Rinnovabili e clima: la regia agli enti locali
Gli auspici del Kyoto Club per rispettare gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra entro il 2020. In appena 13 anni l'Italia dovrà arrivare a produrre un sesto dell'energia da fonti rinnovabili. L'associazione avanza l'ipotesi di un sistema di crediti ambientali locali, che possa premiare le regioni più virtuose
07 February, 2008
<font size="1"><b><i>Federico Vozza</i></b></font>
Regioni ed Enti locali. Saranno loro i protagonisti delle politiche di riduzione dei gas serra e per lo sviluppo delle rinnovabili di qui al 2020, anno in cui -lo stabilisce la recente direttiva europea- l'Italia dovrà soddisfare la domanda energetica interna per almeno un sesto (il 17%) attraverso tecnologie verdi. E' il Kyoto Club ad insistere sulla centralità degli Enti locali nelle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, in un convegno organizzato a Roma per ricordare gli impegni presi con l'Unione Europea e le prime scadenze a cui le Regioni non potranno farsi trovare impreparate. L'obiettivo infatti è a dir poco ambizioso: triplicare, in soli 13 anni, l’attuale contributo di tutte le energie verdi. Le prime scadenze sono dettate dalla Finanziaria 2008: entro 90 giorni dalla sua pubblicazione devono essere definiti i target regionali sulla produzione da fonti rinnovabili e nei successivi 90 giorni le Regioni dovranno provvedere all'adeguamento dei propri Piani Energetici Ambientali.
Il Kyoto Club, per voce del suo direttore scientifico Gianni Silvestrini, invita Regioni, Province e Comuni a far la loro parte fin da subito, ricordando che "l’Italia paga ogni giorno più di 5 milioni di euro (5,4 milioni di €), 63€ ogni secondo" (è presente sul sito dell'associazione un <a href="http://www.kyotoclub.org/index.php?go=30a162" target="_blank"><b>contatore</b></a> che permette di visualizzare in tempo reale a quanto ammonta il debito dell'Italia) di debito per gli sforamenti di Co2 rispetto ai parametri fissati dal protocollo di Kyoto.
Secondo Silvestrini, “una volta definiti gli obiettivi di riduzione, Regione per Regione, si potrebbe pensare anche ad un sistema volto al riconoscimento di crediti ambientali regionali complementare con il sistema di Emissions Trading già operativo per le emissioni industriali”. “Questo approccio –spiega- consentirebbe alle Regioni virtuose di valorizzare il proprio impegno con una contabilizzazione delle riduzioni delle emissioni e con la creazione di un mercato nazionale di scambio dei crediti”.