Si pensa all\'emergenza, la questione mondezza nell\'oblio?
La differenziata funziona nel centro città, in crisi le periferie e i comuni della ciintura. Intervento della nostra collaboratrice Simona Cipollaro
31 January, 2008
<font size"=1"><b><i>Simona Cipollaro</i></b></font>
Discariche legali contestate, discariche illegali taciute, discariche distribuite sul territorio incendiate. Mentre a Napoli arriva l’esercito, la raccolta differenziata non riesce a decollare. Eppure la differenziazione dei rifiuti, è un nodo cruciale nella risoluzione dell’emergenza rifiuti, espressione di un problema complesso in cui le inefficienze delle amministrazioni si mescolano alla cattiva informazione delle persone, ad una forte carenza del senso comune e ad una crescente sfiducia nelle istituzioni.
Si può condividere l’opinione di Antonio Corbo, redattore de La Repubblica, secondo cui nei pressi dei contenitori è molto più difficile trovare cumuli d’immondizia lungo le strade. Questa affermazione è vera in alcuni comuni del napoletano e in determinate zone del centro della città. In questi casi, fare la raccolta differenziata è semplice, i cittadini sono agevolati da una presenza discreta di contenitori. Dallo scoppio dell’emergenza rifiuti la sensazione è che, in queste zone, la raccolta sia addirittura aumentata. Negli ultimi giorni, i contenitori presenti non sono più sufficienti ed in alcuni comuni del vesuviano anche i negozianti hanno cominciato a differenziare i loro rifiuti. Lo stesso non accade nelle periferie, in cui le strade sono ancora sommerse da cumuli spazzatura. Non è difficile scorgere plastica vetro assieme a mobili ed ovviamente a quello che dovrebbe essere l’umido. Questo accade perché gli abitanti di queste zone sono costretti a lunghi spostamenti a piedi o in auto per trovare le campane del vetro ed i contenitori destinati alla carta, plastica ed alluminio. In questo casi, la differenziazione dei rifiuti è legata più alla buona volontà di pochi che ad una condivisa coscienza ecologica. Esistono poi amministratori, "signorotti locali", che organizzano squadre di ragazzi per tenere pulite le strade, ma che non differenziano nè riducono i rifiuti.
Non è solo la periferia di Napoli ad avere tali problemi. Il comune di Casalnuovo ha avviato negli ultimi giorni riunioni condominiali per dare una spinta partecipata alla raccolta differenziata. La buona risposta dei cittadini è stata seguita da una ennesima carenza di contenitori che hanno costretto le persone a dover tenere per strada anche i materiali differenziati. Ad una carenza materiale delle istituzioni si aggiunge una carenza più sottile: la loro incapacità di ottenere fiducia dalla società civile. Nonostante l’emergenza, infatti, molti cittadini continuano a gettare rifiuti tali quali perché convintiti che questi ultimi vengano comunque prelevati, dalle varie ditte, senza alcuna distinzione, anche laddove la raccolta differenziata viene fatta con discreto successo.
Nel caos generale si parla ancora troppo poco di differenziazione dei rifiuti. In queste ultime settimane lo ha fatto la chiesa, qualche associazione ambientalista, ma non è sufficiente. La sensazione è che si continui a pensare ancora all’emergenza e nell’emergenza ed a questo punto la preoccupazione è che una volta pulite le strade la questione mondezza ricada nell’oblio.