Un futuro a pedaggio
Andrea Boitani, della Cattolica, sostiene la proposta del sindaco sulla tassa d' ingresso
20 January, 2004
Sì al pedaggio, soprattutto in un pacchetto di interventi, che comprenda le necessarie infrastrutture, un uso diverso della leva fiscale, il progresso tecnologico. Ovvero, telepass di serie sulle auto come l\' airbag, per trasformare ogni automobilista nel tassista di se stesso, che paga in proporzione al tempo passato in città. Andrea Boitani insegna Economia politica alla Cattolica, è uno degli undici componenti della Commissione tecnica per la spesa pubblica del ministero del Tesoro, ha partecipato alla redazione del Piano generale dei trasporti del governo dell\' Ulivo. Eppure non esita a tirare le orecchie ai Ds, critici con il sindaco Albertini che ha proposto il road pricing d\' ingresso a Milano e per il parcheggio dei residenti in centro. Professore, semaforo verde al pedaggio? «Sì, e non come soluzione tampone. Si può utilizzare nel lungo periodo affiancato da altri provvedimenti. Innanzitutto, gli obiettivi di un pedaggio sono due. Uno è ridurre il numero delle auto in ingresso in città. In questo caso si alza il prezzo fino a che non si raggiunge la quota di ingressi accettabile. Il pedaggio indica così il prezzo del suolo urbano e misura la disponibilità a pagare questa risorsa scarsa. Oppure il ticket, in questo caso non molto alto, deve reperire risorse per un uso vincolato al problema traffico, ad esempio il sostegno al trasporto collettivo». Quanto si dovrebbe pagare? A Londra si parla di una forbice fra le 15.000 e le 45.000 lire (per i mezzi pesanti). «Va studiato, impossibile dirlo ora. I costi del trasporto in Gran Bretagna sono più elevati. Di certo, vanno immaginate tariffe differenziate, per l\' ingombro del mezzo o per le diverse categorie professionali. Se uno fa l\' assicuratore o l\' idraulico deve girare molto, dunque pagherà meno di chi lavora in ufficio o in negozio e, oltre ad avere meno bisogno di spostarsi, entra ed esce a ore fisse, quelle di maggior ingorgo. E Albertini ha escluso ticket per chi porta merci». Tecnicamente, come si fa? «Con il telepass. Passi la barriera all\' entrata e scatta il tassametro, esci e si ferma. Se, mentre sei in città, metti l\' auto in garage o in un box il sensore lo registra e il tassametro si blocca. Non si paga per stare in città, il che sarebbe assurdo, ma per il fatto di occupare suolo pubblico. Il telepass finirebbe per essere montato sulle auto dalle stesse case produttrici». Ds e Cgil protestano: gabelle medievali, dicono. «Il sindaco di Londra è Livingstone, Ken il Rosso. Questo è uno strumento flessibile, moderno. In centro la casa si rivaluta di più che in periferia, perché si dovrebbe pretendere il parcheggio gratuito? Sarebbe un altro privilegio, come la chiusura voluta dai referendari. Per i ricchi abitanti del centro vogliamo proprio il massimo… Ds e Cgil hanno perso una buona occasione per dire qualcosa di sinistra». Non sarebbe una sperequazione sociale? «No. Noi dobbiamo garantire a tutti di arrivare in centro, non di arrivarci in macchina. Il ministro per l\' Ambiente Matteoli parla di libertà di circolazione in Europa, ma non esiste una libertà di circolazione in auto. Naturalmente, si possono introdurre politiche compensative, come i mezzi pubblici gratuiti ai meno abbienti. E poi vanno costruiti parcheggi di interscambio molto fuori dalla città, in modo che si arrivi in corrispondenza di ferrovie metropolitane (sia Fs che delle Nord) che entrano in città. A Monaco di Baviera è così. Servono specialmente ferrovie, che non creano congestione. Le metropolitane urbane o limitate al primo hinterland sono anacronistiche, i passeggeri vanno catturati molto lontano e portati in città senza far loro cambiare mezzo. La cosiddetta rottura di carico è anche una bella rottura di scatole. Il pedaggio serve pure come disincentivo, perché tali opere costose non vengano sottoutilizzate. Poi ci sono le merci, i furgoncini ovunque in città dalle 9 in avanti. È necessario un interporto fuori Milano da dove inviare mezzi elettrici. Per l\' inquinamento, più che per il traffico». L\' Aci obietta: l\' auto costa già molto. «È vero, la fiscalità è pesante. Le accise sul carburante sono giuste, colpiscono il consumo e quindi la produzione di traffico e inquinamento. La tassa regionale di possesso, invece, non penalizza il consumo. Al contrario, spinge all\' uso dell\' auto per ammortizzarla. Va abolita e sostituita dal road pricing. Tutto questo è certo una sfida, alla quale però non si replica con argomenti risibili. C\' è, invece, da lavorarci sopra».