Passo indietro
I ministri dell'ambiente dell'Ue hanno raggiunto un accordo che riclassifica l'incenerimento come operazione di recupero energetico e non come smaltimento. L’Italia si astiene e critica la scelta: “A rischio la raccolta differenziata” - da Ecosportello News
12 July, 2007
Passi indietro nella revisione della direttiva europea sui rifiuti. I ministri dell'ambiente dell'Ue hanno raggiunto un accordo che riclassifica l'incenerimento come un'operazione di recupero energetico, invece che come smaltimento. I Ventisette hanno votato tutti a favore, tranne l'Italia che si è astenuta.
La riclassificazione, se confermata, avrebbe conseguenze importanti sulla “gerarchia” del trattamento dei rifiuti, sostenuto dagli ambientalisti, che costituiva una colonna portante della politica comunitaria.
L’attuale normativa favorisce innanzitutto la prevenzione, poi il riuso, quindi il riciclaggio, il recupero di energia e, infine, lo smaltimento in discarica. L'accordo odierno dei ministri dei Ventisette, proposto dalla Commissione europea e appoggiato dalla presidenza di turno tedesca potrebbe favorire le politiche di sostegno pubblico alla termodistruzione, soprattutto per l’Italia che a fatica sta riducendo gli incentivi all’incenerimento attraverso l’abolizione del cosiddetto Cip 6.
Il Parlamento europeo non è d'accordo sull'impostazione della Commissione e dei ministri: nella sua prima lettura, a febbraio, ha chiesto di ripristinare la gerarchia del trattamento dei rifiuti come principio generale, e ha bocciato la riclassificazione della termodistruzione. Se l'Assemblea di Strasburgo confermerà questa sua posizione durante la seconda lettura, sarà inevitabile andare in procedura di conciliazione con il Consiglio Ue.
Perplessità sono state espresse da parte dell'Italia. Il sottosegretario all'ambiente Gianni Piatti ha detto come la decisione sia in contrasto con quanto portato avanti dal nostro paese. “Le perplessita' riguardano in primo luogo l'incenerimento dei rifiuti solidi urbani come misura di recupero e non esclusivamente di smaltimento che per noi presenta il rischio di disincentivare la raccolta differenziata e quindi di essere in contraddizione rispetto alle politiche di molti Stati Membri tra cui il nostro”.
“Il punto che ci vede più contrari – ha aggiunto – è la definizione di gerarchia dei rifiuti indicata come semplice principio guida e non, così come noi chiediamo, come regola generale e vincolante. Anche sulle definizioni di recupero e di raccolta differenziata abbiamo proposto, in fase preparatoria del negoziato, formulazioni alternative e migliorative per una efficace ed uniforme applicazione della direttiva”.