Ganapini: «Ho già visto De Gennaro il piano Pansa sarà attuato»
Parla il leader di Greenpeace ora assessore all’Ambiente della Regione Campania - da Il Mattino del 14.02.2008
14 February, 2008
Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno: i tre inceneritori si faranno, spiega il neo-assessore regionale all’Ambiente Walter Ganapini. Anche se l’ex numero di Greenpeace Italia si è sempre detto contrario ai termovalorizzatori e pure oggi, nel primo giorno a Santa Lucia, ricorda che quegli impianti non sono il meglio della tecnologia per smaltire i rifiuti. Ha cambiato idea? Per niente, risponde, non rinnega, scaricando tutto sulle normative europee che intravedono orientamenti diversi: gli inceneritori si faranno, perché nel piano dell’ex commissario Alessandro Pansa ci sono. Ma nel futuro si farà anche altro. E se qualcuno già lo accusa di camaleontismo Ganapini replica citando Deng Xiaoping: «Non importa se il gatto è nero o bianco, l’importante è che catturi topi». Assessore, lei già è in città? «Ho appena incontrato il commissario De Gennaro, insieme al presidente Bassolino. Ci siamo confrontati su tante cose. C’è molto da fare». E la strada è in salita. «Sì, ma sono onorato di accettare l’offerta a collaborare su questo fronte. Perché temo molto il rischio di una frattura forte che si può aprire tra Campania e il resto del Paese». Il suo primo atto è lo stanziamento per il completamento dell’impianto di Acerra. Ha cambiato idea sugli inceneritori? «Le soluzioni non si demonizzano e non si divinizzano. Piuttosto vogliamo andare all’incontro con la commissione europea domani con un segnale concreto che dimostri il nostro grande impegno: qui si lavora giorno e notte per cambiare le cose. Rischiamo una multa salatissima, ma io sono ottimista e credo che li convinceremo a rallentare rispetto all’ipotesi punitiva dell’infrazione». Ma lei non era contrario agli impianti? «Non io. Le normative europee affermano che quegli impianti non sono proprio il meglio per smaltire i rifiuti e suggeriscono il ricorso ad altre tecnologie». Dunque perché realizzarli? «Perché il commissario Pansa, in maniera del tutto legittima, ha ritenuto utile il ricorso agli inceneritori». Nessun cambiamento di rotta? «Assolutamente no». Ma si farà ricorso anche ad altre tecnologie? «Andiamo per gradi: la situazione si deve evolvere in maniera molto rapida, verso una prospettiva campana che sia in sintonia con gli indicatori europei. Adesso la priorità è chiudere il ciclo così com’è, con gli inceneritori per il pregresso». In che modo? «Partiremo dalla riduzione dei rifiuti, innanzitutto all’origine, per varare un tipo di imballaggio dei prodotti tipici campani». Procedura complessa, non le pare? «Metteremo insieme tecnici di design della Federico II e produttori alimentaristi perché l’imballaggio sia leggero, non ridondante e dia anche l’immagine di una protezione maggiore». Poi? «La riduzione si potrà ottenere anche con una buona raccolta differenziata e passando all’imposizione della tariffa sui rifiuti, per la quale il cittadino paghi soltanto quanto produce. Questo permetterà di rendere stabile la riduzione dei rifiuti e l’innalzamento progressivo della differenziata». Quindi la differenziata: c’è da recuperare un gap storico. «Cominceremo nei comuni minori, dov’è più facile, e poi passeremo ai grandi centri con Napoli. Intanto bisognerà avere avviato la manutenzione e il revamping dei cdr arricchendoli di una linea di compostaggio per evitare che l’umido vada fuori regione. Poi è mia intenzione aprire un tavolo con Federalberghi, Confindustria e albergatori delle isole e delle costiere per avviare percorsi virtuosi nelle strutture turistiche». Passeranno mesi? «No, tutto questo si dovrà realizzare in poche settimane, dai 35 ai 40 giorni». E dopo? «Dopo si vedrà. Se tutto andrà bene, con il tempo, si può arrivare a destinare all’incenerimento appena il 30% dei rifiuti: ma esistono oggi altre tecnologie, più moderne e più performanti. L’Unione Europea predilige il trattamento meccanico biologico, prima di andare in cementeria o in altri impianti di incenerimento, così come avviene a Venezia, c’è poi il trattamento a freddo». Intanto questo stanziamento per Acerra potrebbe consentire di evitare il ricorso al Cip 6 che lei non ama? «Non so, vedremo, le cose cambiano velocemente». Perché non le piace il ricorso agli incentivi del Cip 6? «Perché avrebbe dovuto favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e invece ha soltanto consentito il sostegno ai grandi gruppi industriali e agli inceneritori». Che non le piacciono: ma non si sente un po’ in imbarazzo? Non la turbano le polemiche? «Ne ho riparlato con Bassolino e abbiamo concordato: non importa se il gatto è nero o bianco, l’importante è che catturi i topi, come diceva Deng Xiaoping». Per questo ha collaborato anche con le giunte leghiste? «Certo, da tecnico».