<b><i>Silvana Santo</b></i>

Nel suo ultimo giorno da primo cittadino di Roma, Walter Veltroni fa il punto sulla rete metropolitana della capitale. In occasione di un convegno dedicato alla mobilità sotterranea della città eterna, il sindaco dimissionario non nasconde la soddisfazione per i progressi fatti negli ultimi anni. «Abbiamo dimostrato – dichiara – che Roma può avere una rete di metropolitane moderna, come le capitali europee che guardavo con invidia negli anni Settanta». Il riferimento è ai cantieri avviati negli anni del suo mandato, e ai progetti per le nuove linee già approvati. «Nel 2011, – spiega Veltroni – tra soli quattro anni di attesa, saranno attive la linea C da San Giovanni a Pantano e la linea B1, da piazzale Jonio a piazzale Annibaliano. Nel 2015 funzioneranno l’intera linea C, Grottarossa-Clodio-Pantano, e la tratta prioritaria della D, da Marconi a Prati Fiscali». Vale a dire, 22 nuovi chilometri e 26 stazioni in più a partire dal 2011.

E a conclusione del suo mandato, il segretario del partito Democratico annuncia che l’ultimo atto politico della sua giunta comunale riguarda proprio l’ulteriore ampliamento della rete metropolitana: «Abbiamo inviato al ministero delle Infrastrutture il progetto preliminare del prolungamento della linea C, da Clodio a Grottarossa». L’iter prevede, a questo punto, che venga convocata la conferenza di sevizi e che, ottenuta l’autorizzazione, si chieda al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di finanziare il progetto.

Sono stati otto i miliardi stanziati dal Comune per avviare le nuove linee metropolitane (B1, C, D, nodo di scambio A e B a Termini). Altri tre serviranno per i prolungamenti (ora in fase di progettazione) della linea A, da Battistini a Torrevecchia e da Anagnina a Romanina, della linea B, da Rebibbia a Casal Monastero e da Laurentina a Trigoria, della B1, da piazzale Jonio alla Bufalotta. Un investimento che consentirà di passare, nel 2015, dagli attuali 36,5 chilometri di metropolitana a 86 e da 49 stazioni a 103.