Le \"ecoballe\" campane e la mancata raccolta differenziata
Intervista di Repubblica ( Antonio Cianciullo) al ministro dell'Ambiente
28 May, 2007
Un disastro puntare sugli inceneritori
anche Bassolino ha sbagliato a fidarsi"
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - "E' l'ennesimo paradosso di questa vicenda infinita. Dei quattro siti indicati dal decreto del Consiglio dei ministri, gli unici in cui ci si sta avvicinando a una soluzione sono quelli collegati a un'area protetta, cioè l'oasi di Serre Persano e il parco del Vesuvio, per i quali il ministero dell'Ambiente ha trovato un'ipotesi alternativa". Di fronte al disastro della Campania sommersa dai rifiuti, di una regione che si autoflagella per non riuscire a dire sì a un buon progetto, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio si smarca dall'accusa di sostenere il partito del no e rilancia la palla nel campo di chi vede l'incenerimento come l'unica soluzione.
E' stato il presidente Antonio Bassolino a dire, proprio in un'intervista a Repubblica, che tutto il problema nasce da una sfasatura temporale: le discariche sono state chiuse, gli inceneritori non sono stati costruiti.
"Bassolino si assume fin troppo le responsabilità di Rastrelli, l'uomo del centrodestra che avviò quest'operazione. La sua affermazione rappresenta la conferma di due errori. Il primo è aver puntato tutto sugli inceneritori, che sono la parte marginale del ciclo dei rifiuti, dimenticando la raccolta differenziata: vorrei ricordare che in questi giorni le città campane in cui la raccolta differenziata si fa, ad esempio Nocera Inferiore e Grumo Nevano, sono senza immondizia per strada. Il secondo errore è stato essersi affidati completamente a un meccanismo dirigista e a una grande società che ha costruito un progetto faraonico puntato tutto sugli inceneritori rinunciando perfino a mantenere alcune discariche per l'emergenza".
All'inizio a molti quel progetto sembrò convincente.
"Era l'illusione di trasformare la spazzatura in petrolio. Non è andata così. Abbiamo speso un miliardo e mezzo di euro per ritrovarci con 5 milioni di tonnellate di ecoballe utili solo ai gabbiani, che le frequentano assiduamente".
L'idea che sosteneva il progetto era la combustione controllata di questi materiali. Senza inceneritori...
"Ma se le ecoballe fossero state veramente combustibile avrebbero trovato un mercato. Se il materiale è utile non bisogna pagare per metterlo sui treni per il Nord: viene comprato a suon di euro perché serve a produrre energia. E così torniamo di nuovo al centro del problema: le scelte tecniche sono state sbagliate e invece di prendere atto della situazione si è cercato di forzare la mano usando il dirigismo. Così è stato creato un meccanismo infernale e per uscirne dobbiamo tornare a uno stato di diritto che rispetti il buon senso dei cittadini".
Pensa che le procedure attuate calpestino il diritto?
"Osservo che pochi giorni fa il tribunale di Salerno ha nuovamente bloccato il sito di Valle della Masseria. Cosa sarebbe successo se non avessimo corretto la rotta in tempo? Giorni di conflitto aspro, la discarica aperta solo usando la polizia e poi di nuovo tutto fermo per ordine della magistratura".
Allora è meglio fermarsi subito e rinunciare?
"Al contrario, coinvolgere la popolazione informandola bene è la premessa per poter agire con successo. A Serre Persano il problema è stato avviato a soluzione e confido che entro l'estate si risolva evitando un danno al territorio e un'ennesima infrazione comunitaria in contrasto con il percorso virtuoso che in un anno ci ha permesso di ridurre di un quarto il contenzioso con Bruxelles. E a Terzigno avanza un progetto che prevede la riqualificazione paesaggistica basata sul recupero delle cave abusive, secondo un accordo siglato nel 2004 dal parco nazionale e dal commissariato per l'emergenza. La frazione organica dei rifiuti, opportunamente trattata e controllata dai tecnici, potrà essere usata per ricostruire il profilo dei luoghi ottenendo due vantaggi ambientali: liberarsi di questi materiali e sanare una ferita. Così il restauro paesaggistico permetterà il rilancio dell'intera economia del territorio".
Per rilanciare l'economia del territorio bisognerebbe soprattutto eliminare le discariche dell'ecomafia che riempiono le campagne di diossina: rischiamo di trovarcela nel piatto.
"Per rispondere a queste esigenze ho aumentato i fondi per le bonifiche e per il nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Ma la strada per risolvere il problema è più lunga: bisogna parlare con la gente, convincerla, rilanciare la raccolta differenziata, sostenere le industrie del riciclo dei materiali e avviare ai termovalorizzatori solo quello che rimane alla fine di questo circuito virtuoso. Il guaio è che finora si è cercato di arrivare all'ultima tappa del processo ignorando tutto il resto. E' stato un disastro da dimenticare. Bisogna voltare pagina e collaborare tutti per impostare una politica dei rifiuti di tipo europeo".
(28 maggio 2007)