Secondo termovalorizzatore, Milano rilancia la proposta
Da Palazzo Marino: realizzarlo nel 2008. Previsto entro il 2011 un aumento di rifiuti da smaltire di 507mila tonnellate annue
09 January, 2008
<i><b><font size="1">Ovidio Diamanti</font></b></i>
Sarà l’effetto prodotto dalla questione napoletana, oppure il tavolo convocato da Romano Prodi con tutti i presidenti delle regioni per chiedere loro un aiuto a smaltire le tonnellate di rifiuti napoletani, fatto è che il Comune di Milano ha rilanciato l’ipotesi di realizzare il secondo termovalorizzatore.
E propone che <b>ciò avvenga entro il 2008</b> perché da qui al 2011 si prevede un incremento annuo di rifiuti da smaltire pari a circa 507 tonnellate annue. Palazzo Marino chiede quindi alla Provincia di inserire la realizzazione del nuovo termovalorizzatore nel proprio Piano provinciale dei rifiuti approvato a luglio 2007.
Il termovalorizzatore è un inceneritore capace di trasformare in energia le tonnellate di rifiuti che smaltisce. <b>In Lombardia ne esistono 11</b> che trasformano in energia 4,8 milioni di tonnellate di rifiuti secchi bruciati ogni anno. A Milano l’unico termovalorizzatore è <b>Silla II</b>, si trova a Figino e brucia circa <b>1500 tonnellate al giorno di rifiuti</b>, una quantità che viene eguagliata soltanto da quello di Brescia, mentre tutti gli altri impianti della Lombardia raggiungono in media le 600 tonnellate al giorno. Per quanto riguarda il secondo termovalorizzatore l’impressione è che per il Comune di Milano si stia passando dalla fase del se realizzarlo al dove collocarlo. Palazzo Marino non vede altre vie d’uscita allo smaltimento dei rifiuti milanesi e propone entro il 2008 la realizzazione di un impianto che <b>costa 250 milioni di euro</b> ed in grado di bruciare 500 tonnellate di spazzatura all’anno. Il problema è dove ubicarlo: le prime ipotesi del sudmilanese (Rozzano, Opera, ecc) hanno suscitato proteste.
Alla richiesta del Comune di Milano, dalla Provincia hanno riconosciuto l’utilità dei termovalorizzatori. A patto, però, che si integrino in un piano provinciale predisposto a raggiungere l’autosufficienza nella gestione dei rifiuti, a incrementare la raccolta differenziata e il risparmio energetico, a ridurre l’emissioni di gas climalteranti. Tutti obiettivi contenuti nel Piano rifiuti per il 2008-2011 approvato dalla Provincia lo scorso luglio. Nel Piano rifiuti c’è un grande assente. Non si specifica da nessuna parte se e dove realizzare il nuovo impianto termovalorizzatore milanese. Quindi possiamo supporre che a <b>Palazzo Isimbardi, a differenza di Palazzo Marino, si sia ancora nella fase del se</b> e non in quella del dove.
A suscitare dubbi è il basso livello di raccolta differenziata di Milano che si attesta secondo le stime più recenti intorno al 41,7%, un dato contestato dal mondo ambientalista. Inoltre, a Milano non si fa la raccolta dell’umido. Nel 2006 l’Amsa dice di <b>aver raccolto 730.791 tonnellate di rifiuti solidi urbani</b> tra cui 78.530 tonnellate di organici, 89.478 tra carta e cartone, 62.033 di vetro, 25.686 di "multimateriale" leggero, 5.433 in legno, 2.447 di indumenti o tessili in genere, 1.680 di metallo. Il totale annuo della raccolta differenziata ammonta a 290.861 tonnellate, il 39,8 per cento del totale. La somma della raccolta dei rifiuti indifferenziata (sacco nero) è invece di 439.930 tonnellate, pari al 60,2 per cento del totale.