Troppo caldo al Polo Sud: così il nuovo clima ferma la marcia dei pinguini
Bali, allarme Wwf: non trovano più la strada. Il ghiaccio su cui nidificano è troppo sottile e uova e piccoli cadono in acqua - da La Repubblica del 12.12.2007
12 December, 2007
<b>ANTONIO CIANCIULLO </b>
BALI - Nell´Artide ci siamo già giocati gli orsi polari che durante l´estate, nel giro di pochi decenni, si troveranno senza giaccio sotto le zampe. Adesso tocca ai pinguini. La morsa del cambiamento climatico è arrivata a cambiare le regole del gioco perfino al Polo Sud, il continente bianco che sembrava inespugnabile. Nella penisola antartica il caldo ha conquistato due gradi e mezzo in 50 anni fermando la marcia dei pinguini. La denuncia è arrivata ieri in un rapporto che il Wwf ha reso pubblico alla conferenza Onu di Bali, dove 10 mila delegati in rappresentanza di 190 paesi devono prendersi la responsabilità di decidere il futuro del pianeta.
Lo studio riguarda 4 delle 17 specie di pinguini minacciati dall´onda lunga dell´inquinamento. Le popolazioni di pinguino imperatore, pinguino di Adelia, pinguino dell´Antartide e pinguino papua sono a rischio perché le abitudini consolidate in millenni di stabilità climatica sono entrate in crisi nel giro di pochi anni. Il cambiamento climatico ha costretto i pinguini a un adattamento forzato che non è detto riescano a superare. I terreni per la nidificazione sono diventati in alcuni casi inaccessibili e il krill, un muscolo gamberetto che costituisce la base della catena alimentare necessaria alla loro sopravvivenza, diminuisce con il diminuire del ghiaccio che si forma dall´acqua marina. Questo ghiaccio, che fa da manto di protezione alla zona oceanica dove vivono i krill, copre oggi un´area del 40 per cento inferiore rispetto a quella occupata 26 anni fa perché l´oceano che lambisce l´area si è scaldato fino a una profondità di 3 mila metri.
Nella penisola antartica nell´arco di cinque anni la velocità di scorrimento dei ghiacciai è raddoppiata. La morfologia del terreno cambia a vista d´occhio e i pinguini, in primavera, faticano a ritrovare la strada per i luoghi della nidificazione. Il pinguino imperatore, il più grande del mondo, nell´ultimo mezzo secolo ha visto dimezzarsi l´estensione delle sue colonie. Gli inverni sempre più miti e i venti sempre più forti hanno costretto i pinguini a crescere i piccoli (uno per ogni covata) su strati di ghiaccio più sottili. E negli ultimi anni questo ghiaccio è diventato talmente sottile che spesso ha cominciato a rompersi troppo presto facendo cadere in acqua le uova e i piccoli ancora non autonomi.
Così la popolazione del pinguino dell´Antartide è diminuita dal 30 al 66 per cento a seconda delle colonie e della disponibilità di cibo. A far declinare il numero dei pinguini papua è stato invece il collasso degli stock di krill. Mentre per i pinguini di Adelia (diminuiti di due terzi in 25 anni) il problema principale è legato al riscaldamento dell´Antartide nord-occidentale, che ha modificato il rapporto tra rocce e ghiaccio nei luoghi di nidificazione.
«La catena alimentare dell´Antartide, e di conseguenza la sopravvivenza dei pinguini e di molte altre specie, è legata al futuro dello strato di ghiaccio marino» spiega Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia. «I ministri arrivati a Bali da tutto il mondo, soprattutto quelli dei paesi industrializzati, devono trovare un accordo per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e proteggere l´Antartide, simbolo di un pianeta da mantenere nelle condizioni che hanno permesso l´evoluzione della nostra società».