I tre poli di un modello virtuoso
In Campania confermato il calo della raccolta differenziata degli imballaggi. Intervistiamo Walter Facciotto, Vice Direttore Generale CONAI
15 January, 2008
<font size="1"><b><i>Sergio Capelli</i></b></font>
<b>I dati APAT indicano un calo della raccolta differenziata in Campania. Anche dal vostro punto di osservazione avete riscontrato lo stesso fenomeno?</b>
Si, anche dal nostro punto di vista dobbiamo affermare che in Campania negli ultimi anni c'è stato un decremento della raccolta differenziata.
Ci teniamo a sottolineare, però, che i nostri dati fanno riferimento esclusivamente agli imballaggi. Nei comuni campani convenzionati con CONAI, nel 2004 si raccoglievano 21 kg/anno per ogni abitante, quota salita a 28 kg/anno per abitante nel 2005 e nuovamente scesa a 24,3 kg/anno nel 2006.
Ancora non sono disponibili i dati sul 2007, ma credo che non avremo una inversione di tendenza.
<b>Quali sono i dati medi nazionali?</b>
Il dato medio nazionale è di 56,4 kg/anno per abitante. Per quel che riguarda il sud Italia, ci si assesta sui 25,9 kg/anno per abitante.
<b>I Comuni che passano alla raccolta differenziata domiciliare sono in aumento?</b>
Non vorrei farne una questione di modalità di raccolta. Spesso si tratta di situazioni "miste", in cui si fa la raccolta domiciliare laddove è fisicamente possibile, e quella stradale o di prossimità dove le caratteristiche urbanistiche non permettono il "porta a porta".
Comunque sia il numero di comuni che attuano la raccolta differenziata è aumentato. Sulla scia dell'esperienza di quello che ormai è diventato il simbolo dei comuni virtuosi campani (tanto da meritarsi una copertina sul Times) che è Mercato San Severino, ogni anno si aggiungono all'elenco dei comuni che passano alla raccolta differenziata numerosi comuni.
<b>Ciò nonostante siamo nuovamente in emergenza. Come se ne esce?</b>
Non ho ricette da dare.
Posso però portare l'esempio di un modello virtuoso.
Prendiamo la Lombardia (ma potrebbe anche essere il Veneto, che ha dati simili). Se guardiamo i dati della gestione integrata del cilo dei rifiuti, possiamo vedere come la regione abbia un 44% di raccolta differenziata, un 32% di recupero energetico e quindi di incenerimento, e solo il 24% di conferimento in discarica. Questo è un esempio di modello virtuoso. I dati nazionali sono ben differenti, e per certi versi preoccupanti: 24% di raccolta differenziata, 11% di recupero energetico e il 65% di discarica. Il modello campano, tenuto conto del 10% di raccolta differenziata e della totale assenza di impianti di incenerimento, porta in discarica il 90% dei rifiuti prodotti.
<b>Quindi tre poli per un modello virtuoso?</b>
Esattamente. Credo che nei dati appena esposti stia la risposta: non uno dei tre elementi, ma una gestione equilibrata di tutti e tre. Uno zoccolo duro di raccolta differenziata e riciclo, una aparte di termovalorizzazione ed infine la discarica, che dovrebbe essere la parte residuale, tendente a zero.
<b>E nell'immediato?</b>
Nell'immediato, evidentemente bisognerà smaltire tutti i rifiuti accumulati nelle strade. Ma è necessario, contestualmente, sviluppare politiche si sostegno allo sviluppo della raccolta differenziata. Ad esempio fare in modo che i soggetti addetti alla raccolta dei rifiuti differenziati possano avere fondi e mezzi propri, in modo che, anche se nel futuro si dovesse ripiombare in una situazione simile a quella attuale, la raccolta differenziata non si fermi, per poi ricominciare da zero a emergenza conclusa