2004-2007: è calata la raccolta differenziata in Campania
Mentre in tutta Italia cresce, “In 3 anni persi 3 punti percentuali di Rd”. Intervistiamo Giulio Facchi, ex sub-commissario della Regione Campania
07 January, 2008
<font size="1"><b><i>Sergio Capelli</i></b></font>
<b>E così siamo nuovamente in emergenza…</b>
Inevitabile finchè non si cambia registro e si punta, con decisione, al ciclo integrato dei rifiuti
<b>Da quattordici anni lo diciamo, ma da quattordici anni siamo costantemente in emergenza</b>
Non è così. Non è vero che sono 14 anni di emergenza. Dal 1994 al 2000 si sono sempre risolti i brevi periodi di crisi con l’apertura di una nuova discarica in cui riversare i rifiuti, risolvendo velocemente il problema e tacitandolo per i seguenti mesi. Si andava avanti con il trattamento del tal quale, punto e basta. Se non si fosse arrivati a momenti di crisi, l’opinione pubblica non avrebbe permesso neanche queste aperture.
Da due anni a questa parte si è tornati a questo modello di azione.
<b>E qual è stato invece il modello di gestione degli anni fra 2000 ed il 2004?</b>
Con il Commissariato di Bassolino si è scelto di non aprire ulteriori discariche, ma di puntare ad un ciclo integrato dei rifiuti, partendo dalla raccolta differenziata per arrivare all’impiantistica. Un processo di cambiamento radicale, sia economico e gestionale che culturale.
Innanzitutto per poter spingere sulla raccolta differenziata è necessario spingere anche e soprattutto sul compostaggio. Il commissariato aveva acquistato 18 impianti modulari di compostaggio. Sette furono installati su tre siti, mentre a Molinara era già stata effettuata la gara. Ad oggi non solo non sono stati installati nuovi impianti, ma dei 3 siti che avevamo aperto, due sono stati chiusi per questioni di sostentamente economico. Ne resta in esercizio solo 1.
Nel giro di due anni siamo riusciti a portare 120 comuni (per lo più nell’alto salernitano e nel nolano) alla RD. Con ottimi risultati, come stanno a dimostrare Monte Corvino Rovella e Mercato San Severino. Negli ultimi tre anni nessun comune si è aggiunto a questi.
<b>E la raccolta differenziata?</b>
… e la raccolta differenziata, come è ovvio, cala!
<b>Cala?</b>
I dati parlano chiaro: nel 2004 eravamo, secondo i dati del Commissariato Governativo al 13,4% su scala regionale. Percentuale che è scesa all’11,72% nel 2005 per arrivare al 10,5% del 2007.
<b>Perché in Campania non si riesce a far decollare il sistema integrato?</b>
Il sistema integrato di gestione dei rifiuti altro non è che un modello industriale, i cui primi anelli sono il cittadino che differenzia e chi si occupa della raccolta. A seconda di come funzionano i primi anelli si sviluppa il resto della catena.
Il problema non è fare i piani per lo sviluppo della raccolta differenziata (negli ultimi anni ne ricordo almeno 9), ma impiantare questo modello industriale su di una struttura socio-economica al momento non predisposta ad accoglierlo, per la quale la soluzione più naturale è la gestione del tal quale nelle discariche.
Quando abbiamo iniziato a lavorare in tal senso, siamo andati incontro a degli shock. Ci confrontavamo con strutture non adatte, ma che con grossi sforzi si sono adattate.
<b>Ed oggi?</b>
Oggi si è fatto un passo indietro. Da due anni a questa parte si è ritornati all’apertura di discariche per risolvere le emergenze. Tutto ciò porta il sistema intero verso una pigrizia, verso un’inerzia che vanifica i progressi fatti negli anni passati. Il naturale risultato di queste scelte è la diminuzione della raccolta differenziata.