura del progetto? Come dovrebbe cambiare l’atteggiamento degli Usa in merito ai gas serra?
E’ noto che gli Stati Uniti sono i maggiori inquinatori al mondo. E gli ultimi dati diffusi a Bruxelles hanno riscontrato che le emissioni di Co2 targate Usa sono addirittura aumentate del 15% rispetto al 1990. Se si parla di collaborazione mondiale per salvare il pianeta, è ovvio che
non si può prescindere dagli interventi statunitensi, anche in considerazione delle richieste di impegno che sono state avanzate ai nuovi Paesi emergenti sul panorama della produzione e dell’economia mondiale, come Cina e India. Nessun Paese può tirarsi indietro nella lotta all’inquinamento.