Il caldo indoor fa male al pianeta e alla salute
Un’indagine di Legambiente mostra come nei luoghi di lavoro e di studio si mantengano temperature elevate nella stagione invernale. L’ambiente ideale? 19 gradi centigradi
18 February, 2008
<i><b><font size="1">Ovidio Diamanti</font></b></i>
A Milano nei negozi e negli uffici le temperature sono tropicali. A dirlo è un’inchiesta di Legambiente condotta sulle temperature misurate all’interno di undici luoghi pubblici milanesi. L’indagine rivela dati interessanti: la colonnina di mercurio raggiunge anche i <b>26 gradi centigradi</b> e comunque, quasi sempre, si attesta oltre i 21 gradi e mezzo. In un solo caso si ferma a 18,4 gradi.
La curiosità sta nel fatto che i dati di Legambiente vengono rilevati proprio alla vigilia dell’anniversario del Protocollo di Kyoto, che ha la sua ragion d’essere proprio sul risparmio energetico e sulla lotta alle emissioni. Ogni grado in più nel riscaldamento domestico comporta un aumento di consumo di combustibili del 10%: il che significa più gas serra, più polveri sottili, più biossido d'azoto nell'aria della Pianura Padana. Ma non è solo questo. Temperature elevate nei luoghi di lavoro e di studio, negli esercizi commerciali, o nelle proprie abitazioni, ci fanno ammalare con più frequenza perché ci si espone a violenti sbalzi termici ogni volta che si esce.
La temperatura ideale nella stagione invernale in case e luoghi di lavoro sarebbe intorno ai 19 gradi centigradi. Una temperatura che, con un giusto grado di umidità, riduce le probabilità di ammalarsi perché l'aria è meno secca e si subiscono meno sbalzi termici quando si esce. Il <b>caldo indoor</b>, in sostanza, fa male alla salute oltre a far aumentare la febbre del pianeta.