Piste ciclabili, è allarme ogni giorno un morto
Vittime in aumento. In un anno 15 mila incidenti e 30 mila feriti. Investiti bambini e ragazzi, ma soprattutto anziani - da La Repubblica del 08.10.2007
08 October, 2007
LUIGI BOLOGNINI
MILANO - Un lutto al giorno sulle piste ciclabili. Ogni giorno una persona che usa la bici per spostarsi, per andare al lavoro, per fare un´escursione, per tenersi in forma, muore. I dati forniti dalla Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta, sono chiari e allarmanti: nel 2005 sono morte 317 persone su piste ciclabili, con un aumento rispetto ai 300 del 2004 ma un calo rispetto ai 329 del 2003. Cifre costanti, in sostanza, e questo è forse anche peggio, perché è segno che nulla cambia quanto a sicurezza.
È chiaro, le vittime della strada sono molte di più, e quasi tutte legate ad automobili e a motociclette, ma è significativo che un mezzo considerato sicuro ed ecologico come la bici valga il 5,8% dei morti sulle strade (nel 2004 erano il 5,3%). Di questi 317 morti, 15 avevano meno di 14 anni (13 bambini e due bambine), mentre 161 ne avevano più di 65. Insomma, sono soprattutto gli adulti a morire. O a restare feriti: perché per far capire come si vive (e si muore) sulle piste ciclabili, bisogna considerare che ogni anno lì avvengono 15 mila incidenti, quasi sempre frutto di invasioni di automobili, che nel 2005 oltre ai 317 morti hanno lasciato sull´asfalto anche 30 mila feriti (il 4% dei feriti sulle strade): 12.476 ciclisti e 18.000 pedoni. Perché molte piste ciclabili sono a percorrenza mista, ovvero accessibili anche a chi ci va a piedi.
Molte vittime sono arrivate da incidenti accaduti fuori città. Perché quello che pochi sanno - verrebbe più facile pensare che le piste ciclabili siano soprattutto all´interno dei centri abitati - è che due terzi dei circa 7.500 chilometri di piste ciclabili esistenti in Italia sono extraurbane: 5 mila chilometri, mentre alle città ne restano solo 2.500, e di questi, 797 sono percorsi misti, pedonali e ciclabili. È l´Emilia Romagna (e immediati dintorni) a fare la parte del leone, quanto a piste in città: la primatista è Ravenna, dove ci sono - dati di Legambiente e Istat - 32,01 metri di percorsi ciclabili ogni 100 abitanti. A seguire Modena (27,23), Mantova (26,71), Ferrara (26,38), Reggio Emilia (22,92) e Cremona (21,98). La prima città al di fuori della Pianura Padana è Cuneo (19,76 metri ogni 100 abitanti), e poi c´è Sondrio (18,95). La città del piccolo Renzo, travolto e ucciso ieri proprio su una pista ciclabile.
I dati sulla sicurezza delle piste ciclabili e quelli sulle piste stesse, comunque, confermano che l´Italia è ancora molto lontana dal resto d´Europa. In Austria, per esempio, 8 milioni di abitanti hanno a disposizione 4 mila chilometri di rete ciclabile, ovvero il 4% delle strade. In Danimarca, 5,2 milioni di persone e 3.500 chilometri (il 5% delle strade). Venendo a Paesi più grandi, l´Inghilterra, che ha un numero di cittadini simile al nostro (58 milioni), la rete ciclabile è addirittura 17 mila chilometri (il 5% delle strade).
E il paradiso per i ciclisti è la Germania: qui per gli 80 milioni di abitanti ci sono 35 mila chilometri di rete ciclabile, ovvero uno stratosferico 16% delle strade.