Com´è verde questo Natale luci, alberi, regali: tutto eco
Da Londra a Parigi, una festa a basso consumo. I luoghi simbolo di questi giorni sono illuminati da lampadine a basso consumo - da La Repubblica del 17.12.2007
17 December, 2007
<b>ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA </b>
Le luci si sono accese puntuali come sempre, avvolgendo di un morbido chiarore il cuore di tre grandi capitali d´Occidente. Regent street, a Londra, la sinuosa via dello shopping che scende fino a Piccadilly Circus; Rockefeller Plaza, a New York, con il tradizionale abete alto venticinque metri, la romantica pista di pattinaggio sul ghiaccio e le adiacenti vetrine della Fifth Avenue; e gli Champs-Elysees, a Parigi, due chilometri e mezzo di consumismo e di storia, dall´Arco di Trionfo a Place de la Concorde. Ma la novità è che quest´anno i luoghi simbolo della stagione natalizia sono tutti illuminati da lampadine ecologiche.
A Londra e a Parigi da un milione di «led» a basso consumo, che ridurranno del 70 per cento la bolletta dell´elettricità; a New York, dove l´accensione dell´albero sotto il Rockefeller Centre è una elaborata cerimonia di due ore, teletrasmessa in diretta sull´intero territorio nazionale, da 30 mila lucine alimentate dall´energia solare, prodotta dai pannelli solari installati sul grattacielo sovrastante. La coincidenza non è casuale: benché se ne parli e venga invocato ormai da anni, questo è probabilmente il primo vero «Green Christmas», il primo Natale segnato a livello di massa dalla coscienza ecologica, che fa capolino tra la fede religiosa e lo sfrenato consumismo.
Non poteva essere altrimenti, al termine di un anno che ha visto il mondo intero accettare l´allarme per il cambiamento climatico non più come una teoria o una possibilità, ma come un fatto acquisito, una minaccia al presente. Così l´anno del rapporto Stern sulle conseguenze dell´effetto serra, del premio Nobel e del premio Oscar all´ambientalista Al Gore, delle drammatiche foto degli orsi polari costretti a nuotare tra iceberg che si sciolgono, porta un Natale «verde», invece di quello «bianco» cantato dalla tradizione. I sintomi sono ovunque: dai suggerimenti per i regali al menù dei cenoni, dalla ricerca dell´albero di Natale più «eco-friendly», più amico della natura, al modo migliore di santificare la festa, dalle prediche sul riciclaggio a quelle sull´astinenza, intesa come rinuncia all´ossessione di consumare. «Xmas», come lo scrivono inglesi e americani abbreviando anche la notte santa, nel Regno Unito significa ogni anno 6 milioni di alberi, 3 milioni di tonnellate di rifiuti, 1 miliardo di cartoline d´auguri. E con tutte le cartoline d´auguri natalizi vendute negli Stati Uniti, per restare in argomento, si potrebbe riempire un edificio grande come un campo da calcio e alto dieci piani. Molta gente, non tutta ma sempre di più, comincia a vedere l´assurdità di questa abbuffata, e a cercare una soluzione alternativa.
Prendiamo l´albero di Natale. Come acquistare quello più ecologico? «La quasi totalità degli abeti natalizi venduti oggi in America proviene da apposite fattorie dove gli alberi vengono piantati e tagliati solo a questo scopo, dunque non un centimetro di foresta è danneggiato», dice Jeff Olson dell´American Forest, un´associazione conservazionista del Vermont. D´accordo, ribattono i siti ecologisti sparsi fra Atlantico e Pacifico, ma abbiamo un´idea di quanti pesticidi e insetticidi vengono sparsi sulle «fattorie degli alberi di Natale»? Anche quelli contribuiscono all´inquinamento. Gli abeti artificiali, tuttavia, a parte che sono fatti di plastica, sono prodotti per lo più in Asia: trasportarli in Occidente causa un´emissione di gas nocivi altrettanto deleteria dei pesticidi. L´albero di plastica, però, può durare mediamente quindici anni: per cui le emissioni di carbonio addebitate al suo trasporto, spalmate su un periodo tanto lungo, risultano meno gravi.
Per le decorazioni ecologiche c´è l´imbarazzo della scelta: ce ne sono di tutti i generi, dai materiali riciclati alle proposte di usare solo bacche rosse e agrifoglio al posto delle palle colorate di vetro o di plastica. Idem per cartoline d´auguri, menù del 25 dicembre e regali: il Guardian, quotidiano filolaburista britannico, ha pubblicato quest´anno una guida al «regalo di Natale ecologico», per lei, per lui, per loro (i bambini), per tutta la famiglia, a base di cibi organici, carta riciclata, sciarpe e guanti cuciti a mano. Il massimo è una spazzola per le unghie fatta con legno preso dai rami caduti nella giungla della Thailandia, col certificato «fair trade», equo commercio. Oppure, su un sito di doni ecologici «made in Britain», la Sun Jar, una «lampada» che va messa sul davanzale ogni mattina: in realtà è un vaso contenente un mini-pannello solare, durante il giorno raccoglie energia, a sera messa accanto al letto spande una tenue luce naturale (19 sterline e 19 pence, un po´ meno di 30 euro). E in California, dove altro poteva accadere, ci sono i «Meditating Santas», corsi di meditazione guidati da un Babbo Natale che predica il vangelo ecologico: li chiamano «Zen-ta» (anziché San-ta) Claus».
Per gli spiriti radicali, infine, c´è il gruppo di pressione «BNC»: Buy Nothing for Christmas. Non comprare niente per Natale.
«Le auto ibride e i limiti alle emissioni di carbonio sono una buona cosa, ma rappresentano soluzioni-cerotto se non affrontiamo il problema alla radice, e ciò consiste nel consumare di meno», afferma il loro sito. «L´obiettivo», spiega Kalle Lasu, uno degli attivisti, «è ridare autenticità alla più importante tradizione religiosa e secolare del mondo. Il Natale è stato trasformato a tal punto dalla commercializzazione e dal consumismo che non è più riconoscibile. È venuto il momento di ripristinarlo». Buon Verde Natale a tutti.